-Saphira, vieni qui- disse in tono freddo il drago padre. Saphira ubbidì e continuo a farsi strada fra la folla dragonesca che lentamente si stava scostando per lasciarla passare.
Quella piccola grotta sudicia di muffa e ragni non le ispirava che squallore e non riusciva a credere di essere in una sala del trono.
I muri erano bagnati di umidità e dal soffitto imponenti ma pericolanti stalattiti siattorcigliavano fra loro in un modo indistinto tanto che alcune si confondevano con le altre. Ragnatele polverose caratterizzavano la maggior parte delle increspature della roccia e cumuli di polvere si trovavano dappertutto compreso il pavimento. La pietra grigia aveva assunto in alcuni punti dei colori strambi, incroci di colori sgargianti e freddi, che formavano il tipico colore militare sfumato, tutto ciò dovuto allo sfregamento delle squame sulle pareti. E proprio davanti a lei, ad una ventina di metri di distanza, si trovava il dragone padre, un terribile essere maligno e malefico che l'aveva ingannata e non aveva fatto altro che condurla verso il pericolo. Certo il suo carattere lasciava desiderare ma l'aspetto ancor più. Aveva infatti squame scolorite e opache, di un rosso spento e non possedeva i due arti anteriori, che aveva probabilmente perso durante una lotta, ipotizzò Saphira. Gli artigli delle zampe posteriori erano poco curate e una si era addirittura curvata all'in su, arrivando a misurare circa un metro. Le due immense ali erano rosate e terminavano con due spuntoni lunghi due metri che tutto sembravano a parte artigli. Insomma il suo aspetto non era un granchè e l'unica cosa ragguardevoli erano le fauci, caratterizzate da una chiostra di denti bianchissimi tutti da invidiare, che perlomeno aveva provveduto ad affilare. L'occhio pesto era pieno di mosche che vi ronzavano attorno ma l'occhio buono la osservava incamminarsi verso di lui fulminandola continuamente, come sperasse che dall'occhio sarebbero apparsi dei fulmini. Saphira non indietreggiò ma nei suoi occhi si vedeva un vivido terrore per ciò che l'avrebbe aspettata e cominciò a rallentare il passo.
Il dragone ringhiò spazientito -veloce!- Saphira velocizzò un po' il passo e arrivata a pochi metri dal re si arrestò.
-ebbene, miei sudditi oggi siamo qui riuniti per terminare la stirpe dei draghi dell'ordine dei cavalieri dei draghi perchè, come bene sappiamo il precedente drago padre, aenair, ha sbagliato e, per stabilire un contatto con gli umani, i quali gli ispiravano forza e potenza nonostante il fisico gracile, ha fatto con gli elfi un patto e ci ha uniti a loro. Per questo ogni dragonessa doveva dare almeno un uovo a covata agli umani, esseri impotenti e inutili, che li usavano per portare pace nel mondo, usufruendo solo della forza fisica caratteristica di questa specie. Ma tutto questo oggi finirà! Noi draghi torneremo indipendenti, perché non siamo animali da compagnia, noi draghi!- tutti i draghi ruggirono all'unisono ma ovviamente Saphira e Firnen si astenettero dal farlo ascoltando con incuria la voce rude del re. Saphira si voltò e il drago smeraldino la guardò negli occhi e Saphira nella sua iride gialla scorse paura, molta paura. "non sai quanta ne abbia anch'io" disse a se stessa rivoltandosi verso il re "chissà dove si trova ora il mio piccolo Eragon e chissà se mi sta vanamente cercando..." una lacrima solitaria rigò il viso della dragonessa che tentò di raggiungerla con un'ala per asciugarsela. Si rivoltò verso Firnen ed entrò nella sua mente che dopo una breve resistenza la lasciò entrare.
"Firnen, andrà tutto bene. Domani ci sveglieremo e tutto questo sarà finito.- Firnen si accostò a Saphira che fin ora le era stata davanti e le sussurrò all'orecchio
-grazie,Saphira. Io... Io... Io ti amo-
Concluse lui,sicuro dei suoi sentimenti.
Firnen non sapeva perchè le aveva detto una cosa del genere in una tale situazione. Forse perchè lei era bellissima, ma questo la caratterizzava sempre. Forse perchè lui sarebbe morto. O forse perchè quando si è in pericolo, si capiscono i veri valori.
Saphira lo osservò -anch'io, Firnen- poi tentò di sorridere ma ne uscì solo una smorfia strana. Firnen la guardò interrogativo, come se non avesse capito il suo gesto e poi disse -sul serio?-
Saphira incurante tornò a fissare negli occhi il dragone -ma secondo lui io mento e poi come...-d'un tratto si accorse che aveva uno sguardo cupo e spettrale, quasi non suo. -un secondo, ma tu...-
-...e noi oggi daremo fine alla vita di certi esseri.- i draghi esultarono ruggendo all'unisono ma i due draghi al centro della grotta ruggirono di rabbia. Saphira rientrò nella mente di Firnen -Firnen, guarda lo sguard...-
-Saphira! Non c'è tempo di parlare! Dobbiamo salvarci la pelle!-
Firnen finito il coro di ruggiti ruggì per conto suo per intimorire il drago padre e darsi un tono.
-voi non vivrete oltre quindi perchè combattere se tanto morirete?-
-Noi non moriremo!- dissero i due all'unisono, poi ruggirono come solo due compagni potevano fare e si scagliarono sul re. Due guardie spuntarono dai lati del giaciglio del re ma lui disse divertito
-No, fermi. Voglio vedere come sanno combattere e cosa avrebbero intenzione di farmi-
Un lieve ghigno apparve sul viso del re che divertito si stava mettendo comodo per la scena che lo aspettava.
-tu vedrai la morte!- ululò Firnen
Saphira gli lanciò un'occhiata interrogativa. Probabilmente anche lei pensava che loro avrebbero soccombuto a quel drago. poi un fievole sorriso apparve sulle labbra della dragonessa.
-una sola domanda mi vedo costretta a fare- si intromise Saphira -ma lei come osa farci questo?- disse Saphira in tono impertinente. -Se lei è davvero così buono con i suoi sudditi che cerca di fregare dandogli a bere che lei salverà la specie allora noi non siamo suoi "sudditi"?-
Sguardi interrogativi e domande impertinenti iniziarono a farsi strada fra la folla.
-Oh, Saphira! Sapevo che me l'avresti chiesto! Beh ti rigiro la domanda: Come osate tu e il tuo amico essere draghi dei cavalieri dei draghi? Rovinate la vita di noi draghi selvatici e date solo riscontri negativi per la nostra specie.-
La folla si zittì un secondo poi ricominciò a pensarla a scapito dei due draghi.
-Ma un attimo scusi- Firnen prese la parola-lei si è mai sentito parte di qualcosa, un tutt'uno con qualcuno, come un essere unico ma composto da due? Questo è il rapporto fra cavaliere e drago, quasi se non un rapporto più bello di quello amoroso, vero Saphira?-
-E ovvio!-
Il dragone che si aspettava una risposta negativa da parte della dragonessa rimase di stucco.
-C'è tu Firnen come osi dire alla tua compagna che è più importante una persona che lei per te? È inammissibile! È una vera vergogna per la nostra specie!-
Firnen rise sotto i baffi.
Saphira prese la parola, spegnendo repentinamente anche lei una risatina.
-Scusi la domanda impertinente ma lei, si è visto? Insomma ha tutte le unghie rotte e spezzate e una addirittura all'in su, le squame tutte scolorit...-
-Basta!!- la zittì il dragone. -altrimenti...-
Firnen sogghignò nuovamente.
-altrimenti cosa? Oddio adesso passa a i commenti intimidatori! Che paura!! Mi si rizzano le squame!-
La folla non faceva che ridere e ridere e ridere del drago padre che era diventato rosso dalla vergogna.
-Finalmente vedo delle squame di un rosso vivido sulle sue guancia, sire!-
Il dragone non c'è la faceva più e a quel punto aprì le fauci e addentò il collo di Firnen , che ululò di dolore. La ferita prese a sanguinare copiosamente e il re non aveva intenzione di lasciare la presa.
Saphira sussultò e ruggì con tutto il fiato che aveva in gola, si sarebbe battuta fino alla morte per salvare il suo amore e per uscire da quel posto e tornare dal suo piccolo Eragon.
Ahahah
