[Dicembre 2008] BRISINGR, IL CONTEST

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[Dicembre 2008] BRISINGR, IL CONTEST

da mastermax » 2 maggio 2009, 19:50

BRISINGR, IL CONTEST
Dicembre 2008

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Genere: Fan Fiction
Descrizione: Dati i limiti, il concorso prevedeva la stesura di una storia a tema Eragon. I vincitori sono stati scelti dalla giuria esterna del sito collaboratore.
Collaborazione: http://www.wingsofmagic.it/
Premi: Brisingr di Christopher Paolini (libro)
Utenti vincitori: Sonny93, macmat, Sevenfire, Katrina94, franciXD
[NOTA: i partecipanti sono stati di entrambi i siti collabotori (EI e WingOfMagic)]

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LAVORI VINCITORI

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1° CLASSIFICATO
Nome: Federica D.
Titolo: Senza Titolo
Nick su EI: Sonny93


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Sciocchi bipedi.
Potenti raffiche di vento si abbattevano sulle Du Fells Nàngoroth. Dall'ingresso della mia grotta osservavo un gruppo di strani esseri, minuscole figure nel deserto di Hadarac. Ma pensavo ad altro: era mezzogiorno, e Cassius e Geshra erano ancora lontani, abbastanza da non sentire i loro pensieri.
Lenti come sono, non arriveranno ai Beor. Almeno non oggi. Mi voltai, annoiata, e mi accucciai su un mucchio di erba ingiallita e fiori secchi, mentre aspettavo il ritorno della famiglia.
Arriviamo. Thud.
Finalmente.
Thud.
Le pareti della grotta tremarono.
Thud.
Ci fu un forte rumore unito allo scricchiolio della ghiaia, e poi vidi la testa argentata di Geshra farsi strada nella caverna, seguita dal resto del corpo. Dietro di lei c'era mia madre: le sue squame violette brillavano al buio come alla luce del sole.
Ti abbiamo portato un regalo, Bjartskular.
La dragonessa teneva fra le enormi fauci un cervo, che lasciò cadere per terra.
Quando avrai finito, raggiungici alla Rocca dei Lupi.
E volò via. Iniziai con piacere il banchetto, gustando ogni boccone: dopo aver terminato volai fino alla Rocca, ammirando ogni diverso tipo di fiore prima di planare sulle sponde del lago.
E Cassius?
È in perlustrazione,torna tra poco. Ora iniziamo: per dirigere bene la fiamma devi orientare la lingua nella direz…
“Vado io” disse Geshra. “C'è qualcosa che non va.” Partì con un balzo.
Guardai mia madre, mentre il suo viso esprimeva preoccupazione. Ci voltammo al suono d' allarme, udendo ruggire Geshra.
Vervada, i Wyrdfell! Nascondete i cuccioli!
Non ebbi il tempo di parlare: mia madre mi prese per il collo e volammo via, trasportate dalle correnti favorevoli e contrarie, ma una raffica mi fece cadere.
Recuperai quota, ma mi accorsi troppo tardi dell'enorme drago nero che avanzava verso di me a fauci spalancate. L'istinto mi fece chiudere gli occhi e, in quel buio profondo, sentii mia madre.
Saphira!

Saphira? Stai bene? Saphira? Eragon.
Sì, non preoccuparti. Hai trovato Arya?

Si strinse nelle spalle.
Ha detto che ci troverà lei. Sicura di star bene? Prima, nel sonno…hai chiamato tua madre.
Imbarazzata, lo esclusi dalla mia mente. Lui mi sorrise.
“Va bene, non è il momento. Saphira…”, mi voltai. “…ti voglio bene.”
Anch'io, Eragon.
E mi avvicinai piano al piccolo uovo bianco che teneva fra le mani.




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2° CLASSIFICATO
Nome: Matteo M.
Titolo: La Bella, la Bestia e le Catene
Nick su EI: macmat


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Il convoglio avanza nella calura del giorno. Marciando, Rob pensa al giuramento fatto nell’Antica Lingua. Sull’orizzonte si staglia il profilo affilato dell’Helgrind. Il Capitano e i cavalieri di scorta sono via da due ore e già si sente vulnerabile.
Sì, c’è la magia del Re a proteggerli, eppure...
Rob si domanda come il Cavaliere ribelle e il suo drago siano entrati nei confini Imperiali per attaccare la fortezza dei Rà Zac. Torna a guardare il carro vicino e il gigantesco Kull in catene. La sua cattura ha richiesto il tributo di 50 vite.
Se non fosse stato per il capitano Larse e la sua magia...
L’altra prigioniera però è tutta un’altra storia.
Certo, gli Elfi sono nemici dell’impero e non sono neppure Umani, tuttavia consegnare quella creatura così bella a loro…Sorpreso, si ritrova ad indugiare con lo sguardo sull’esile profilo rinchiuso nel carro-prigione più avanti. Le ombre delle sbarre sul corpo seminudo della prigioniera offrono un seducente gioco di chiaroscuri facendo breccia nella fantasia del giovane. Sembra che lei lo guardi con quei suoi strani occhi... Rob Sente un formicolio scenderli dallo stomaco al basso ventre.
Maledizione!
La lancia con cui si appoggia durante la marcia slitta su un ciottolo. Distolto lo sguardo, il ragazzo mormora uno scongiuro.
Come l’ha chiamata Larse? Seithr, Strega!
Quel duo improbabile che recano in catene dai mostri dell’Helgrind, gli fa tornare alla mente una storia che sua madre raccontava a lui e ai suoi fratelli.
Come si chiamava?
Prima di dar seguito ai suoi pensieri, sente un boato assordante, qualcosa lo investe.
Si ritrova a terra sotto la ruota di un carro. Più avanti, Urgali ed Elfa, schiena contro schiena, accerchiati dalle guardie. Il Kull rotea la sua catena creando una barriera impenetrabile ai soldati, quanti s’avvicinano vengono spazzati via, ossa che si rompono, lance che si spezzano! Poi, come marionette animate da una forza invisibile, si rialzano incuranti delle letali ferite, tornando a combattere.
Rob sposta l’enorme ruota che gli ha spezzato entrambe le gambe e sfoderata la spada striscia verso i nemici. Guardando i due combattere, ricorda il nome della storia.
Bella e la Bestia! Ecco come si chiamava!
Scoppiò in un’irrefrenabile risata che continua anche quando la strega posa gli occhi alieni su di lui e mormora la parola “Brisingr”.




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3° CLASSIFICATO
Nome: Luca C.
Titolo: Il seme della follia
Nick su EI: Sevenfire


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Un altro villaggio dei loro nemici era in vista, erano ormai tre giorni che seminavano morte e distruzione nel territorio degli Urgali e da quanto poteva vedere anche quel giorno la sua spada si sarebbe dissetata col sangue di quei mostri. I suoi due compagni d' avventura volavano alla sua destra e alla sua sinistra su un drago d' argento e una dragonessa marrone, mentre lui troneggiava qualche metro davanti a tutti gli altri, pronto a mietere vite come un agricoltore fa col grano quando è maturo.
«Non vedo alcun guerriero fra di loro» gli comunicò Nathael tramite il contatto mentale «Fa qualche differenza? Moriranno tutti e noi saremo degli eroi» rispose con arroganza.
A quelle parole i compagni lanciarono delle grida di guerra e spronarono ancora di più i loro draghi per tenere il suo passo. Anche quel giorno il terreno si bagnò col sangue dei loro nemici.
Tanto erano fiduciosi nei loro poteri che ogni precauzione veniva trascurata, con una parola potevano uccidere decine di quei mostri, con la loro spada tagliavano pelle, ossa e sangue e i loro compagni, i draghi erano persino più potenti di loro, che senso aveva temere degli stupidi mostri?
Fu per questo che quella notte in gesto di sfida si accamparono nel villaggio che avevano appena sterminato, troppo tardi si accorsero del loro errore. I guerrieri che stavano tornando alle loro case li colsero nel sonno e con l' odio nato dal vedere i propri compagni a terra senza vita, li attaccarono senza pietà. Il primo a cadere fu il drago del suo amico Liran, il secondo invece fu proprio il suo.
Un'ondata di terrore, odio e pazzia gli avvolse la mente e prese il sopravvento sulle sue azioni, afferrò la spada e la abbatté su ogni nemico che gli sbarrasse il cammino, tanto era fuori di sé che non si accorgeva nemmeno dei compagni che venivano uccisi dagli Urgali, l' unica cosa che gli era chiara era che il suo drago era morto e per riempire quel vuoto avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Quella notte Galbatorix fu l' unico sopravvissuto.




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4° CLASSIFICATO
Nome: Francesca G.
Titolo: Un nuovo cavaliere
Nick su EI: Katrina94


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Eravamo riusciti a entrare nella città nera, Urû'baen.
Rubare a Galbatorix l'ultimo uovo di drago era il nostro obiettivo.
«Teso?» chiesi a Eragon.
«Un po'.» rispose lui «Tu?»
«Come la corda di un arco.»
Poi, di tacito accordo, ci incamminammo verso la nostra meta: l'uovo.
Vagammo per un tempo che sembrava infinito nel castello, ma alla fine trovammo la sala che cercavamo.
Era sorvegliata da quindici soldati e da una dozzina di stregoni. Ma noi, Arya Dröttinigu ed Eragon Shur'tugal, entrambi Ammazzaspettri, non ci saremmo fermati di certo davanti a ciò, quindi ordimmo un piano: avremmo ucciso sia gli stregoni sia i soldati con la mente, poi avremmo preso l'uovo e saremmo fuggiti più veloci che potevamo.
Così iniziammo l'attacco mentale contro gli stregoni. Erano ben addestrati e ci resistevano con forza, ma non appena Eragon attinse alle forze dell'Eldunarì di Glaedr, le loro barriere s'infransero e con una semplice parola di morte, stramazzarono al suolo. La stessa fine fecero i soldati.
«Senza Glaedr non ce l'avremmo mai fatta.» commentai.
«Già.» assentì Eragon.
Entrammo nella stanza.
«Eccolo!» esclamò Eragon.
Davanti a noi c'era un piedistallo, con sopra l'uovo. Era verde. Mi lanciai in quella direzione e, non appena toccai l'uovo, successe l'inimmaginabile: si schiuse per me.
Una ragnatela di crepe si formò sulla superficie liscia, poi si aprì e ne uscì un bellissimo cucciolo di drago verde, che non appena sfiorai, mi marchiò con il Gedwëy Ignasia, provocandomi un brusco calo di energie.
«Che cosa è successo?» mi chiese Eragon che era rimasto indietro a fare la guardia.
«Si è schiuso. Per me.»
La gioia si dipinse sul suo volto. Guardò me e il drago, poi disse «È una bellissima notizia, ma ora dobbiamo scappare veloci come il vento.»
Così dicendo, mise il drago nel mio tascapane, poi m'infuse una consistente dose di energia.
Ci mettemmo in salvo e chiamai Faölin il mio drago.
Non avrei mai immaginato però che io, Arya Dröttinigu, sarei diventata un Cavaliere dei Draghi.




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5° CLASSIFICATO
Nome: Francesca F.
Titolo: Un incontro fantastico
Nick su EI: franciXD


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Evelyn scoccò una freccia, che partì sibilando fendendo l’aria colma di umidità; si conficcò in un albero, mancando il bersaglio. Evelyn non reagì, fece un respiro profondo per calmarsi e riflettere sul da farsi; era importantissimo che cacciasse qualcosa quel giorno, altrimenti la sua famiglia sarebbe rimasta senza cibo fino a una nuova battuta di caccia. Il suo bersaglio, un cervo, insospettito dal fruscio provocato dalla freccia, alzò di scatto il muso da terra, guardandosi intorno e muovendo qualche passo incerto nella boscaglia. Evelyn lo vide allontanarsi lentamente e lo seguì cercando di fare il minor rumore possibile. Improvvisamente il cervo si fermò; era al di sopra di una rupe, sopraelevato rispetto alla posizione di Evelyn, e seminascosto da un fitto cespuglio. Sembrava impaurito, annusava l’aria e rimaneva fermo immobile, pietrificato. Adesso o mai più, pensò Evelyn. Scoccò veloce una freccia facendo scricchiolare l’arco. La freccia si mosse sibilando, dritta in direzione del cervo. All’improvviso, però, un potentissimo ruggito si levò dal bosco; Evelyn vide il cervo fuggire spaventato. Come aveva fatto a mancarlo? Era così vicino! Decise di aspettare nascosta dietro a un albero nel caso in cui il misterioso animale che aveva prodotto il ruggito si fosse fatto vivo. Per sicurezza, sfoderò la sua spada che, colpita da una raggio di sole, brillò nel bosco nebbioso. Nulla si mosse. Evelyn decise di avanzare lentamente, tenendo ben salda la spada in mano. Quello che vide la lasciò a bocca aperta. Un enorme drago blu era accovacciato in un avvallamento del bosco; accanto a lui, un ragazzo esaminava una freccia conficcata nella zampa anteriore sinistra dell’animale. Evelyn capì: aveva colpito lei il drago! Si chiese se per caso non stesse sognando. Sapeva che i draghi erano esistiti un tempo ma che ora erano estinti. Invece ora un drago era vivo e vegeto davanti a lei e lo aveva anche colpito! Si sentì terribilmente in colpa di averlo ferito, era una creatura così maestosa e bella, sembrava magico! Intanto il ragazzo si era chinato sulla zampa dell’animale, mormorando strane e incomprensibili parole; quando si rialzò la ferita non c’era più. Come aveva fatto? Era forse un mago? Evelyn fu rassicurata dal fatto che il drago non dovesse più soffrire per colpa sua. Vide il giovane montare in sella all’animale che, con un’incredibile eleganza, si alzò in volo muovendo sempre più velocemente le ali e spezzando diversi rami. Prendendo quota, fu illuminato dai raggi del sole e la sua pelle, di un blu incredibile, proiettò intorno mille riflessi e bagliori di luce che diffondevano tutt’attorno una sensazione di pace e serenità.
“Quell’animale è veramente magico”, pensò Evelyn affascinata.
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