Dopo Inheritance

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Dopo Inheritance

da Valindur95 » 26 agosto 2012, 0:42

Attenzione:lo spoiler di inheritance ha deciso di tenderti degli agguati da qualche rigo più giù in poi quindi se non l'hai ancora letto scappa in qualche altra discussione.

Salve a tutti!!!Ho amato tutto il Ciclo dell'eredità di Paolini tranne il finale così mi è venuta la folle idea,specialmente dato come scrivo,di scrivere un ipotetico quinto libro(molto molto ipotetico) quindi se decidete di leggere preparatevi a vomitare perché non scrivo un granché
Prologo
Robert continuava a guardare il campo mentre lo stava arando, il giovane cercava di concentrarsi sull'aratro che lasciava il solco nel terreno, sperando che così facendo il lavoro sarebbe durato meno tempo, non che si ritenesse una persona pigra anzi gli piaceva lavorare ,il lavoro fisico aiutava a non pensare,ma quel giorno non vedeva l'ora di terminare il proprio lavoro perché il nonno si sarebbe dovuto recare in paese per comprare alcune cose e gli aveva promesso di portarlo con sé. Ormai i nonni erano l’unica famiglia che gli restava dopo che sua padre era morto di una malattia incurabile e sua madre era morta nel darlo alla luce. Robert viveva in una piccola fattoria insieme ai suoi nonni sin da quando era molto piccolo .La casa vera e propria, interamente in legno era caratterizzata dal tetto a spiovente costruito per evitare che il peso della neve invernale potesse danneggiare l’abitazione, la cucina era al pian terreno e al piano superiore c'erano le loro camere da letto. Le stalle ospitavano due vecchi cavalli, una mucca e un asino malconcio e si trovavano a nord dell’abitazione ,anch’esse in legno erano parzialmente interrate ma a differenza della casa le stalle erano su un solo piano e il soffitto era costruito con travi di larice su cui erano state fissate delle spesse tavole in legno. Il fienile, luogo in cui suo nonno lasciava essiccare il foraggio, a prima vista era molto simile alle stalle ma per il ragazzo quel luogo era speciale. Robert era nato proprio lì, nel fienile, sua madre non ce la fece a rientrare straziata com’era dal dolore del parto e per questo quel posto era speciale per lui perchè lì si era consumato il sacrificio di sua madre ,era il luogo in cui lei era morta per permettere a lui di vivere. Nel corso della sua vita aveva passato molto tempo nel fienile a fantasticare sulla madre che non aveva mai conosciuto e a ringraziarla per la vita, in un certo senso credeva che quel luogo in cui le loro vite si erano scambiate potesse collegarlo con lo spirito di sua madre . Dopo circa due ore di lavoro intenso Robert finì di arare i campi si avviò verso casa tutto sudato , in passato questo tipo di sforzo fisico lo lasciava con i muscoli indolenziti e doloranti ma ormai si era abituato .La sua famiglia non versava in grandi condizioni economiche ,il nonno non era più un giovincello e così anche la nonna ma cercavano di tirare avanti come tutti i contadini della zona e lui aiutava come poteva.Si stava avvicinando alla casa quando scorse la figura di un uomo,aveva i capelli e gli occhi castani,la pelle chiara ed era alto un po’più alto di lui, il viso era segnato da una vita di duro lavoro ma lo sguardo era ancora fiero e coraggioso. L’uomo era seduto su una sedia a dondolo e sembrava riposarsi sotto il bacio caldo del sole finché Robert non gli si avvicinò e gli rivolse la parola
-Buon giorno nonno, come stai?-
-Buon giorno nipote, come vuoi che stia? la vecchiaia mi tormenta, non riesco più a lavorare come dovrei…Ahhh Robert non invecchiare mai è un consiglio è come essere malato di una male che ogni giorno peggiora sempre di più, una malattia senza cura -
-Magari nonno potessi non invecchiare…ho appena finito di lavorare e sono terribilmente stanco -si lamentò il giovane
-Alla tua età io non ero mai stanco ,anzi non so cosa avrei dato per una vita in cui puoi lavorare senza essere disturbato. Io quand’ero giovane ho dovuto abbandonare terra e famiglia per andare in guerra, per combattere Galbatorix e liberare Alagesia ,per far vivere te e tuo padre prima di te in pace e tranquillità-
-Mi sarebbe piaciuto così tanto poter vivere ai tuoi tempi nonno, combattere come un vero cavalieri affianco a draghi, maghi e guerrieri di tutte le razze-
-Ah !come un vero cavaliere !non sai niente nipote ,i soldati in guerra venivano uccisi con una facilità impressionante ,si moriva senza neanche rendersene conto soltanto perché qualche mago aveva detto qualche parola ,la vita era orribile e non sapevi mai se il giorno dopo saresti stato vivo o no, moltissimi sono morti ed è grazie al loro sacrificio che siamo in pace da quasi vent'anni-rispose il nonno per poi assumere un espressione vacua come se quelle parole lo avessero portato in un luogo dimenticato nella sua mente in cui nessuno poteva accedere
-Io invece sarei stato un grande eroe, mi sarei conquistato il favore dei soldati e avrei imparato tutti i segreti dei grandi eroi e così il mio nome sarebbe stato cantato dai bardi per sempre come quello di Eragon Ammazzatiranni –Disse il giovane con aria sognante ma il nonno ormai non lo degnava più di attenzione alcuna perso nella nebbia dei ricordi com’era è borbottò un -si, si, certo...ora vai a prepararti-
Robert entrò in casa con un ghigno divertito sulla faccia pensando che il nonno un eroe lo era stato davvero, che aveva combattuto nell'esercito dei Varden della Regina Nasuada ,che aveva visto i draghi e gli elfi e conosciuto eroi leggendari poi smise di fantasticare e si avviò verso l'interno della casa. Prese una bacinella, un bastoncino, dei vestiti puliti, uno sgabello e si avviò sul retro della casa con l’intento di lavarsi lì.
Giunto sul retro della casa iniziò a spogliarsi finché i suoi occhi non caddero sull’acqua nella bacinella e vide la sua immagine riflessa. Aveva sedici anni, gli occhi verde chiaro come i germogli di un prato e i capelli castani come un fitto manto di foglie autunnali, rimase qualche attimo a contemplare la sua immagine riflessa e poi finì di spogliarsi .Una volta nudo iniziò a detergersi con l’acqua della bacinella e contemporaneamente con la punta del bastoncino grattava via il sudiciume dal suo corpo.
Finito di lavarsi indossò gli abiti puliti che aveva preso prima dalla casa e che prima di lavarsi aveva appoggiato sullo sgabello, per quell’occasione aveva scelto una camicia bianca e un paio di calzoni marroncini .Una volta uscito di casa trovò il nonno già pronto su di un vecchio carro di legno trainato da due cavalli: uno era un garrano marrone chiaro con la criniera di una tonalità di marrone più scuro e con alcune chiazze chiare vicino al muso e in prossimità delle zampe, l'altro era grigio con la criniera della stesso colore del mantello e con alcune chiazze scure vicino le zampe. Entrambi avevano l’aria smunta come se non mangiassero da qualche giorno. Robert notò che anche il nonno si era cambiato d’abito e che adesso indossava una camicia rossa e un paio di calzoni verdi,il ragazzo si avvicinò al carro del nonno e quest’ultimo si volse a guardarlo
-sei pronto?- gli chiese il nonno con un espressione infastidita
lui rispose con un grugnito di assenso e salì sul carro andandosi a sedere alla destra del nonno.
Dopo un ora circa arrivarono al villaggio, era uno spoglio raggruppamento di case in una zona poco conosciuta di Alagesia tra Teirm e la Valle Palancar ,anche se agli occhi del giovane quelle poche case raccolte intorno ad uno spiazzale erano una grande città. Entrati nel villaggio il nonno si diresse verso il mercato e Robert lo seguì osservando tutte quelle persone domandandosi spesso come doveva essere brutto vivere in una città come quella insieme a tante persone, poi mentre passeggiava vide una bella ragazza dagli occhi verdi e dai capelli scuri camminare nel senso opposto al suo e si disse che qualche vantaggio vivere in comunità lo portava. Continuando a camminare giunsero nella zona della città in cui si riunivano tutti i contadini per vendere le colture in eccesso, il ragazzo camminava in silenzio dietro il nonno quando ad un certo punto vide alcune angurie sollevarsi e muoversi da un punto ad un altro senza che nessuno le avesse toccate, appena finito il fenomeno sentì un grugnito di liberazione da una ragazza lì vicino che con aria molto soddisfatta guardava il suo trionfo .Robert era allibito e continuava a ripetersi che le angurie non camminavano e certamente non volavano ma allora cosa aveva visto ?si toccò la fronte certo di avere la febbre poi sentì la voce del nonno che avendo visto l’incredulità sul volto del nipote aveva deciso di chiarirgli la situazione
-ragazzo quella a cui hai appena assistito era una magia, è quella ragazza è una strega-
Si diede dello sciocco per non averci pensato subito e guardò meglio la ragazza, avrà avuto all'incirca vent’anni era alta quasi quanto lui con dei lunghi capelli biondi e gli occhi celesti, sicuramente una bella ragazza ma c’erano molte ragazze come lei in paese
-Quindi lei è una di quelle maghe che può uccidere solo parlando come le persone dei tuoi racconti?
-Si e no ,dalla morte di Galbatorix i maghi non sono più gli stessi, quando la regina Nasuada salì al potere fondò la corporazione dei maghi ovvero un organo che sovrintende tutti i tipi di magia, così adesso l'unica cosa a cui serve la magia è spostare angurie o al massimo zucche! I veri stregoni ormai sono solo gli Elfi-
-In che senso?-
-La corporazione ti fa giurare nella lingua degli elfi di non usare i tuoi poteri per ottenere alcun tipo di vantaggio sugli altri uomini senza un permesso speciale. Per questo dico che gli elfi sono gli unici veri stregoni, sono sempre stati migliori di noi e adesso a differenza di noi sono privi di vincoli -
-E se gli elfi ci attaccassero? E che succede se un mago si rifiutasse di giurare?
-Se gli elfi ci attaccassero credo che i maghi potrebbero essere dispensati momentaneamente dal giuramento con un permesso della regina. Un mago che si rifiuta di giurare viene arrestato e gli viene assegnato un membro della corporazione che ha il compito di scoprire il suo vero nome e così di costringerlo al giuramento-
-Mi sembra giusto, la nostra regina è molto saggia,ma tu come fai a sapere tutte queste cose?-
-Tutti le conoscono,gli emissari della corporazione spiegano a tutti quello che succede ai maghi che non giurano,sperano così di spaventare le persone e convincerle a giurare autonomamente.Adesso basta però,noi non siamo maghi e queste cose non ci riguardano,andiamo siamo quasi arrivati-
E così si avviarono verso un baracchino lì vicino presidiato da un losco uomo con un curioso turbante azzurro e uno strano sorriso sul volto.
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RE: Dopo Inheritance

da Murtagh4e » 26 agosto 2012, 8:31

l'inizio sembra molto interessante! :rolleyes:
le tue descrizioni sono semplicemente fenomenali! hai descritto la casa dove viveva alla perfezione, come anche le sue azioni sono raccontate molto minuziosamente! :laugh:

Aggiunto dopo 44 secondi:

aspetto il prox post per un commento moooolto più lungo :)
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RE: Dopo Inheritance

da Valindur95 » 26 agosto 2012, 19:58

Sono tornato per perpetuare il mio malefico crimine xD
Grazie Murtagh4e per il commento.
Ecco un altro capitolo anche se è un po' :bleeh:

Nasuada si era svegliata da poco ,indossava solo una leggera camicia da notte bianca che le copriva il torace e le arrivava fino alle ginocchia lasciandogli le braccia scoperte ,si trovava fuori dal terrazzo della sua camera poiché da lì si poteva ammirare tutta la città anzi no....tutta la sua città, Illirea,si perché quella era la sua città e l'aveva conquistata subendo le più atroci torture ,sacrificando il suo sangue e l'integrità della sua carne rinunciando alla sua felicità ,al desiderio di avere una famiglia...
Quando era al comando dei Varden diceva spesso che tutti i Varden erano la sua famiglia ma da quando era divenuta regina tutti i cittadini dell'impero era divenuti suoi parenti, non poteva certo aiutarli tutti, i poveri e i deboli esistevano sempre e non diventavano ricchi e nobili solo perché la regina lì considerava come parte della sua famiglia ,ma sin da quando aveva preso il comando dei Varden si era rassegnata al fatto di non poter aiutare tutti ,anche se lei era il capo.
Ma ora lei era lì, a guardare la capitale del suo regno che si svegliava. Illirea era una città maestosa che vantava costruzioni imponenti come il maestoso cancello, costruito al suo tempo da Galbatorix per permettere il passaggio di Shruikan, oppure le sei imponenti torri di malachite disposte ad arco testimoni dell’antico passato elfico della città ma su tutte queste opere svettava l’immenso costone di roccia posto sul lato meridionale della città, un immenso muro naturale alto quasi cinquecento piedi e lungo almeno un kilometro. Nasuada invece non prestava mai attenzione a quelle imponenti strutture, a lei piaceva guardare le piccole case dei cittadini dall'alto ,si concentrò su una di queste senza un motivo preciso ,non aveva la pretesa di distinguere i suoi abitanti da così lontano, nessuno ci sarebbe riuscito ,ma le piaceva immaginare che in quella casa ci vivesse una famiglia: un padre, una madre e qualche figlio.
Per qualche minuto fantasticò sulla vita familiare ,sul trovarsi tutti insieme la mattina per i pasti, sulle discussioni tra fratelli o i momenti madre-figlia, immaginò di vivere in una di quelle case e di avere ancora accanto a se suo padre e anche la madre che non aveva mai incontrato ,pensò a come sarebbe stato vivere così ,pensò a ciò non aveva mai avuto e non avrebbe mai avuto ma subito si riprese pensando che lei non rimpiangeva le sue scelte e che aveva tutto il possibile per essere felice con la parte che la vita gli aveva affidato e pensò a quelle persone che lei si era stranamente ritrovata ad invidiare e si chiese chi di loro avrebbe potuto fare quello che aveva fatto lei, unire le razze in un unico esercito, portare i Varden alla vittoria, divenire regina, chi di loro ?Chi? chi?
-Mia signora-Nasuada si girò verso la porta ,luogo da cui proveniva la voce
-Mia signora, posso entrare ?ho portato la colazione-riconobbe la voce di Farica e si affrettò a farla entrare felice di potersi distrarre un momento dai suoi pensieri anche per poco.
Consumò un rapido pasto composto da piatti piuttosto semplici ,principalmente una coppa di frutta e del latte, una volta terminato la sua fedele servitrice l'aiutò a vestirsi per la giornata incombente, scelse per quel giorno un lungo abito unico bianco di lino che arrivava fino ai piedi con una scollatura non troppo profonda ma evidenziata da un merletto dorato, una cintura rossa con la parte terminale dorata le cingeva i fianchi per poi scendere fino all’altezza del polpaccio e infine una soprabito azzurro di raso e infine la sfavillante corona donatagli dai nani vent’anni prima. Nasuada era alle prese con lacci e bottoni quando lo sguardo le cadde sopra le braccia e vide le cicatrici che le aveva lasciato la prova dei lunghi coltelli ,ormai non ci faceva quasi più caso poiché si era abituata alla presenza di quei segni ,i quali nonostante fossero passati tanti anni non accennavano ad andare via ma si erano solo schiariti fino a divenire bianchi .Ogni volta che vedeva quelle cicatrici si sentiva triste , poichè quel orrendo marchio che si era conquistata con grande dolore e che tutt’ora le deturpava le braccia era uno dei pochi ricordi che le ricordava un periodo della sua vita che ricordava felice ,si ritrovò a sentire nostalgia del periodo in cui combatteva Il Re nero, sentiva nostalgia dello stile di vita più semplice, degli amici che ormai vedeva di rado e poi gli tornò in mente Uru'bean ,la tortura e il dolore ormai non erano altro che un ricordo sbiadito ,l'unica cosa che gli rimaneva ormai era il periodo passato con lui ,i loro discorsi, la gioia che le dava vederlo entrare ,la gioia che aveva provato quando tra le visioni di Galbatorix aveva visto quella di loro insieme ,ma ormai quello era tutto ciò che le rimaneva ricordi e illusioni ,lui era andato via anni fa e lei non l'aveva più sentito.
Dopo qualche attimo iniziò a vergognarsi per essere stata così meschina, rimpiangere Galbatorix? tutte quelle morti e io le rimpiango solo perché allora potevo vederlo? devo essere impazzita si disse tra se, solo allora si accorse che Farica aveva terminato di vestirla e la guardava con sguardo attonito ,Nasuada balbettò un ringraziamento e uscì dalla camera.
Erano due ore che teneva corte ascoltando le lamentele dei cittadini che avevano bisogno di lei per dirimere le loro dispute ,queste sedute erano di una noia mortale e le lasciavano sempre un senso di incompletezza poiché doveva sempre scontentare qualcuno ma in quei momenti si ricordava le parole di suo padre :un buon compromesso lascia entrambe le parti insoddisfatte e continuava, in più questi momenti la facevano sentire più vicina ai problemi del suo popolo . In quel momento stava ascoltando un uomo che si era annunciato come capo della Gilda degli allevatori, era un uomo bassino con un barba folta, grassottello, certamente non proprio un bel vedere, Nasuada lo osservava con sguardo incerto mentre si lamentava del fatto che qualche misteriosa organizzazione stesse vendendo animali da macello a basso costo rovinando quindi i loro affari, dopo vari tentativi riuscì a convincerlo che il regno non poteva prestar loro aiuto in questo genere di cose e quindi congedato l'uomo si affrettò a chiudere le udienze .Nasuada stava per alzarsi dal trono con l’intento di ritirarsi nelle sue stanze quando Jormundur le chiese di parlarle in privato e lei acconsentì di ascoltarlo e diede l'ordine di liberare la sala del trono, mentre le guardie liberavano la sala il suo sguardo si concentrò sul il suo generale e consigliere , il tempo aveva fatto il suo corso sull'uomo già non troppi giovane ai tempi della caduta di Galbatorix, ma lei era sicura che fosse ancora di gran lunga più bravo di qualsiasi giovane emergente e comunque lui ,con grande felicità di Nasuada ,non aveva mai chiesto il pensionamento. Una volta riamasti soli Nasuada chiese-cosa succede Jormundur?-
-mia signora ,mi premeva riprovare a dissuaderti dall'intenzione di compiere il viaggio che ti accingi ad intraprendere-disse il vecchio generale con un tono così diverso dal solito che Nasuada iniziò a pensare che aveva preparato quel discorso per lungo tempo
-Non essere apprensivo ,questo viaggio è necessario ,è importante che il popolo sappia che la loro regina non ha dimenticato tutto ciò che è fuori la capitale in più tra poco ad Ellesmera ci sarà il ventennale della caduta di Galbatorix, è una festa molto importante a cui non posso mancare -
-ma mia signora ,il percorso che hai scelto ti terrà occupata per quasi tre mesi solo per il viaggio di andata e probabilmente necessiterai del medesimo tempo anche per il ritorno ,e in quel periodo il trono non potrà reagire con tempismo in caso di emergenza ,in più non conosciamo le insidie che potreste trovare sul percorso, non si potrebbe organizzare il ventennale qui ad Illirea?mi sembrerebbe più giusto in fondo Galbatorix è morto qui ,cosa c’entra Ellesmera?-disse lui preoccupato
-invece è giusto che ogni volta la festa si tenga in una città diversa tra quelle che si opposero a Galbatorix e comunque non temere sono vent'anni che non succede un emergenza e io sono stanca di stare qui ho bisogno di un viaggio-ribatté lei
Si alzò dallo scanno di pietra che le fungeva da trono e si avvicinò ad una grande mappa di Alagesia che fungeva da paramento per la parete e disse:
-Partirò domani ,in venti giorni circa raggiungerò Gil'ead,mi tratterò qualche giorno e da lì In una quindicina di giorni raggiungerò Caravall,in cinque saremo a Ceunon e in dieci a Osilon e infine in venti giorni saremo a Ellesmera, la mia presenza lì rinsalderà la nostra posizione nei confronti degli elfi e contemporaneamente fermandomi lungo il tragitto aumenterò la fiducia del popolo verso di me-
-Mia regina, te lo chiedo ancora sei sicura ?I nani continuano ad avvisarci di strani movimenti vicino al confine, a Gafni i nani assicurano di aver visto gruppi armati percorrere il confine-
-non è certo la prima volta che ci arrivano rapporti come questi ,in più mi sembra che quella sia una zona soggetto ad un alto tasso di criminalità ,i nani non pensano possa trattarsi di gruppi di banditi erranti?-
-non so cosa risponderle mia signora ,ma ho come la sensazione che tra non molto potremmo trovarci di fronte a qualche difficoltà-
-Non è la prima volta che mi dici questo ,e comunque ormai ho deciso il viaggio si farà e no recederò ,non temere Jormundur se ci sarà qualche pericolo i cavalieri ci aiuteranno ,Zhav e Untl non ti fanno sentire abbastanza al sicuro?- scherzó Nasuada
-mi fido molto dei nuovi cavalieri ,mia signora ,ma solo Zhav è in servizio mia signora, Igtrad si è recato nel suo villaggio natio per motivi personali quindi è fuori dal suo territorio in più nani sono ancora privi di protezione-
-Ora basta !non c'è nulla di cui preoccuparsi ,se hai qualcos'altro da riferirmi parla ora altrimenti l'udienza è conclusa-disse lei infastidita, ne aveva avuto decisamente troppo di quella discussione e il disfattismo del generale non le piaceva per niente
-no maestà, questo è tutto, chiedo il permesso di congedarmi-si arrese Jormundur
-Concesso-
Così Jormundur uscì dalla sala consapevole di non essere riuscito convincerla ,dopo poco anche lei si avviò verso l'uscita. Nasuada si stava guadagnando la porta quando si ritrovò a pensare alle parole del generale, Zhav era ad Illirea quindi anche se Untl avesse deciso di trattenersi più tempo dai suoi simili la città era al sicuro da qualsiasi pericolo .
Erano trascorsi vent’anni dalla partenza di Eragon, dalla rinascita dell’ordine, ma in tutto questo tempo Alagaesia aveva guadagnato ben pochi cavalieri, dopo le uova che erano state lasciate per i nani e gli Urgali ne erano arrivate altre due, rispettivamente per gli uomini e gli elfi, si era deciso che ogni razza avesse un solo uovo e che solo una volta schiuso quello ne avrebbero avuto un altro, le uova si scambiavano tra loro ogni 2 anni. Si era deciso di dividere Alagaesia in quattro parti e che ognuna fosse assegnata ad un Cavaliere come luogo da sorvegliare. Il primo uovo si era schiuso dopo dieci lunghi anni davanti ad un elfo di nome Zhav che aveva chiamato il cucciolo Hìrador , il cavaliere dopo aver ricevuto la prima parte dell’addestramento da Arya per un anno si era recato da Eragon e dopo tre anni era tornato e da allora vigilava sulla zona Nord-Ovest di Alagaesia quindi anche su una parte del suo regno ed era per questo che Zhav viveva ad Illirea. il secondo uovo si era schiuso davanti ad un Kull di nome Untl, due anni dopo che si era schiuso l’uovo di Hìrador, questo aveva chiamato la dragonesse Miremel e insieme vigilavano sulla zona a Sud-Ovest quindi sul Surda e sulla parte restante del suo regno non protetta da Zhav.Il terzo uovo si era schiuso per una ragazza di nome Eliatris e ora lei e il suo drago Arbo si trovavano da Eragon per terminare l’addestramento e quando sarebbero tornati avrebbero vigilato la zona a Sud-Est quindi il Farthen Dur e i nani. L’ultimo uovo si era schiuso l’anno scorso per gli uomini davanti ad un ragazzo di nome Mier e lui e il suo drago Irego a breve si sarebbero recati da Eragon ma poiché la zona Nord-Est di Alagaesia era affidata ad Arya al loro ritorno si sarebbero dovuti inventare qualcos’altro . Purtroppo, questa disparità di potere aveva indispettito i nani che chiedevano perché il loro uovo non si schiudesse, aveva sentito dire addirittura che l’uovo in possesso dei nani fosse falso e che gli uomini e gli elfi avessero nascosto di comune accordo il vero uovo che spettava ai nani per paura di un cavaliere knurla, fortunatamente Orik si era subito affrettato a smentire tutto ma la situazione era preoccupante .Nasuada aveva anche provato a parlarne con Eragon ma ogni volta che aveva divinato la città dei cavalieri si era ritrovato a parlare con un elfo che le rispondeva che Eragon era impegnato e che non sapeva quale fosse il motivo per la quale l’uovo non si schiudeva per i nani e che l’unica soluzione era la pazienza, forse era anche per quello che voleva fare quel viaggio ,andare ad Ellesmera per parlarne con Arya e prima passare per Carvahall e rivedere Roran, era tanto che non lo vedeva ,lui le ricordava Murtagh, insomma erano cugini più o meno, ed era l’unico parente di lui raggiungibile, voleva vedere Roran nella speranza di cogliere in lui qualcosa del suo Murtagh. Alla fine si accorse di essere arrivata vicino alla porta e decise che non aveva senso continuare a tormentarsi con il suo ricordo e varcò la porta della sala desiderosa di recarsi nelle sue stanze per godere del meritato riposo.
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RE: Dopo Inheritance

da Murtagh4e » 26 agosto 2012, 22:01

Allora... k dire? :sleep:


No, dai, scherzo! ce n'è da dire k ti addormenterai prima di finire di leggere il commento!
1) ti faccio di nuovo i complimenti per la tua... uhm... perseveranza (possimao definirla così??) nel descrivere così minuziosamente tutto ciò che circonda il personaggio principale del post (nn è il protagonista xk a quanto pare è quel ragazzo, quello k è andato con il nonno a Teirm o nn so dv...)!
2) l'idea di alternare già dal secondo post due storie che (boh?) forse s'incontreranno è sempre (nn dico originale xk nn è la prima volta k la vedo) fresca... [intesa come nuova] Bravo, mi è piaciuta!
3) devo farti una piccola critica che, ahimè, devo prorpio farti notare...
ho visto k scrivi così alcune volte:
Non essere apprensivo ,questo viaggio è necessario ,è importante che il popolo sappia che la loro regina non ha dimenticato tutto ciò che è fuori la capitale in più tra poco ad Ellesmera ci sarà il... [ecc...]

spero k sia soltanto un errore di battitura dato dalla velocità con cui digiti sulla tastiera...
sarebbe meglio mettere la virgola attaccata all'ultima parola poi lo spazio e quella successiva... nn èun errore grave, ma è stilisticamente migliore... :D
4)
Partirò domani ,in venti giorni circa raggiungerò Gil'ead,mi tratterò qualche giorno e da lì In una quindicina di giorni raggiungerò Caravall,in cinque saremo a Ceunon e in dieci a Osilon e infine in venti giorni saremo a Ellesmera, la mia presenza lì rinsalderà la nostra posizione nei confronti degli elfi e contemporaneamente fermandomi lungo il tragitto aumenterò la fiducia del popolo verso di me-

una domanda:
Spoiler:
ma nasuada vuole partire per ritrovare murtagh o solo x la cerimonia??? :sospettoso:

5)
tutte quelle morti e io le rimpiango solo perché allora potevo vederlo? devo essere impazzita si disse tra se, solo allora si accorse che Farica aveva terminato di vestirla e la guardava con sguardo attonito ,Nasuada balbettò un ringraziamento e uscì dalla camera.

allora... diamo una sistemata a questa frase... nn dal punto di vista grammaticale, ma da quello visivo... dunque... mi è parso di capire k fosse Nasuada a pensare così, quindi dovresti mettere i pensieri in corsivo...
Spoiler:
selezionando la frase e poi cliccando la i tra i tre quadratini in alto :laugh:

poi, dopo aver fatto questo metti una virgola dopo il pensiero... così risulta più chiaro... ;)
6) - e forse ultimo -
In quel momento stava ascoltando un uomo che si era annunciato come capo della Gilda degli allevatori, era un uomo bassino con un barba folta, grassottello, certamente non proprio un bel vedere, Nasuada lo osservava con [...]

allora... io cambierei quel "bassino" con "non molto alto" e quel "grassottello" con "un uomo in carne" :cool: sono più gentili così :)

bene... ora k ho finito e k mi fanno male le dita (no, scherzo :laugh: ) smetto di romperti le pelotas ( :rolleyes: ) e la finisco qui...

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RE: Dopo Inheritance

da Giada98 » 26 agosto 2012, 22:30

ok... seconda fan in arrivo! :rolleyes: già ti avverto in anticipo k nn farò dei commentoni lunghi dei kilometri cm ti ha appena fatto Murtagh4e o cm fanno altri in giro nel forum (k ti auguro per te k vengano a leggere la tua ff)... :rolleyes: io normalmente nn sn di poche parole ma i commenti mi vengono assai scarni... insomma, nn so cm dire per aiutare la gente a migliorare senza intaccare la loro sensibilità... u.u mannaggia a me... u.u
quindi... bei capitoli... il primo era il migliore in assoluto... XD il secondo era un po' pesante riguardo alle descrizioni (evviva la sincerità! spero k tu nn ti sia offeso o messo a piangere... sappi k nn sono un'insensibile...) posta presto e... boh?... POSTA! :laugh:
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Re: RE: Dopo Inheritance

da Murtagh4e » 26 agosto 2012, 22:36

Giada98 ha scritto:ok... seconda fan in arrivo! :rolleyes: già ti avverto in anticipo k non farò dei commentoni lunghi dei kilometri cm ti ha appena fatto Murtagh4e o cm fanno altri in giro nel forum (k ti auguro per te k vengano a leggere la tua ff)... :rolleyes: io normalmente non sn di poche parole ma i commenti mi vengono assai scarni... insomma, non so cm dire per aiutare la gente a migliorare senza intaccare la loro sensibilità... u.u mannaggia a me... u.u
quindi... bei capitoli... il primo era il migliore in assoluto... XD il secondo era un po' pesante riguardo alle descrizioni (evviva la sincerità! spero k tu non ti sia offeso o messo a piangere... sappi k non sono un'insensibile...) posta presto e... boh?... POSTA! :laugh:

:ehehe: potevi essere più gentile, sai... ma la gentilezza nn è il tuo forte... :ehehe:
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RE: Dopo Inheritance

da Valindur95 » 27 agosto 2012, 0:55

Grazie Murtagh4e e Giada98 per i commenti,
allora Murtagh4e che dire commento fantastico xD per cercare di rispondere:
mi dispiace avervi illuso ma ecco...il primo post non ha nessun valore effettivo,Robert non è nè un protagonista nè un personaggio che riprenderò.
il fatto è che dovevo dare un idea di continuità e spiegare quanti anni erano passati e che cosa era successo in quei vent'anni di intermezzo tra inheritance e la mia FF e mi sembrava brutto descrivere ciò che era successo in due righe sopra il primo post così ho creato un personaggio che parlasse per me,l'unico scopo di Robert era localizzare tempo,luogo e avvenimenti...nient'altro non so se mi spiego.
quanto al protagonista be...non ne ho uno in particolare...pensavo di mostrare in ogni capitolo gli avvenimenti visti con gli occhi di un personaggio diverso in modo che la FF risultasse meno prevedibile anche se non vorrei farne una regola fissa.
Nasuada parte per vari motivi ma principalmente per la cerimonia,per quanto riguarda il ritrovare Murtagh no perchè tranne quei due che si trovano ad Alagaesia e Arya nessun'altro Cavaliere parteciperà, diciamo che Murtagh viene fuori un po'così...hai presente quando non hai niente da fare o ti annoi e ti vengono in mente pensieri e ricordi a ruota libera? bè così io ho pensato di mettergli in testa Murtagh aggrappandomi un po'anche al fatto che Roran è suo cugino ecc....
Comunque non ti permettere di dire che rompi xD mi piacciono molto i commenti perchè mi aiutano molto poi quando sono così...bè così non posso che dirti grazie
Giada98
già un commento mi rende felice,se non ti viene molto lungo non importa,quando ho letto la parte iniziale del post mi ero relativamente spventato xD ero tutto un chissà mò che offese tremende mi lancierà e poi...
non ti preoccupare di offendere la mia sensibilità,io scrivo perchè mi piace anche se so che non sono un granchè detto questo vediamo:
dicendo che il primo capitolo è il migliore mi hai preso un po' in contropiede poichè come ho spiegato sopra era una cosa tanto per localizzare la FF,francamente devo ammettere che però è possibile che sia venuto meglio del secondo perchè, a differenza di Nasuada, il narratore,i luoghi ecc...nel primo capitolo erano miei e quindi era più facile...
quanto al fatto che la parte descrittiva nel secondo era pesante forse hai ragione,mi sono lasciato prendere la mano....c'erano tante cose da spiegare... la prossima volta farò meglio :)
penso di postare domani,ho già pronto il capitolo devo solo dargli un aggiustatina...
Grazie ancora per i commenti :)
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RE: Dopo Inheritance

da Murtagh4e » 27 agosto 2012, 9:07

Valindur95 ha scritto:Grazie Murtagh4e e Giada98 per i commenti,
allora Murtagh4e che dire commento fantastico xD per cercare di rispondere:
mi dispiace avervi illuso ma ecco...il primo post non ha nessun valore effettivo,Robert non è nè un protagonista nè un personaggio che riprenderò.
il fatto è che dovevo dare un idea di continuità e spiegare quanti anni erano passati e che cosa era successo in quei vent'anni di intermezzo tra inheritance e la mia FF e mi sembrava brutto descrivere ciò che era successo in due righe sopra il primo post così ho creato un personaggio che parlasse per me,l'unico scopo di Robert era localizzare tempo,luogo e avvenimenti...nient'altro non so se mi spiego.

ok... andiamo x step... devo confessarti k mi ero davvero illusa k questo robert fosse il protagonista... insomma, il primo post lo fai finire k sembra k debba iniziare una storia o almeno k ne scriverai un altro... l'idea di inventare un personaggio solo x indicare luogo, data e contesto è davvero originale! nn ci avevo mai pensato... :D
quanto al protagonista be...non ne ho uno in particolare...pensavo di mostrare in ogni capitolo gli avvenimenti visti con gli occhi di un personaggio diverso in modo che la FF risultasse meno prevedibile anche se non vorrei farne una regola fissa.

eccellente! (cm mi sento vecchia ad usare questa parola! -_- ) devo dire che è una geniata! così renderai la ff più movimentata anche nei capitoli "statici" :rolleyes:
Nasuada parte per vari motivi ma principalmente per la cerimonia,per quanto riguarda il ritrovare Murtagh no perchè tranne quei due che si trovano ad Alagaesia e Arya nessun'altro Cavaliere parteciperà, diciamo che Murtagh viene fuori un po'così...hai presente quando non hai niente da fare o ti annoi e ti vengono in mente pensieri e ricordi a ruota libera? bè così io ho pensato di mettergli in testa Murtagh aggrappandomi un po'anche al fatto che Roran è suo cugino ecc....

domanda: Roran non dovrebbe essere invecchiato??? :blink: non sarà mica il nonno, vero?!?
Comunque non ti permettere di dire che rompi xD mi piacciono molto i commenti perchè mi aiutano molto poi quando sono così...bè così non posso che dirti grazie

De nada! (di niente)... smetterò di dire k rompo, ok? :P

Aggiunto dopo 2 minuti:

Oh, giusto! mi stavo dimenticando *me si stringerebbe la mano da sola* !!!!!!!
una cosa k in questo forum nn può mancare è: POSTAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!! :laugh:
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RE: Dopo Inheritance

da Valindur95 » 28 agosto 2012, 3:11

Anticipo che questo capitolo probabilmente è il peggiore dei tre( non che gli altri fossero granchè) ma questo mi è venuto veramente maluccio....il prossimo sarà migliore
Ursivar si erigeva in tutta la sua imponenza su un'altura ,era circondata maggiormente da terreni incolti e qualche fattoria per poi giungere alle mura .Le mura d'oro di Ursivar, dette così per il colore giallo dei mattoni dai cui erano composte. Queste erano considerate inespugnabili poichè da quando erano state edificate mai nessuno aveva espugnato la città.
Ursivar era la capitale di Tarador ,il regno degli uomini. Questo viveva in pace da molto tempo ma non era sempre stato così. Tarador confinava a Sud con le desolate terre degli Orchi ,a Ovest con i Monti Asperg ,a nord con il freddo regno di Rostov, patria dei selvaggi Troll, a Est con le zone paludose di Instead patria degli astuti Gnomi .Proprio quest'ultimi più di duecento anni prima avevano dichiarato guerra agli uomini supportati dai Troll con i quali contavano di dividersi Tarador.
La guerra era stato un bagno di sangue, la forza selvaggia dei Troll unità alla furbizia e alle abilità di armaioli degli Gnomi aveva messo sin da subito in difficoltà gli uomini che nonostante fossero più numerosi sembravano sopraffatti dalla forza dell'alleanza di queste due razze .Gli uomini avevano iniziato a perdere ben presto terreno ,la cavalleria umana poco poteva contro la grande fanteria Troll che per la prima volta nella storia era stata organizzata come un vero e proprio esercito e non più come un orda. Nonostante l’aiuto del Circolo ,un potente ordine di uomini che cavalcavano tremende chimere alate, le legioni umane vennero spazzate via .Ma quando le speranze degli uomini sembravano essersi esaurite poiché i nemici erano poco distanti da Ursivar accadde qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato. Un gruppo di stregoni, i più forti del loro tempo ,diede vita ad uno dei più potenti incantesimi di sempre. Piegarono gli spiriti al proprio volere e in cambio delle loro vite riuscirono a convogliare la forza di questi in sei anelli .Gli anelli furono donati a i condottieri più forti del tempo ,i Paladini .Questi accessori donavano a chi li possedeva la forza e la velocità degli spettri senza essere soggiogati dagli spiriti .Grazie a questo potere gli uomini ribaltarono le sorti della guerra, sbaragliarono le truppe nemiche nella battaglia finale a Ursivar e scacciarono i nemici nelle proprie terre. Nel giro di poco tempo gli uomini, forti dei poteri degli anelli, organizzarono una campagna di conquista e, grazie all'aiuto dei Cavalieri, invasero sia Rostov che Instead e instaurarono un forte regime sui due impero .Le battaglie erano dure ,il potere degli uomini grande e la disfatta nel conquistare Tarador incrinò i rapporti tra i Troll e gli Gnomi ,fu così che gli uomini presero il potere .Piegarono i due governi uno dopo l'altro ,i re di quelle terre divennero vassalli del re degli uomini e le loro terre divennero sottoposte al dominio del re sancendo la superiorità dell'uomo su le altre due razze .I Paladini tennero gli anelli e decisero che l'anello di ognuno di loro fosse tramandato al suo successore. Dopo la guerra il Re, spaventato dal potere degli anelli si rese conto di non poter gestire un regno in cui i tutti i sudditi possono usare la magia e così cercó un modo per imbrigliarla.
Così nacque l'Accademia di Magia. Questa si occupava di addestrare i giovani maghi ma a patto che giurassero nell'antica lingua fedeltà al Regno e che accettassero di essere schedati. Se veniva sorpreso un mago non schedato questo veniva imprigionato e giustiziato, senza fare esclusione di donne e bambini .Il regno ormai era in pace da quasi duecento anni.
Il Sole tramontava già su Ursivar ,e le sue ombre sfioravano già la terra incolta che la circondava ,quando Rind si avviò verso la strada principale della città, quella che portava alla cittadella .La strada serpeggiava tra le case della città bassa inoltrandosi tra i vari architravi che la sommo traviano.
Rind osservava la strada fin troppo familiare mentre avanzava sicuro ,la corazza indosso, la spada sul fianco .La faccia leggermente allungata ,i tratti spigolosi gli davano un'espressione imponente forse tradita solo dagli occhi, di un colore blu chiaro che ricordava un mare calmo in mattinata, che tradivano l'ardore e l'emozione di una persona dei suoi anni .Era giovane ,ventidue anni appena ,capelli castani ,lisci, spettinati, sopracciglia folte. La corazza che copriva il suo corpo asciutto ed allenato recava il simbolo di una rosa bianca su un campo blu ,il simbolo di un Cavaliere. Rind aveva iniziato il suo addestramento a sei anni. Per quattro anni aveva frequentato l'accademia dei cavalieri, per altri sei aveva prestato servizio sotto un altro cavaliere come apprendista ed era da sei anni che aveva assunto il suo ruolo.
Ora il giovane Cavaliere si stava recando a Palazzo per parlare con Galvon, suo caro amico d'infanzia, da poco diventato Re di Tarador dopo la tragica morte di suo padre a causa di una malattia incurabile. Dopo qualche minuto Rind era sul punto di lasciare la città Alta, sede delle case della media borghesia ,quando fu fermato da due guardie della cittadella.
-chi sei cavaliere? E perché ti rechi alla cittadella? La sede del tuo Ordine si trova nella città Alta, ti sei forse perso?-disse la guardia pronunciando l'ultima frase con tono beffardo forse per intimorire lo sconosciuto
-Il mio nome è Rind figlio di Paradon,sono qui perché ho un udienza con sua maestà Re Galvon fissata per questa mattina-
La guardia lanció uno sguardo sorpreso al cavaliere e rispose con un tono molto meno beffardo e assai più deferente
-Perdonatemi mio signore non vi aveva riconosciuto, il re ci ha detto di dirvi che vi aspetta nella sala Tattica a Palazzo.-
Nella sala tattica venivano preparate le campagne militari e il fatto che Galvon volesse riceverlo lì non era un buon segno, pensò Rind.
Il cavaliere si affrettò a percorrere le tortuose strade della cittadella di Ursivar fino a giungere a Palazzo e superate le guardie poste all’entrata si inoltrò nella Reggia.
La sede Reale era una costruzione che ostentava tutta la ricchezza e lo sfarzo della razza degli uomini. Il Palazzo era tremendamente alto, costruito con spessi mattoni che poi erano stati affrescati con un tenue colore azzurro cielo, le pareti recavano a volte dei mosaici o dei bassorilievi che raffiguravano immagini sconosciute al giovane, le sue volte a Crociera terminavano con una copertura esterna d'oro ,i vetri delle finestre erano i più raffinati del regno ed erano di varie sfumature, le grandi porte di bronzo erano coperte da bassorilievi della storia di Tarador, in pratica lì tutto era sfarzo .Una volta entrato a Palazzo Rind si recò a testa bassa verso la sala tattica senza degnare nessuno di uno sguardo ,una volta fattosi annunciare il giovane si apprestò ad entrare nella sala ,al cospetto del suo re.
Galvon era poco più grande di Rind, un ragazzo giovane, troppo giovane per essere Re secondo Rind .Il cavaliere e il re si conoscevano sin da bambini ,i loro padri erano amici tra loro da tanti anni. Paradon era stato un Paladino e spesso si recava a Palazzo per i suoi rapporti e nel corso degli anni divennero prima conoscenti e poi amici. Alla nascita di Rind i loro rispettivi genitori li fecero crescere insieme e fino a quando Rind non terminò gli studi all'accademia lui e Galvon furono come fratelli .Ormai il padre di Rind era stato destituito poiché aveva superato l'età massima per essere Paladino ,quarant'anni, ma di lui nell'ordine era rimasto un ottimo ricordo.
Mentre entrava nella sala Rind scorse il giovane monarca vicino ad una parete adornata con un arazzo che sembrava una mappa delle terre conosciute, della cui maggioranza era il padrone.
Galvon era un ragazzo magro, con un fisico asciutto ma molto alto, quasi due metri. I capelli biondi pettinati verso sinistra ,gli occhi di un verde unico ,la bocca sottile i tratti del viso dolci e la carnagione chiara facevano di lui un ragazzo di straordinaria bellezza.
-Rind, amico mio è così bello rivederti-disse il re mentre si avviava verso il cavaliere
-sua maestà il piacere è mio-disse il cavaliere inginocchiandosi
-alzati, non è necessario che ti inginocchi a me siamo cresciuti insieme ,pensavo di avertelo già detto, dammi del tu-disse il re notevolmente infastidito dal tono deferente dell'amico
-si è vero me lo dici sempre ma non riesco a dimenticare che sei il mio re, comunque perché mi hai convocato?-chiese Rind dopo essersi messo a suo agio
-ho delle importanti informazioni da darti, quindi ascoltami bene-disse Galvon
Rind più curioso che mai guardò il suo amico in modo interrogativo e si preparò ad ascoltare le frasi del giovane regnante
-Non so se ti è giunta voce che ieri sera Croll è morto-disse il re con tristezza
Rind sulle prime non sapeva cosa dire. Conosceva Croll solo di fama ,era un Paladino famoso per la sua forza brutale e per le sue abilità di guerriero ma non poteva dire di conoscerlo poichè non gli aveva mai parlato quando era all'accademia ma solo intravisto .Comunque la morte di un Paladino era sempre una terribile sciagura per il regno e così Rind si fece forza e riuscì a replicare
-è una terribile disgrazia...come è accaduto?-
-erano vari giorni che era costretto a letto da una misteriosa malattia, i nostri guaritori hanno provato di tutto ma...stanotte ha esalato l'ultimo respiro-disse il re in modo triste e per qualche secondo scese uno strano silenzio poi Galvon continuò
-ma anche se la sua scomparsa ci strazia il cuore Tarador ha bisogno di un sostituto e per questo che ti ho fatto chiamare Rind gli altri Paladini hanno scelto te per raccogliere l'eredità di Croll in quanto sei il più promettente tra i cavalieri, complimenti Paladino Rind-
Rind rimase allibito, divenire Paladino era il suo sogno sin da quando aveva iniziato l’addestramento. Finalmente dopo anni e anni di duro lavoro e sacrifici stava per diventare Paladino come suo padre, certo l'anello di Croll non era lo stesso che aveva avuto suo padre ma questo non era molto importante per lui. Rind strinse Galvon in un caloroso abbraccio, era al settimo cielo per quella notizia e non vedeva l'ora di dirlo alla sua famiglia, avrebbe organizzato una grande festa per commemorare questo evento e avrebbe invitato tutta l'accademia .Ma appena il giovane cavaliere si staccò dall'amico questo continuò
-c'è anche un'altra questione ,molto più importante anche se non altrettanto felice-disse il re
Rind tornato con i piedi per terra chiese spiegazioni al monarca il quale gli disse che il discorso era lungo e l'invitò a sedersi. La sala Tattica era una sala quadrangolare abbastanza spartana ,le pareti erano ricoperte di arazzi che raffiguravano mappe delle terre conosciute, al centro della sala c'era un grande tavolo di pietra rettangolare non molto largo ma molto lungo, sul lato corto c'era una sedia di legno molto più grande delle altre pitturata di giallo e coperta di cuscini rosso scarlatto mentre sui lati lunghi vi erano numerose sedie semplici .Da ciò Rind capì che quel tavolo doveva essere utilizzato per il consigli di guerra e che le sedie erano fatte in quel modo per dare il segnale ai vassalli del re che essi erano tutti ugualmente inferiori in confronto alla magnificenza del Sovrano .Si sedettero entrambi su due sedie di legno qualsiasi e iniziarono la conversazione
-Sai la storia della nostra razza in queste terre?-chiese il re
Rind si limitò a negare scuotendo la testa lasciando proseguire Galvon
-Devi sapere che noi non siamo originari di Tarador né di nessun'altra terra a noi confinante.
I nostri avi giunsero fin qui con delle navi da un continente di cui nessuno ormai sa più nulla .Gli antichi scritti parlano di una terra ricca e prospera in cui l'unica razza era la nostra ,ma anche se questa terra sembrava un paradiso il re di quella terra voleva ampliare i suoi possedimenti e quando scoprì questa terra istituì una spedizione per insediarla.
La spedizione fu affidata a Ursivar uno degli uomini di fiducia del re, che una volta approdò nel territorio che ora è degli orchi e si diresse a nord in cerca di territori meno ostili. Ursivar molto peregrinare giunse qui e decise di insediarvisi fondando la città in cui ci troviamo adesso e che si chiama così proprio in suo onore .Dopo qualche tempo però nel continente degli Avi scoppiò una tremenda guerra civile che portò alla la morte del re. Fu allora che Ursivar tagliò i legami con la madrepatria sottomise la Colonia e si proclamò Re fondando contemporaneamente Tarador ,dando così inizio alla mia casata .Molti anni fa però i saggi scoprirono degli antichi scritti di Ursivar in cui era celata una notizia incredibile ,un'altra spedizione partì in segreto poco dopo quella di Ursivar ,una gemella di quella che ha dato origine al nostro regno, questa si andó ad insediare poco più ad Ovest di noi. Per anni i re del passato non poterono fare nulla di questa informazione ,i monti Asperg erano invalicabili e gli orchi ci impediscono di giungere al mare e quindi anche se ci fosse stato qualcosa a Ovest non avrebbe fatto alcuna differenza per noi.
Tanti anni fa peró, sotto il regno di mio padre fu scoperto un valico tra le terre inesplorate, il passo di Dem, attraverso il quale superare gli Asperg. Ciò che si trovarono di fronte fu magnifico ,una terra immensa, tante razze sconosciute che la popolavano e tra queste anche dei nostri simili discendenti dalla spedizione gemella .Mio padre provò a contattare il sovrano degli uomini per intraprendere rapporti di amicizia ma questo mise a morte tutti gli emissari che gli furono mandati senza rispetto per le leggi dell'ospitalità e grazie alla magia nera scoprì l'esistenza e la posizione del passo di Dem.
Fu allora che ci attaccò, riuscimmo a difenderci a stento e vincemmo solo grazie all'aiuto dei Paladini e dopo quella sconfitta il nemico non ha più provato ad attaccarci .Si decise che il passo di Dem fosse sigillato con una potente barriera magica e da allora nessuno si più avvicinato a quel luogo . Qualche anno fa peró, quando sono divenuto Re, appressa questa storia decisi di mandare degli esploratori oltre il passo e scoprì che il Re che li governava era morto ,ucciso da dei ribelli che hanno preso il potere indebolendo però il paese. Ho spedito vari emissari oltre confine con lo scopo di reperire informazioni sulla loro forza difensiva, e con mia grande gioia mi hanno informato che sono totalmente impreparati ad una guerra-
Rind era allibito, tante informazioni tutte insieme erano state traumatiche, un'altra terra a occidente dei monti Asperg per lui che credeva che il mondo avesse cessato di avere segreti per gli uomini era già una notizia abbastanza sconvolgente ma scoprire l'esistenza di una guerra d'invasione fallita ,di un oscuro nemico, dell'esistenza di altre razze era qualcosa di inesprimibile, ma qualcosa non tornava, se c'era davvero stata questa guerra d'invasione perché nessuno ne aveva mai saputo nulla? e perché non c'erano notizie neanche sui libri? Si affrettò a porre questa domanda all'amico che rispose
-ai soldati fu rivelato solo all'ultimo chi stavano andando a combattere ,all'inizio fu detto loro che si trattava di uno squadrone di Troll ribelli usciti dai loro territori. Una volta finita la battaglia con una potente magia manipolammo i ricordi dei soldati e demmo la colpa delle vittime al elevato numero di Troll e ad un errore strategico di un generale, solo a pochi fu permesso di sapere la verità, questo è uno dei più importanti segreti del regno, ritieniti onorato del fatto che io l'abbia condiviso con te-
-perché mi dici queste cose Galvon?-disse lui
-perché tra non molto sferreremo l'attacco, stó allestendo un esercito di Gnomi ,Troll e Uomini e a questo serviranno dei Paladini che lo guidino e ho deciso di scegliere te -Disse il monarca
-Galvon sei impazzito? voi iniziare una guerra senza motivo? non ci hanno fatto nulla-
-Ci hanno attaccato, volevano conquistarci e molti uomini sono morti per causa loro, dobbiamo attaccarli ora che sono deboli-
-Hai provato ad informarti su questi nuovi regnanti? Probabilmente non sanno neanche che noi esistiamo-
-Infatti, per questo dobbiamo colpire ora, non capisci? Siamo già impegnati a Sud con gli orchi se ci dovessero attaccare anche da Ovest saremmo presi in una morsa letale-
-Potremmo rinforzare i confini, non ha senso imbarcarsi in una guerra senza motivo-
-Senza motivo? vai a chiedere ai figli di quei soldati per cosa sono morti i loro padri! Cosa succede Rind tua moglie e tua figlia ti hanno fatto perdere il coraggio di un tempo?-
-Non possiamo fare nulla per i morti ma possiamo fare molto per i vivi, non compromettere la pace per una questione di orgoglio-
-Adesso basta Paladino! Io sono il tuo Re e non stà a te discutere le mie decisioni, attaccheremo in tempi brevi e il mio è un ordine, intendi rispettarlo?-disse Galvon alzando il tono della voce in modo che suonasse decisa
-Galvon…-
-Dovrai partire tra pochi giorni, se ti rifiuterai con mia grande tristezza sarai dichiarato un traditore-
-Cosa ti è successo Galvon, un tempo eravamo amici e ora...-
-Ma noi siamo amici Rind, ma anche se siamo amici ma io ora sono il tuo re e tu devi obbedirmi da suddito qualunque quale sei-
-Il ragazzo che conoscevo io non avrebbe mai iniziato una guerra senza motivo, cosa ti è successo?-
-Non devo giustificarmi con te-
Dopo un raggelante attimo di silenzio il monarca gli si avvicinò e disse
-TI prego Rind non tradirmi, sai quale è la punizione per i traditori e se non ti importa della tua vita pensa almeno a quelle di tua moglie e tua figlia, non fargli del male-

A quelle parole avrebbe voluto avventarsi su Galvon è colpirlo più e più volte ma si trattenne sapendo che picchiare un re nel suo palazzo non era una buona idea. Rind era in trappola, se un soldato rifiutava un ordine diretto in tempo di guerra questo veniva messo a morte insieme a tutta la sua famiglia e per un attimo si ritrovò a pensare alla sua amata Zori, ai suoi lunghi capelli fulvi raccolti in una lunga treccia e ai suoi magnifici occhi verdi e infine il suo pensiero si spostò su sua figlia Cisa e pensò a cosa ne sarebbe stato di loro se non avesse obbedito.
Infine poggiò il ginocchi destro sul lustro suolo della sala e chinando il capo disse
-Sono pronto a fare ciò che mi ordinerete mio signore-
-Ottimo, ti farò avvertire circa la data della partenza entro domani, ora vai, sei congedato-
-Si mio signore, ma prima di andare avrei una curiosità-
-Cioè?-
-Quale era il nome del comandante della spedizione gemella di Ursivar?-
-Perché mi porgi questa domanda?-
-Curiosità mio signore-
-Palancar se non sbaglio
E detto questo Rind se ne andò
Ultima modifica di Valindur95 il 28 agosto 2012, 21:17, modificato 1 volta in totale.
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RE: Dopo Inheritance

da Murtagh4e » 28 agosto 2012, 10:21

Innanzitutto mi scuso se nn ho commentato ieri sera, ma sono uscita... :) Allora... capitolo veramente ben fatto, ma bisogna apportare alcune piccole modifiche... ;) nulla di grave, comunque... :cool:
le tue descrizioni sono sempre fantastiche! la situazione è descritta alla perfezione, come anche i dialoghi e i pensieri. diretti o indiretti. appunto per questo ecco il primo appunto...
La sala tattica era la sala in cui venivano preparate le campagne militari, il fatto che Galvon volesse riceverlo lì non era per nulla un buon segno pensò Rind.
se fossi in te avrei scritto così: Nella sala tattica venivano preparate le campagne militari e il fatto che Galvon volesse riceverlo lì non era un buon segno, pensò Rind. ho tolto la ripetizione di sala...
lo scambio di battute è perfetta (non avevo altri termini per descriverla)... mi sembrava veramente di essere lì a osservare in silenzio. :D mi è piaciuto da matti!!!!!!!!!!!!! :laugh: ricordati ancora delle virgole attaccate alla parola successiva... cerca di correggerle, come ti ho già detto... :) continua a fare capitoli così lunghi! mi piacciono tantissimo! :laugh: la storia narrata all'inizio del post mi ha fatto venire voglia di guardare finalmente il signore degli anelli... che purtroppo nn ho mai visto... :( posta preto e continua a fare post così grandiosi! :) li aspetto!
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RE: Dopo Inheritance

da Valindur95 » 29 agosto 2012, 0:22

Murtagh4e frase corretta,comunque non ti scusare,ho postato molto tardi quindi dubito che anche se ci fossi stata avresti potuto commentare...comunque anche se adoro i tuoi commenti non sentirti per niente obbligata. Non hai visto il Signore degli Anelli? :ehhh:
Questo è un post di intermezzo,tanto per staccare quindi niente di che...ma nel prossimo prometto si inizia con qualcosa di più interessante....
La regina degli elfi era in piedi davanti al capanno che un tempo era stato di Oromis sulla rupe di
Tel'naeìr .Quello era il luogo in cui il saggio dolente e il suo drago Glaedr avevano addestrato Eragon e Saphira e in quel luogo li avevano aperti ai segreti dell'ordine in quelle settimane in cui lui aveva vissuto ad Ellesmera .Il capanno ormai era divenuto il luogo in cui venivano addestrati i nuovi cavalieri prima di raggiungere Eragon nella città dei cavalieri e lì finire l'addestramento nella sede principale del loro ordine.
In quel luogo Arya scrutava l'orizzonte guardando l'ultimo dei suoi allievi volare via da Ellesmera ,lei e Firnen li avevano addestrati per un anno e dopo i dovuti saluti si stavano recando da Eragon per laurearsi cavalieri,ma mentre li vedeva volare via ad Arya si strinse il cuore.Avrebbe voluto seguirli, salire in groppa al suo fedele amico e volare insieme a loro alla volta della città dei Cavalieri ma non poteva,avrebbe voluto tanto rivedere Eragon ed era sicuro che anche Firnen avrebbe voluto rivedere Shapira ma non poteva ,Il suo popolo aveva bisogno di lei ,ormai era la loro regina, proprio lei che era divenuta ambasciatrice dei Varden perché non voleva vivere nella Du Weldenvarden,lei che sosteneva che ad Ellesmera la vita era placida e noiosa e che in un attimo passavano i secoli senza neanche accorgersene alla fine aveva capitolato.Arya aveva accettato il ruolo che era stato di Islanzadi, una madre che nella sua lunga vita era stata tale per una manciata di giorni, forse per questo aveva accettato ,per sua madre ,per avere qualcosa in comune con lei ora che era morta o forse perché era stata travolta dalla sua perdita o forse...in realtà non lo sapeva neanche lei perché aveva ceduto ma ormai il fatto era fatto.Eragon se ne era andato e con lui tutti i possibili motivi per rinunciare al trono ,di lui gli restava qualche vivido ricordo vecchio di vent'anni, gli amici comuni e tanto rimorso e nostalgia specialmente quando vedeva i suoi allievi andare dove lei non poteva .
Arya era seduta terra tenendosi un ginocchio con le braccia e rimuginava su quello che era e quello che sarebbe potuto essere, chissà se Eragon provava ancora gli stessi sentimenti di allora, sentimenti che con il tempo erano divenuti anche i suoi.
Arya aveva divinato varie volte la città dei cavalieri ma aveva presto scoperto che per motivi che non conosceva l'unico modo per comunicare era attraverso lo specchio incantato lasciatole da Eragon prima di partire,purtroppo per lei nonostante lo specchio solo la prima volta era riuscita a parlare con Eragon e lo trovò scostante e pensieroso ma aveva pensato che non era facile lasciarsi tutto alle spalle e quindi credeva che il suo malumore fosse originato da questo e si era limitata a parlare solo di alcuni tecnicismi organizzativi per l'arrivo e la partenza dei draghi e dei Cavalieri risparmiando gli argomenti più personali per la volta successiva, ma quella volta non c'era mai stata ,le successive volte che aveva contattato quel luogo si era ritrovata a parlare con Blodhgarm o qualche altro elfo in sua vece che si scusavano sommessamente ripetendo che L'Ammazzatiranni era occupato in questioni della massima importanza di cui loro però non potevano dire nulla.
Arya continuava a perdersi nella nebbia dei ricordi evocata dalla visione del cavaliere e del suo drago volare via, Il cavaliere era un uomo di nome Mier e il suo drago di una meravigliosa sfumatura arancione che ricordava le sfumature dell’alba riflesse sul mare si chiamava Irego.
-basta smettila mi farai piangere-fece Firnen
-non ci posso fare niente la loro partenza mi ha portato alla mente dei tristi ricordi e poi non riesco ad immaginarti con le lacrime agli occhi-disse Arya con un mezzo sorriso
fai bene noi draghi non piangiamo ,non abbiamo le ghiandole lacrimali come voi bipedi, ma abbiamo altri modi per far capire la nostra tristezza r
Arya sapeva bene in che modo Firnen esprimesse la sua tristezza.Quando Eragon partito con Saphira Firnen era rimasto sulla rupe di Tel'naeìr per quasi una settimana lamentandosi ogni giorno con versi disumani che straziavano le orecchie, molti elfi si erano recati da lui con la speranza di capire cosa lo affligesse e provare a porvi rimedio ma lui li aveva scacciati tutti in malo modo e solo l’intervento di Arya lo aveva dissuaso a darsi pace.Passarono qualche momento in silenzio, ormai i loro allievi non si vedevano più da molto tempo
I tuoi sentimenti sono rimasti invariati Firnen? chiese lei all'improvviso
-non so se per noi draghi si possa parlare di sentimenti ma si mi manca molto, vedi Arya noi draghi sappiamo cosa vogliamo e non cambiamo idea tanto facilmente come voi bipedi, sia sulle cose futili sia su quelle importanti-
-Allora forse anche io a furia di stare vicino ai draghi ho iniziato a comportarmi come loro-
Firnen rise con uno strano verso simile ad un ringhio ma adesso Arya stava meglio,perché era vero ,lei sapeva ciò che voleva e non avrebbe cambiato idea facilmente almeno su quello in quel momento sperò con tutto il cuore che anche lui fosse un po' simile ai draghi che tanto amava
-se lo conosco sono sicuro che è così-
-ma Firnen,tu non lo conosci-
-l’ho conosciuto tramite i tuoi ricordi e quindi lo conosco come lo conosci tu-
-si è vero,l’avevo dimenticato-
Arya si ritirò dalla conversazione e guardò il capanno di Oromis e gli tornò in mente l’elfo e con lui tutte le persone morte per deporre Galbatorix,ormai erano quasi vent’anni che il Re nero ma il suo ricordo era ancora presente nelle menti di tutti.Arya pensò che a breve ad Ellesmera ci sarebbe stato il ventennale per celebrare la caduta del tiranno e per un’attimo si sentì felice poiché sapeva che avrebbe rivisto Orik,Nasuada,i suoi ex-allievi e molte altre persone a lei care che non vedeva da tanti anni ma non ci sarebbe stata l’unica persona che avrebbe voluto davvero rincontrare.
-Ancora!lo sai che a volte sei irrecuperabile?-si lagnò il drago
-hai ragione il Firnen oggi non sono io, mi faccio trasportare troppo dai ricordi-
-Stavi pensando al ventennale?-
-Già, sarà una grande festa e ci saranno le più grandi personalità di Alagaesia,ma dovremmo davvero festeggiare?dovrebbe essere un giorno in cui ricordiamo i caduti non festeggiare e scambiarci frivolezze-
-Arya io la penso come te ma penso anche che continuare a struggerci per i morti non porterà alcun beneficio-
-Quindi i caduti dovrebbero essere dimenticati?-
-noi possiamo ricordarli e dimenticarli ma per loro non cambierà nulla poiché sono morti, ma possiamo festeggiare la caduta del distruggi-uova in modo che il suo ricordo rimanga come monito da non seguire-
-ma perché una festa?cosa centra Galbatorix con maestosi banchetti,vestiti eleganti,musica e cantastorie?la guerra è stata vinta con il sacrificio dei caduti-
-Arya non conosco molte cose di voi bipedi ma una cosa la so,le persone così come i draghi tendono a ricordare gli eventi lieti e cercano di dimenticare quelli tristi-
-Non sono molto convinta-disse Arya fissando un punto in lontananza con un espressione gelida
-Arya perché ti preoccupi tanto per una semplice cerimonia?cos’è che ti turba davvero?-
Lei rimase in silenzio senza guardarlo,come se improvvisamente Firnen fosse scomparso finchè questo stanco di essere ignorato disse
-Aryaaaaa!-disse il drago indignato per la poca attenzione che gli era concessa
-Sono stanca Firnen,stanca di questa vita di dovere,l’unico momento di conforto che ricevo è quando siamo insieme o quando arrivano dei novizi per essere addestrati ma le uova si schiudono a ritmi così lenti-
-è la carenza di Cavalieri che ti preoccupa?pensa a quanti anni ci ha messo saphira a scegliere il suo cavaliere,in confronto le nuove uova si schiudono fin troppo spesso-
-non cercare di consolarmi Firnen,le vostre uova si schiudono solo quando i cuccioli all’interno si sentono sicuri lo sai bene,ai tempi dell’uovo di saphira Galbatorix era al potere quindi è più che comprensibile che ci abbia messo tanto,ma adesso siamo in pace,le uova dovrebbero schiudersi velocemente,secondo me questo significa che potremmo avere presto dei problemi-
-O forse è il fatto che in Alagaesia ci sono solo quattro uova per ora-
-Firnen…-Disse l’elfa voltandosi per guardare il drago negli immensi occhi
-Va bene,ho fatto lo stesso pensiero qualche mese fa ma ho capito che non saremo mai pronti ad affrontare un emergenza senza sapere come si manifesta,se si manifesterà,quindi non ci resta che aspettare e magari non accadrà nulla-
-Andiamo Firnen, tra poco si riunisce il comitato di organizzazione della festa e ci si aspetta la presenza della regina-disse l’elfa alzandosi
-Prima dicevi che non ti piaceva e ora ti metti ad organizzarla?-
-No,ma gli altri elfi si aspettano che io mi interessi della festa in nome di ciò che rappresenta e poi il comitato ci tiene a tenermi informata di ogni cosa-
-e devo venire anche io?-
-come ci arrivo al palazzo?e poi avresti il coraggio di lasciarmi da sola?potrei morire di noia-
-Appunto,ti ci accompagno e poi me ne vado a farmi un voletto-
-Non lasciarmi sola-
-Vieni con me-
-Non posso,ho dei doveri-disse lei arrampicandosi sul fianco di Firnen fino a posizionarsi nell’incavatura tra le lacuminate punte dorsali smeraldine del drago
-Mi annoio troppo-
-Ho capito,mi toccherà andarci da sola- e detto questo Firnen si sollevò da terra per dirigersi verso palazzo di Tialadrì sede dei re e delle regine degli Elfi.
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Re: RE: Dopo Inheritance

da Murtagh4e » 29 agosto 2012, 8:30

Valindur95 ha scritto:Murtagh4e frase corretta,comunque non ti scusare,ho postato molto tardi quindi dubito che anche se ci fossi stata avresti potuto commentare...comunque anche se adoro i tuoi commenti non sentirti per niente obbligata. Non hai visto il Signore degli Anelli? :ehhh:

Spoiler:
:ehehe: no... nn l'ho visto... quando l'hanno dato in TV ero troppo piccola e sono capitata prorpio nel punto in cui gollum ha la doppia personalità e mi sn spaventata tantissimo... tanto k mia madre doveva accompagnarmi a letto tutte le sere e io piangevo come una disperata... :laugh:

In quel luogo Arya scrutava l'orizzonte guardando l'ultimo dei suoi allievi volare via da Ellesmera ,lei e Firnen li avevano addestrati per un anno e dopo i dovuti saluti si stavano recando da Eragon per laurearsi cavalieri,

magari laurearsi nn è il termine corretto... forse "confermarsi" o roba simile... (tu sei libero di essere in disaccordo con me... :laugh: )
Avrebbe voluto seguirli, salire in groppa al suo fedele amico e volare insieme a loro alla volta della città dei Cavalieri ma non poteva,avrebbe voluto tanto rivedere Eragon ed era sicuro che anche Firnen avrebbe voluto rivedere Shapira ma non poteva ,Il suo popolo aveva bisogno di lei ,ormai era la loro regina, proprio lei che era divenuta ambasciatrice dei Varden perché non voleva vivere nella Du Weldenvarden,lei che sosteneva che ad Ellesmera la vita era placida e noiosa e che in un attimo passavano i secoli senza neanche accorgersene alla fine aveva capitolato.

questo periodo è semplicemente fantastico! compli, compli, compli! :D
Arya aveva accettato il ruolo che era stato di Islanzadi, una madre che nella sua lunga vita era stata tale per una manciata di giorni,

povera Arya... normalmente la trovo un personaggio antipatico al massimo della potenza, ma qui sto rivalutando le mie ragioni... insomma, nn è colpa sua se è fredda, no? è colpa di Islanzadi.... a morte! :arms: un attimo, ma è già morta! :cool:
Arya era seduta terra tenendosi un ginocchio con le braccia e rimuginava su quello che era e quello che sarebbe potuto essere, chissà se Eragon provava ancora gli stessi sentimenti di allora, sentimenti che con il tempo erano divenuti anche i suoi.

sapevo k sarebbe andata a finire così... già leggendo la fine di Inheritance... -_-
-basta smettila mi farai piangere-fece Firnen

ahahahahahahahahahah! è simpatico come Castigo! ahahahahahahah! allora... solo Saphira è pallosa! :O però qui devi mettere un punto dopo smettila e una virgola dopo basta...
-Appunto,ti ci accompagno e poi me ne vado a farmi un voletto-
-Non lasciarmi sola-
-Vieni con me-

no, no, no, no e NO! Arya, ma cosa ti prende???? dov'è finita l'elfa grintosa k eri un tempo???? noooooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!! è sparitaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!! noooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!

ok... mi sn data una calmata... bel capitolo ancora e... ricordati di POSTARE!!!!!
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RE: Dopo Inheritance

da Giada98 » 29 agosto 2012, 10:00

Oh, cielo! mi sn persa un capitolo! complimenti è davvero bello per essere solo un intermezzo! complimenti e posta! :laugh:
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Dance of curse
la mia nuova ff. passate a leggerla!
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RE: Dopo Inheritance

da Valindur95 » 29 agosto 2012, 17:38

Grazie per i commenti Murtagh4e e Giada98 :)
Murtagh4e non ti preoccupare per Arya ha avuto un momento di tristezza ma questo non vuol dire che non si pronta a scuoiare Kull a mani nude se necessario,è sempre lei solo che...provate ad immaginare una riunione con gli elfi...appena lì incontri ti annoiano(Arya esclusa) figurati doverci stare appresso per qualche ora...anche se Arya è una di loro e quindi è abituata sono sicuro che si annoia da morire lo stesso,per questo dice più o meno a Firnen-vieni con me maledetto che mentre loro cianciano magari parlo con te con la mente-ma naturalmente lui la lascia nei casini e se ne va a volare...

Aggiunto dopo 6 ore 16 minuti:

Questo capitolo è più breve ma da qualche anticipazione...Scusate qualche errore perchè l'ho scritto in fretta e furia....ma per farmi perdonare forse oggi posto due capitoli invece di uno...
Era una notte senza luna e Illirea era illuminata solo dalla fioca luce di qualche stella che si stagliava nel cielo buio come ultimo baluardo contro l'oscurità assoluta.La mezzanotte era passata da qualche ora e la città versava nel meritato riposo conquistato dopo una dura giornata,le strade erano deserte e vi era un silenzio che sembrava quasi irreale se paragonato al clangore che affollava la capitale imperiale di giorno.
Le strade sembravano vuote quando ad un certo punto da uno stretto vicolo vicino alla zona residenziale uscì un giovane ragazzo. Dani non voleva trovarsi lì in quel momento perché tutto quel silenzio lo intimoriva molto ma doveva farlo ,camminava avvolto in un mantello scuro che gli copriva il volto e il corpo e mentre sentiva il rumore dei suoi passi sulle pietre che componevano le larghe strade di Illirea si ritrovò a pensare se vestito a quel modo riuscisse davvero a nascondere la sua snella figura ma poi allontanò quell'idea e cercó di sistemarsi meglio il cappuccio in modo da coprire i capelli rossi e gli occhi smeraldini.
Dani era un ragazzo di appena diciannove anni,suo padre era un conciatore di pelli e la sua famiglia viveva ad Illirea da molte generazioni.il ragazzo era cresciuto nell'affetto e nella spensieratezza fino a quando,raggiunta la maggiore età,aveva trovato lavoro presso il palazzo reale nelle cucine.La vita trascorreva felice per lui e da qualche anno Dani aveva trovato anche l'amore in una bellissima ragazza di nome Freya. Il padre di di lei aveva approvato il fidanzamento dei due giovani e a breve Dani e la sua amata si sarebbero sposati.Sembrava che nulla potesse rovinare la vita del giovane ma in una sera la vita di Dani Cambiò radicalmente .Due settimane prima lui e la sua amata avrebbero dovuto incontrarsi vicino alla terza torre di malachite di Illirea per passare la serata insieme ma quando Dani giunse lì la sua amata non c'era,
lui l'aspettò per varie ore ma nessuno si presentó e lì per lì pensó che lei avesse dimenticato il loro incontro.Il giorno dopo Dani si recó a casa del suo futuro suocero di buon ora per farle una sfuriata per la dimenticanza ma giunto a casa sua scoprì che la notte scorsa la sua amata non era tornata a casa.
La cercarono per numerosi giorni ma sembrava che Freya fosse sparita da un giorno all'altro senza lasciare traccia finchè una mattina trovó sulla finestra una lettera senza firma con un breve messaggio:
"Abbiamo la cosa che hai perso,se vuoi riaverla vieni al luogo dell'appuntamento che non è vai avvenuto dopodomani tre ore dopo la mezzanotte,vieni solo."
Solo in un secondo momento Dani si accorse che c'era qualcos'altro nella busta,una ciocca di lunghi capelli ramati,i capelli di Freya.
Ed ora eccolo lì spaventato ed impaurito mentre si recava verso la torre da cui tutto era iniziato ,lui che aveva sempre avuto una vita senza difficoltà si trovava ad affrontare una situazione così assurda e spaventosa,ma ogni volta che pensava al sorriso di Freya tutti i suoi dubbi si dissolvevano.
Mentre si avvicinava alla torre Dani intravide tre strane figure vestite con mantelli e cappucci scuri in piedi vicino alla torre, lo aspettavano.
Dani raggiunse le figure e queste subito si voltarono verso di lui. Dani si rivolse alla figura al centro
-Siete voi che mi avete mandato questa lettera?-
-si,noi siamo i venditori-
-venditori ?io non voglio comprare niente, voglio riavere Freya indietro-
-Appunto ,noi abbiamo qualcosa che tu desideri e siamo disposti a vendertela-disse la figura a destra
-volete dei soldi? quanto volete?-
-non vogliamo soldi,noi accettiamo solo servizi,se vuoi ció che cerchi devi fare una cosa per noi-
-cosa volete da me?faró qualsiasi cosa-disse Dani disperato
-Bene, mantieni questo comportamento è potrai tornare a vivere felice-
per la prima volta la figura a sinistra prese la parola Dani notò che era diverso dagli altri due, era più basso degli altri due e da sotto il cappuccio spuntava una lunga barba intrecciata
-Tra qualche giorno la regina intraprenderà un viaggio verso Ellesmera e porterà con se un gran numero di servi,compreso te.Vi fermerete in varie città e durante questo tragitto ti comporterai normalmente ma quando giungerete a Carvall,lì dovrai ucciderla-
-Cosa? non ce la faró mai e poi non voglio!
-Se vuoi rivedere la tua amata invece lo farai-
-Non sono un sicario non ci riusciró mai!!!-
-Ascoltami bene perchè non mi ripeteró. Vi fermerete due giorni lì e dormirete nel palazzo del conte, tu agirai la mattina dopo l'arrivo della regina. Ogni mattina una serva porta la colazione alla regina nella sua camera ma quel giorno a portargli la colazione sarai tu...-
-come posso sostituirmi a lei?-lo interruppe Dani
-A questo penseremo noi,ti introdurrai nella sua camera e la pugnalerai con questo-facendo una pausa mentre mostrava un pugnale che si trovava nella sua mani poi continuó
-Quest'arma è incantata,puó superare molti degli incantesimi difensivi comuni quindi non avrà problemi contro i blandi incantesimi di protezione,eretti dalla debole maga di corte,che proteggono la regina.
Ricapitolando entrerai in camera per portargli la colazione, mente dorme le premerai sul volto il cuscino in modo che non gridi e la pugnalerai, la camera della regina sarà situata sul piano superiore del palazzo quindi una volta uccisa Nasuada dovrai aprire la finestra, troverai una scala a pioli poco distante, dovrai scenderla e dirigerti nella foresta a sud,poco distante dal palazo un nostro uomo per riprendere Il pugnale e portarti dalla tua amata-
-Come fate a sapere che la regina dormirà proprio in quella camera?
-Non sono cose di cui ti devi interessare,prendi il pugnale e segui gli ordini e andrà tutto bene-disse la figura solitaria tendendo le mani in avanti porgendogli il pugnale.
Dani non sapeva cosa fare,amava Freya e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei ma uccidere la regina...Lady Nasuada era stata la fortuna del regno,senza di lei il regno avrebbe sofferto una grave crisi e poichè mancava un erede sarebbe anche potuta scoppiare una guerra di successione,molte persone sarebbero morte e ancora di più avrebbero sofferto,si chiese se era pronto a prendersi questa responsabilità,se poteva in cuor suo condannare Alagaesia solo per il suo egoismo e decise che non se la sentiva,preferiva la morte piuttosto ma proprio quando stava per dire alla figura che rifiutava questa continuó come se gli avesse letto nel pensiero
-Naturalmente se ti rifiuti noi troveremo qualcun'altro che lo faccia ma tu non rivedrai più la ragazza,pensaci Lady Nasuada morrà comunque cosa importa di chi sarà la mano che calerà il pugnale,capisci? Anche se ti rifiuti non salverai la vita della regina condannerai solo te stesso alla morte...e la donna ad una lenta Agonia-
-Vigliacchi!!! Non osate torcerle un capello-disse il giovane avvicinandosi alla figura ma questa lo fermó con una semplice frase
-Se ci tocchi lei morirà,se parli a qualcuno di noi o di questo incontro lei morirà,se ti rifiuti di obbedire lei morirà, hai una solo scelta non essere sciocco,non c'è bisogno che mi rispondi di si,prendi il pugnale e vattene e io capiró-
E così Dani si avvicinó alla figura allungó il braccio e prese il pugnale,mentre lo traeva a se peró scorse le braccia nude della figura e notò che la pelle era stranamente segnata come se la figura altro non fosse che un vecchio, ma fu solo un'attimo perchè appena il pugnale si distaccó dalle braccia dell'uomo questo si ritrasse.Dani guardó per un'istante l'arma che gli avevano dato, un pugnale lungo poco più di trenta centimetri racchiuso in un fodero completamente nero tranne per degli strani simboli rossi poco sotto l'impugnatura di legno sagomato tinta di un nero leggermente meno acceso rispetto al colore del fodero che mal si adattava al colore dorato della guardia crociata,dopo averlo sguainato il giovane notó che lama non era d'acciaio ma di un materiale bianco come la neve invernale e pensò che sembrava che il colore della lama si opponesse con forza al nero del fodero e dell'impugnatura.Dani rinfoderó il coltello sotto gli sguardi attenti delle tre figure e lo infiló nella cintura in modo che il mantello lo nascondesse e così come era venuto si allontanó protetto solo dall'oscurità della notte e con un solo pensiero in mente,la sua amata Freya.
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RE: Dopo Inheritance

da Murtagh4e » 29 agosto 2012, 20:08

Non.possono.uccidere.Nasuada.non.possono.punto.

punto.

non.

possono.

punto.

scusa... ma ho due terribili vesciche nei piedi e credo k il cervello abbia preso le scale mobili verso il basso e ora risieda lì... non funziona come dovrebbe... -_-
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