Il ragazzo di fuoco

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RE: Il ragazzo di fuoco

da lukix59 » 18 gennaio 2013, 20:44

Carina la storia fino ad ora, quantomeno incuriosisce me.
Immagino che la prova che intenda il tizio pompato sia un combattimento in piena regola (cosa che mi piacerebbe molto), e spero che tu non decida di far scadere la relazione tra Angelo e Valentina in un amore, come sarebbe scontatissimo che succedesse.
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Re: RE: Il ragazzo di fuoco

da dragonelcuore » 18 gennaio 2013, 21:35

lukix59 ha scritto:Carina la storia fino ad ora, quantomeno incuriosisce me.
Immagino che la prova che intenda il tizio pompato sia un combattimento in piena regola (cosa che mi piacerebbe molto), e spero che tu non decida di far scadere la relazione tra Angelo e Valentina in un amore, come sarebbe scontatissimo che succedesse.


be lukix ...
[spoiler] attenzione spoiler spoileroso u_u
[spoiler] il tizio pompato ha in mente proprio quello XD Spero di riuscire a descriverlo bene e a non annoiare però :sleep: ... me se vuoi i combattimenti ti becchi anche la storia romanica XD oppure no .... devo ancora decidere ;) [/spoiler][/spoiler]
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RE: Il ragazzo di fuoco

da arget-finiarel » 19 gennaio 2013, 14:20

bel capitolo!
Immagina un mondo fatto solo di luce: vedresti solo bianco. L'ombra delinea i bordi, rendendo possibile capire ciò che ci sta intorno. Per questo l’equilibrio è fondamentale. luce d'argento
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RE: Il ragazzo di fuoco

da lightgleard » 20 gennaio 2013, 13:29

UAO, dico solo questo :D QUesta FF mi sta veramente appassionando ed è così intrigante che ti invoglia a continuare a leggerla ;) COmplimenti e posta prestooooo :innamorato:
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RE: Il ragazzo di fuoco

da arget-finiarel » 20 gennaio 2013, 14:31

condivido lo stesso pensiero :)
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RE: Il ragazzo di fuoco

da NaRayquaza » 23 gennaio 2013, 17:14

ehi, scrivi benissimo :D mi piace molto questa fanfic ;) posta presto!
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RE: Il ragazzo di fuoco

da dragonelcuore » 23 gennaio 2013, 21:04

dunque, questo pezzo è più corto degli altri e un pò noiosetto ma mi serviva per fare da introduzione al prossimo... che vi assicuro sarà proprio :arms: intanto accontentatevi XD



Il lampioni di Via delle Rose quella sera erano stranamente spenti. Angelo fissava la strada, in cerca di nemmeno lui sapeva cosa. Era passata una settimana da quell’incredibile giornata che aveva cambiato la sua visone del mondo. Lo strano tipo dai capelli bianchi non si era più fatto vedere, lasciandolo perplesso e frustrato. Più di una volta era tornato a casa prendendo scorciatoie buie e poco frequentate, nella speranza di incoraggiarlo a farsi avanti, ma niente. Iniziava quasi a credere di essersi immaginato tutto.
Inoltre, il nuovo fregio sul suo palmo in quei giorni aveva iniziato lentamente a sbiadire, come una ferita che inizia faticosamente a rimarginare. Le fiamme luminose suoi polpastrelli ormai emanavano solo un vago scintillio e all’incavo del polso le sfumature del fuoco si erano fatte più scure e cupe. Solo il cerchio nero era rimasto tale, anzi sembrava addirittura di un nero più profondo.
Il pizzicore che aveva continuato a sentire per giorni ormai era solo un ricordo, ma ogni tanto sentiva delle leggere fitte provenire dal centro del palmo … sembrava quasi che le fiamme si fossero assopite, in attesa.
Stupido. Si disse. Altro che “fiamme assopite” … probabilmente questa schifezza sta facendo infezione o qualcosa del genere … Le scottature fanno infezione? Macchissenefrega … Solletico o pizzicore è uguale : sto coso non serve proprio a niente, a parte farmi perdere il sonno nel timore che un tizio imbottito di steroidi decida di strangolarmi per non so nemmeno quale motivo!
Frustrato, il ragazzo tirò la tendina blu della finestra con un po’ troppa violenza, strappandola. _Ma porc … -
Imprecando tra i denti cercò di rimediare a quel disastro. Se sua madre l’avesse scoperto lo avrebbe ucciso molto prima che lo facesse quello psicopatico pallido.
Non c’era molto che potesse fare. La stoffa fine si era squarciata completamente, tanto che neanche un sarto professionista avrebbe potuto farci niente.
Sospirò, sedendosi sul letto. Non era proprio la sua giornata: quella domenica si era svegliato presto, con la ferma intenzione di compiere una seria indagine nel Bosco Vecchio. Si era messo in una tenuta sportiva, portando con se un piccolo zaino contenente alcuni snacks , una pila, un k-way e il suo coltellino svizzero. Aveva perso un po’ di tempo a chiedersi se gli servisse un arma per difendersi: non si poteva mai sapere … Ma aveva rinunciato, pensando che comunque anche se avesse avuto un coltellaccio in mano non avrebbe saputo che farci … E inoltre non era nemmeno sicuro che quel tizio ce l’avesse con lui … Tutte quelle precauzioni e preoccupazioni però non erano servite a molto: appena arrivato al vicolo che portava al Bosco Vecchie si era trovato davanti una muraglia di macchine dei carabinieri, e lo stesso era accaduto di fronte alle altre due vie d’accesso alla piccola foresta. Aveva pensato di sgusciare tra gli alberi in una zona in cui la foresta si congiungeva per un tratto alla strada che portava fuori dal centro di Valle Lumi, ma era stato colto in flagrante da due agenti in pattuglia, che gli avevano intimato poco cortesemente di girare i tacchi e tornarsene a casa.
Quell’ improvviso aumento della sorveglianza lo aveva lasciato perplesso. Nei giorni seguenti all’incendio i carabinieri si erano aggirati svogliatamente per il paese in cerca di indizi , lasciando definitivamente perdere l’indagine dopo pochi giorni.
Angelo aveva scoperto la causa solo quando era tornato a casa, stanco e pieno di disappunto. Navigando senza meta per la Rete aveva scoperto che in un paese poco distante da Valle Lumi un incendio dello stesso tipo aveva raso al suolo una villa, lasciando un’ impronta circolare carbonizzata attorno alle macerie. La notizia aveva riacceso in lui la curiosità, ma non aveva potuto far altro che passeggiare per tutto il giorno nella sua stanza come un animale in gabbia, sbirciando dalla finestra di tanto in tanto.
In quel momento però, qualcosa gli fece capire che l’attesa non era stata vana. Attraverso i vetri scoperti della finestra vide con chiarezza che in mezzo alla strada era comparsa una specie di globo luminoso, che galleggiava pigramente sospeso sulle strisce pedonali. Nessun altro sembrò notare quella fiammella blu che danzava sulla strada deserta.
Angelo prese svelto la giacca e si avviò verso la porta senza pensarci due volte. Il suo indizio lo stava aspettando.

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RE: Il ragazzo di fuoco

da lightgleard » 23 gennaio 2013, 22:44

Belooooo complimenti continua sono troppo curiosa :)
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RE: Il ragazzo di fuoco

da arget-finiarel » 24 gennaio 2013, 14:16

io non l'ho trovato per niente noioso, mi è piaciuto anche più di altri a dirla tutta. continua! sono curiosissimo!
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Re: RE: Il ragazzo di fuoco

da NaRayquaza » 24 gennaio 2013, 18:37

arget-finiarel ha scritto:io non l'ho trovato per niente noioso, mi è piaciuto anche più di altri a dirla tutta. continua! sono curiosissimo!

quoto! :) non era affatto noioso ;) vai così :ok:
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RE: Il ragazzo di fuoco

da dragonelcuore » 29 gennaio 2013, 20:59

dunque il pezzo molto :arms: che volevo scrivere è più lungo e impegnativo del previsto, quindi per ora posto la prima parte. Spero vi piaccia :)



Quando spalancò la porta di casa, col fiato corto, la fiammella era ancora lì ad aspettarlo, immobile come una sentinella. Non appena mise piede sull’ asfalto della strada il globo guizzò nervosamente e iniziò a fluttuare in circolo, come se non sapesse bene che direzione prendere. Poi, con una brusca inversione si diresse verso l’incrocio che immetteva Via delle Rose in Via Leopardi.
All’inizio si mosse ad una velocità sostenuta ma, giunti alla fine di Via Leopardi prese quota e accelerò, costringendolo a correre. Le strade erano stranamente deserte e il via vai di quella mattina sembrava solo un ricordo. Le case addormentate gli sfilavano a fianco, immerse nel silenzio notturno, rotto ogni tanto dal miagolio di un gatto in lontananza.
Dove volesse condurlo la fiamma blu gli fu presto chiaro, quando a metà di Via Giusti svoltarono in un familiare vicoletto. Ora che non c’erano più i lampioni, a guidarlo rimaneva solamente quella luce bluastra che gli lasciava distinguere ciò che aveva attorno solo nel raggio di pochi metri. Il globo rallentò, e muovendosi con cautela si accinse a condurlo tra i primi abeti del bosco, che nel buio sembravano neri fantasmi dalle dita scheletriche.
Angelo, con il respiro affannato, fu lieto di poter riprendere fiato e continuò a seguirlo facendo attenzione a non inciampare in qualche radice scoperta. Era così concentrato su dove metteva i piedi che si accorse subito del fatto che il piccolo lume sembrava affievolirsi sempre di più ad ogni istante. L’oscurità piombò su di lui in un attimo lasciandolo impietrito, un piede bloccato a mezz’aria.
Okay, restiamo calmi, niente panico pensò, appoggiando con lentezza il piede a terra, quasi temesse di far troppo rumore.
E in effetti non gli sembrava una cosa molto saggia mettersi a far casino in quel posto, che ora che era avvolto nelle tenebre gli sembrava ben poco accogliente.
Chiuse gli occhi e iniziò a respirare profondamente, come faceva sempre dopo aver corso a lungo: il segreto stava nel lasciare che l’aria entrasse ed uscisse dai polmoni a suo piacimento, senza però lasciasi andare a respiri secchi e veloci. Lentamente, il battito affaticato dalla corsa e dalla paura riprese i ritmi consueti e il ragazzo si sentì più lucido e vigile. Aprì gli occhi e rimase fermo immobile per alcuni minuti, aspettando che la vista si abituasse. Pian piano i contorni dei rami degli alberi si fecero più netti e guardando in alto riuscì a distinguere la fioca luminescenza della luna, ancora visibile nonostante fosse nascosta dalle nubi.
Non poteva mollare, si disse. Era vicinissimo alla soluzione del mistero, se lo sentiva nelle ossa, quindi non si sarebbe di certo tirato indietro. Hai voluto la bicicletta Angelo? Ora pedala!
Avanzò cautamente tra gli alberi, con una meta precisa : il vecchio maniero dei Giusti. Sapeva all’incirca in che direzione dirigersi e lo fece senza indugi. Tutti i suoi problemi erano iniziati lì, e lì sperava che finissero. Almeno… non in una maniera troppo tragica. pensò nervosamente.
Dovette muoversi molto piano e perciò ci mise più di tre quarti d’ora ad arrivare alla meta. Cercò di avanzare il più silenziosamente possibile, grato che il terreno molle sotto ai suoi piedi fosse privo di rami che potessero essere accidentalmente spezzati.
Quando arrivò al rudere rimase perplesso. Il muro era diverso da quello della volta precedente e non c’era nessun graffito … probabilmente doveva aver girato attorno al maniero senza accorgersene.
Questi pensieri furono immediatamente spazzati via da un particolare : tra le pietre crepate e rose dalle intemperie filtrava una leggera luce arancione, un baluginio incerto di un fuoco probabilmente .
Eccitato e terrorizzato al tempo stesso cercò una via d’accesso e dopo aver percorso il perimetro del maniero per una ventina di metri scoprì che una parte del muro era crollata, formando una fenditura che probabilmente dava sul cortile interno del castello.
Silenziosamente si appiattì a ridosso della pietra scabra e si sporse leggermente per dare un occhiata. Il cortile era invaso dalle erbacce e al centro di esso rimaneva solo un mucchietto di pietre che un tempo doveva essere stato un pozzo. Ma fu l’angolo più lontano a catturare la sua attenzione : seduto davanti a un grande fuoco che scoppiettava c’era il tizio dai capelli bianchi che da una settimana infestava i suoi incubi. Se ne stava lì, ad occhi chiusi, appoggiato mollemente alla parete. Sembrava quasi che dormisse.
O almeno, fino a quando non aprì la bocca e parlò: -Era ora ragazzino! Ci hai messo un secolo lo sai ? Insomma perlomeno non te la sei fatta addosso quando sei rimasto al buio, ma con il giro che hai fatto per arrivare qui pensavo che sarei morto di vecchiaia … -
Angelo, che era trasalito non appena lo sconosciuto aveva iniziato a parlare non seppe cosa replicare. Si era rivolto a lui come se si conoscessero da tempo, ma non c’era alcuna traccia di rispetto nel suo tono, anzi era decisamente provocatorio.
-Che fai lì impalato? Hai paura per caso?- sogghignò l’uomo beffardo, aprendo di scatto gli occhi. Le pupille rosse lo trafissero nonostante la distanza tra loro, com’era successo la prima volta a scuola, ma stavolta Angelo non si spaventò. Anzi , una sottile rabbia furiosa iniziò a montare dentro di lui, sorprendendolo. Avanzò a grandi passi verso lo sconosciuto, che lo guardava sorridendo, e quando si trovò a un metro dal fuoco sibilò :
- Io no di certo. Sei tu quello che ha paura, piuttosto. Non hai il coraggio di farti vedere alla luce del giorno, preferisci costringere la gente a rischiare di rompersi l’osso del collo in un bosco piuttosto che affrontarla faccia a faccia. Non credo proprio di essere io il codardo.- affermò, guardandolo dritto negli occhi. L’albino rimase per un attimo senza parole, poi strinse gli occhi e lo osservò con curiosità.
-Dunque pensi di essere un tipo coraggioso?- la domanda venne posta in un tono freddo e distaccato, che fece rabbrividire Angelo. Il ragazzo riuscì comunque a rispondere un sonoro: -Si!-
L’uomo tese la bocca in una smorfia amara.
-Non ne sarei così sicuro se fossi in te. - Poi si alzò con un movimento così fluido e veloce da essere degno di un leopardo.
Mantenne il fuoco tra di loro, e iniziò a frugare nelle tasca del pesante cappotto nero che portava.
Angelo arretrò con discrezione, pronto nel caso in cui l’uomo avesse tirato fuori un coltello o qualcosa del genere, ma rimase leggermente sconcertato quando la mano pallida dello sconosciuto riemerse dalla tasca stringendo nulla più che un foglietto spiegazzato.
- E dimmi, ragazzo coraggioso, non è che hai paura del fuoco per caso?- chiese iniziando a stirare lentamente il foglietto stropicciato con le dita.
Il giovane lo guardò, indeciso su cosa fare. Non riusciva a capire che cosa avesse in mente quel tizio, e la cosa lo preoccupava.
Dopo averlo appiattito per bene l’albino appoggiò il foglio sul palmo della mano destra, mostrando per un attimo un tatuaggio dai colori accesi.
-Ehi ma quello …!- esclamò Angelo, ma lo sconosciuto lo zittì con un cenno secco.
-Zitto! Devo concentrarmi.-
Il tatuaggio sulla sua mano, molto simile a quello del ragazzo iniziò a sfavillare illuminando il foglietto. Sulla carta iniziò lentamente ad apparire un immagine, che il ragazzo non riuscì a classificare … Sembrava un animale, ma non ne era sicuro. Le linee del disegno erano piccole scie di luce bluastra, che si facevano sempre più spesse. Quando il foglio fu quasi completamente coperto dal disegno, l’uomo lo gettò nel fuoco che bruciava di fronte a lui.
- Ti conviene tirarti indietro ragazzino.- mormorò, lo sguardo concentrato sulle fiamme.
Angelo arretro velocemente, mentre quello che prima era solo un normale falò si trasformava in una palla di fuoco incandescente senza controllo.
-Ragazzino.- lo apostrofò l’albino mentre la palla di fuoco si faceva sempre più grande, -Stai per fare la conoscenza di Zefiro, il mio animaletto da compagnia … è un tipo un po’ irritabile, perciò stai attento a non dire nulla di sbagliato con lui, potrebbe offendersi. -
Sotto lo sguardo attonito del ragazzo le fiamme presero lentamente la forma di un gigantesco felino di fuoco, alto all’incirca un metro e mezzo. Sembrava che la bestia provenisse direttamente dall’inferno : le zampe arcuate e robuste terminavano in lunghi artigli di fuoco blu e il muso era atteggiato in una smorfia ringhiante e ben poco rassicurante. Gli occhi, impossibili da descrivere, erano fatti di quello che immediatamente il ragazzo battezzò come fuoco liquido, e racchiudevano tutte le sfumature di rosso che si possano immaginare. La lunga coda era fatta di fiamme gialle che sprizzavano scintille roventi ad ogni movimento e le zanne erano fatte di un fuoco verde scintillante che sembrava invece quasi solido.
Era uno spettacolo terrificante e affascinante al tempo stesso.
La belva scosse un po’ il capo infastidita, come se non fosse ancora del tutto a proprio agio con il mondo che la circondava. Nervosamente, zampettò in circolo, fermandosi spaesata.
Sembrò riscuotersi del tutto dal suo strano intontimento quando lo vide. Un ringhio sordo le salì su per la gola mentre lo osservava e si accucciò.
Un campanello d’allarme risuonò nella sua testa. Aveva già visto una scena del genere .. In un documentario sul regno animale probabilmente. I grandi predatori facevano sempre così quando erano pronti ad attaccar briga.
Zefiro flettè i muscoli delle zampe posteriori iniziando ad oscillare ritmicamente la coda, mentre il ringhio diventava sempre più forte. Angelo cercò di arretrare.
- Ah, giusto dimenticavo- osservò gaiamente il suo padrone. - Odia trovarsi di fronte uno sconosciuto appena svegliata.-
Angelo però non lo ascoltò minimamente perché in quel momento, come rispondendo ad un segnale invisibile, Zefiro ruggì spalancando le zanne acuminate e gli balzò incontro avvolgendolo in un turbine di scintille roventi.



L'ho scritto un pò in fretta perchè ero ispirata ... spero non ci siano troppi errori :ehehe:
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RE: Il ragazzo di fuoco

da arget-finiarel » 29 gennaio 2013, 22:09

bel capitolo! come gli altri, dopotutto. c'era qualche errore però se lo si scrive velocemente può capitare. la descrizione di zefiro mi è piaciuta molto!!
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RE: Il ragazzo di fuoco

da kiki13 » 30 gennaio 2013, 11:51

Ho scoperto solo adesso la tua ff e... credo di non aver mai fatto un errore così grosso! Scrivi benissimo e la storia è particolarmente intrigante.. E' semplicemente fantastica! :innamorato:
POSTA!POSTA! :laugh:
Bisogna volere l’impossibile perché l’impossibile accada.
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RE: Il ragazzo di fuoco

da dragonelcuore » 30 gennaio 2013, 14:30

thank youuuuuuu!!!!!!!!! :D
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RE: Il ragazzo di fuoco

da dragonelcuore » 10 febbraio 2013, 17:28

Ugh :blink: è da un pò di tempo che non posto ... un pò tantino a dire il vero :ehehe: non disperate, stasera scriverò il prossimo cappy, che sarà decisamente emozionante *_* sarà davvero [smilie=wizard.gif] !!!!!!!!!!!
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