Ciaooooo!!! Qualcuno di voi ha letto la trilogia " Hyperversum" ?
Tre meravigliosi libri che parlando ( in sintesi ) di due amici finiti nel vero medioevo attraverso un gioco di ruolo ?
Se no , io vi consiglio caldamente di leggerli
Ho scritto questa breve one-shot riguardo la nascita di Marc , dal punto di vista di Ian
Spero vi piacerà!!!
Per chi non avesse letto la trilogia spero piaccia comunque e che magari questo piccolo racconto possa suscitare curiosità riguardo la trilogia !!!
Ho già postato questa breve one-shot da un' altra parte, ma volevo farlo anche in questo meraviglioso forum
Fatemi sapere cosa ne pensate!!!
Un bacione a presto
Un grido . Un solo grido . Eppur mi fece sussultare e rabbrividire al tempo stesso , tanto era stato terrificante .
Un rivolo di sudore freddo mi scivolò lungo la schiena irrigidita dalla tensione .
Cercai di concentrarmi sulle carte che avevo davanti , costringendo il mio sguardo a non allontanarsi mai da loro , seppur era tutto inutile .
Quelle parole, scritte nero su bianco , in quel modo così raffinato, in quel momento erano comunque senza senso sotto i miei occhi confusi .
Le mie mani tremanti che le reggevano , poi, contribuivano a non permettere loro di riuscire a farsi leggere , a farsi comprendere . Sembravano tante macchie confuse e in continuo movimento .
Dopo quel grido era calato il silenzio nell’intero castello .
Un silenzio d’attesa e carico di speranza .
Soltanto il mio cuore si faceva sentire , martellando nel petto ansioso e costringendo il mio respiro ad accelerare .
Ero seduto dietro la mia scrivania, sommersa da carte di ogni genere , ma la mia testa, i miei pensieri, erano decisamente da tutt’altra parte .
Anzi , erano precisamente in una stanza al piano superiore , dalla quale era arrivato il grido terrificante di pochi minuti prima .
Le mie orecchie erano tese , pronte a cogliere anche il più piccolo dei rumori .
E le mie gambe non aspettavano che l’ordine di scattare verso le scale per raggiungerli.
Raggiungere lei e lui : la mia famiglia , la mia vita .
Marc, il mio Marc .
Sarebbe bastato solo il suo primo ed innocente pianto , e io non avrei più risposto delle mie azioni , che si sarebbero lasciate travolgere come un fiume in piena dall’istinto e da quelle emozioni che mi stavano devastando l’anima .
Sarebbe bastato un solo suo piccolo gesto , per far rischiarare quel “pesante” giorno di ansia e attesa snervante .
Non vedevo l’ora di prenderlo fra le braccia . Mio figlio . Mio e di Isabeau.
Isabeau : la mia dolce sposa che Dio mi aveva concesso di incontrare , di sposare, di amare senza riserve .
Non potevo che ringraziarlo ogni singolo giorno della mia vita per quel dono così prezioso , che avrei difeso a costo della mia stessa vita .
Ogni singolo istante passato insieme a lei , era un attimo di paradiso , nonostante fossi lontano dalla mia vera casa , dal mio vero tempo .
Perché ormai nulla più contava all’infuori di lei .
Io ero nato per poter vivere al suo fianco .
Isabeau era la mia casa , la mia unica realtà , il mio passato , il mio presente ed il mio futuro .
Era ciò che avevo scelto di essere .
L’amavo e lei amava me con la stessa intensità .
E sapere che una parte di noi sarebbe vissuta in Marc e successivamente in Michel, non poteva che rendermi l’uomo più felice della terra .
Il Falco d’argento stava per diventare padre , stava per avere un erede .
Un grido leggermente meno terrificante del precedente mi strinse il cuore in una morsa d’angoscia .
Isabeau.
Quanto avrei voluto starle accanto! Ma purtroppo non mi era stato concesso .
I doveri di Jean Marc de Ponthieu mi costringevano a starle lontano anche in quel fragile momento , ma non potevano obbligare i pensieri di Ian Maarkyas a fare altrettanto .
“Il papà non riesce proprio a stare attento, eh ? ”
Etienne mi guardava con un sorrisetto stampato sulle labbra , le mani conserte mentre si trovava comodamente seduto davanti la mia scrivania .
Era arrivato a Chatel-Argent in compagnia di Donna già da due giorni , pronto ad assistere alla nascita del mio primogenito .
Ero felice della loro visita , soprattutto perché le conoscenze di Donna avrebbero aiutato Isabeau se qualcosa fosse andato storto .
Sapevo perfettamente che tutto sarebbe andato per il verso giusto , ma io non riuscivo a calmarmi , a rilassarmi .
Dopo le parole del mio compagno d’armi , Guillaume , colui che avevo scelto come fratello, corrugò la fronte .
Fino a quel momento era stato in piedi e al mio fianco , e nonostante cercasse di nascondere dietro uno sguardo impassibile le sue emozioni , io riuscivo comunque a percepirle e a decifrarle .
Dentro di lui l’ansia per Isabeau era quasi intollerabile .
Ormai lo conoscevo abbastanza bene da sapere quando era furioso, ansioso o semplicemente sereno e di ottimo umore .
“ Jean?! ” mi chiamò Etienne cercando di riportarmi all’attenzione .
“scusatemi ” risposi immediatamente con sguardo basso appena riuscii a riprendere il controllo sui miei pensieri.
Etienne rise piano, mentre mio fratello trasse un profondo respiro prima di proferir parola: “Sospendiamo i nostri doveri per oggi , Jean” e detto ciò mise una mano sulla mia spalla “ è meglio così.”
Le sue ultime parole si unirono magicamente al pianto di un bambino . Del mio bambino .
Se non fossi stato già seduto, le gambe avrebbero ceduto sotto il mio peso .
Ebbi un tuffo al cuore.
Quel suono così limpido , dolce, delicato , musicale e al tempo stesso spaventato, risvegliò in me ogni singola traccia di gioia e dissipò ogni traccia d’ansia .
Mio figlio Marc. Marc era nato.
Rimasi per un momento paralizzato sulla sedia , intento ad ascoltare quel pianto che si diffondeva per l’intero castello .
Etienne e mio fratello non si mossero nemmeno di una spanna.
Poi mi alzai improvvisamente ,e come avevo previsto , non risposi più delle mie azioni.
Mi lancia su per le scale, salendo i gradi due alla volta . Rischiai perfino di cadere diverse volte, ma per quanto mi riguardava, in quel momento, sarei anche potuto cadere.
Tanto non avrei perso quel sorriso che sentivo aprirsi sempre di più sulle mie labbra man mano che raggiungevo Isabeau .
Quando raggiunsi la porta della nostra stanza mi bloccai di colpo , il battito del cuore era diventato quasi insopportabile e faceva male contro le costole , quasi incapaci di trattenere oltre la sua forza .
La porta era ancora chiusa, ma il pianto del bambino era ancora lì insieme ad alcune voci femminili dal tono decisamente allegro .
Sussultai quando, pochi secondi dopo, mi ritrovai Etienne e Guillaume al mio fianco .
Entrambi avevano un meraviglioso scintillio negli occhi e le loro spalle si alzavano e si abbassavano ad un ritmo frenetico : prova inconfutabile del fatto che mi avevano seguito a ruota e di corsa su per le scale .
Quando la porta si aprì , il mio sguardo cercò Marc disperatamente e lo trovò fra le braccia di una Donna sorridente .
“Congratulazioni” esordì al settimo cielo appena mi raggiunse .
I suoi occhi erano lucidi per la commozione “ è un bel maschietto”
Marc.
Il mio piccolo dormiva già, ma era decisamente la creatura più bella che avessi mai visto .
“prendilo” invitò Donna porgendomi il bambino “ fa’ attenzione a non svegliarlo ” mi consigliò quando ormai Marc era già fra le mie braccia.
Era avvolto in una morbida e calda coperta, riuscivo a vedere appena il suo piccolo viso , ma percepivo perfettamente il calore del suo piccolo corpo sulle mie braccia e non riuscivo ancora a crederci .
Con le labbra tremanti gli diedi un bacio sulla sua piccola fronte nel modo più delicato possibile . E mi ritrovai a pensare a Daniel, Martin , ai loro genitori e a Jodie.
Quanto avrei voluto condividere con loro quell’immensa gioia che provavo !
In cuor mio era come se fossero tutti lì con me, con un ampio sorriso sui loro volti .
Le mie stesse labbra si aprirono in un sorriso spontaneo e sentii i miei occhi diventare lucidi.
Etienne si chinò su mio figlio pochi minuti dopo .
“ sapevo che era un maschio ” dichiarò felice , sfiorando appena una piccola guancia del mio piccolino .
Guillaume invece sorrise soddisfatto : “ un piccolo Ponthieu . Chissà, magari anche un futuro Falco del re come suo padre .”
Gli sorrisi e lui ricambiò . Nei suoi occhi lessi puro affetto e commozione .
“Come sta Isabeau?” domandai a Donna subito dopo.
“Puoi andare a giudicare tu stesso” rispose lei facendomi l’occhiolino mentre si teneva stretta ad Etienne sempre più sorridente .
Io annuii e con il piccolo Marc ,ancora tra le braccia, entrai nella stanza .
Quando fui dentro trovai la mia Isabeau distesa sul letto , coperta da un leggero lenzuolo di lino . Era intenta ad osservare l’unica finestra della stanza , dalla quale entrava la luce del sole di mezzogiorno .
La sua cascata di riccioli biondi le incorniciava il volto pallido e stanco , ma tuttavia sorridente e sereno .
I suoi occhi di cerbiatto erano carichi di una profonda gioia quando li incontrai .
“come ti senti?” le chiesi comunque un po’ preoccupato, sedendomi lentamente su uno sgabello posizionato accanto a lei .
Mio figlio dormiva ancora profondamente fra le mie braccia.
“bene” mi rispose mia moglie sfiorandomi una spalla con dolcezza
“ come non mi sono mai sentita” aggiunse pochi istanti dopo , allargando il suo meraviglioso sorriso.
“come desideri chiamarlo?” le domandai seppur conoscevo già la risposta .
Lei mi guardò con amore infinito e le sue labbra si mossero per pronunciare il mio nome : “Marc. Vorrei che si chiamasse Marc. Come te amore mio”
Sentirglielo dire fu meraviglioso .
Guardai il piccolo addormentato e annuii : “ E sia!” esclamai senza ormai riuscire più a contenere l’immensa gioia diffusasi dentro di me .
“Marc de Ponthieu” aggiunsi prima di chinarmi per donare un bacio sulle labbra a mia moglie Isabeau