One-shot di tutti

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Re: RE: One-shot di tutti

da samurai98 » 9 settembre 2012, 11:32

oromiscanneto ha scritto:mi ha fatto sperare davvero di poter chiedere io qualcosa del genere a una stella cadente...

e chi non vorrebbe chiedere qualcosa a una stella cadente?? ;)
.:bisogna trovarsi a terra per essere calpestati:.
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Re: RE: One-shot di tutti

da oromiscanneto » 10 settembre 2012, 10:28

samurai98 ha scritto:
oromiscanneto ha scritto:mi ha fatto sperare davvero di poter chiedere io qualcosa del genere a una stella cadente...

e chi non vorrebbe chiedere qualcosa a una stella cadente?? ;)

Io no perchè non ci credo... :sospettoso:
http://www.eragonitalia.it/postt16311.html
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Re: RE: One-shot di tutti

da Wyarda » 10 settembre 2012, 11:11

oromiscanneto ha scritto:
samurai98 ha scritto:
oromiscanneto ha scritto:mi ha fatto sperare davvero di poter chiedere io qualcosa del genere a una stella cadente...

e chi non vorrebbe chiedere qualcosa a una stella cadente?? ;)

Io no perchè non ci credo... :sospettoso:


xD beh hanno comunque un senso le stelle cadenti. Servono a farci capire cosa vorremo, cosa desideriamo veramente. Loro non fanno niente xD Dobbiamo fare tutto noi, però almeno ci aiutano a districarci tra i nostri pensieri
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RE: One-shot di tutti

da duvrangrgata » 31 dicembre 2012, 14:04

Ok, mi dicono che devo postare qui quindi eseguo...
Celebro il mio ritorno su questo fantastico sito con una delle (poche) storie scritte in quest'anno d'assenza di cui mi sento soddisfatta.
Spero piaccia anche a voi!
Shot originale!


[color=darkblue]Ciò che resta



“Quindi questo è ciò che resta da fare, alla fine?”

Tic, tic, tic.
Osservò con sguardo vacuo le piccole gocce di sangue che cadevano a terra, senza vederle davvero.
Tingevano la neve di rosso, come piccoli fiori che che sbocciavano, incuranti del freddo.
Non lo sentiva nemmeno più, quel freddo.
Si era perso da qualche parte, insieme alla rabbia e alle lacrime.
Insieme al dolore.
Oh, ormai quello non lo avvertiva più da secoli.
Tic, tic, tic.
Era curioso come a forza di provare dolore avesse smesso di farci caso.
Non del tutto, ovviamente.
Era sempre lì, come una scheggia di vetro che pungeva lievemente il suo cuore distrutto.
Ogni tanto ci metteva delle toppe, su quel cuore distrutto.
Non bastavano mai.
Duravano per qualche ora, magari qualche giorno, ma mai più a lungo.
Con il tempo, aveva smesso di farlo.

A cosa sarebbe servito aggiustare un cuore che nessuno avrebbe voluto amare?


Una lacrima le scese lungo la guancia, cadendo a terra vicino alle gocce scarlatte, che si facevano sempre più numerose.
Le osservò, gli occhi vitrei come quelli di un cadavere, indifferente alle altre lacrime che le bagnavano il viso.
Le dita, strette spasmodicamente intorno alla lametta fino a farsi male, tremavano impercettibilmente mentre affondava l'oggetto nella carne morbida del braccio, incurante del sangue che le impiastricciava la manica della felpa scura.

Era Sua, quella felpa.
Gliel'aveva presa un giorno, senza più restituirgliela.
Era grande quasi il doppio di lei, ma non le importava.
Era Sua, e questo le bastava.
A volte le piaceva affondare il naso nel tessuto, inebriandosi del Suo profumo, rimasto impresso nella stoffa come un marchio indelebile.
Le mancava, quel profumo, più di qualsiasi altra cosa.
Sentirlo su un indumento non era come sentirlo sulla sua pelle.
Ma Lui non c'era più, e lei era rimasta sola con una felpa tra le mani.

La lametta affondò ancora nella carne, senza pietà, come a voler cancellare qualsiasi altra cosa che non fosse il liquido scarlatto che le scorreva tra le dita.
La vista iniziò ad appannarsi, mentre le forze le scivolavano via, senza che facesse niente per trattenerle.
Con un sospiro appoggiò il capo sulla panchina, lasciando che i ricordi che teneva sempre sigillati con cura le invadessero la mente, accompagnandola verso l'oblio.

“Where did I go wrong, I lost a friend 

Somewhere along in the bitterness 

And I would have stayed up with you all night 

Had I known how to save a life”
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RE: One-shot di tutti

da dragonelcuore » 6 gennaio 2013, 19:09

Ehm...ormai le vacanze di natale sono finite ma vorrei postare una specie di storia che avevo scritto ancora l'anno scorso per il giornalino della mia scuola ...spero vi piaccia :)

RICORDI


Ho sempre avuto una buona memoria, ma non tutti gli avvenimenti della mia vita sono chiari nella mia mente.
I ricordi che ho della mia infanzia sono pochi e quando cerco di riordinarli mi appiano come una specie di filmino formato da fotogrammi slegati e strani.
Il lungometraggio della mia vita inizia con la Luce. Una luce tiepida, timida, niente a che vedere con i raggi bollenti del sole d’Agosto. Ho sempre adorato quel tipo di luce, ne troppo calda ne troppo fredda. Perfetta.
Altro ricordo, questa volta molto umido: l’Acqua.
Dolce, fresca e limpida, con un retrogusto terroso. L’ho sempre considerata come una vecchia amica, qualcuno di cui avrei potuto fidarmi sempre.
E poi … la Terra, soffice sulla superficie e dura dove nessuno sguardo arriva … E l’Aria ! Ah l’aria … il mio sollievo e la mia consolazione.
Bei ricordi, dunque. Una vita serena, semplice e immediata. Senza preoccupazioni, senza amici ma anche senza nemici. Era una bella infanzia, ed io ero felice.
Prima che tutto si complicasse.
Qui i ricordi iniziano a farsi più nitidi e i fotogrammi diventano più numerosi, fino a formare intere scene.
Ricordo solo il Dolore. Tanto dolore. Fisico e interiore. Perché quel giorno, quello in cui tutto cambiò, mi strapparono via dalla mia casa. Semplicemente, senza alcuna spiegazione. D’altro canto, non ho mai conosciuto nessuno che si sentisse in dovere di dare delle spiegazioni a ME. O che pensasse di dover chiedere il mio parere. Perché prendersi la briga di parlare con chi non ti può rispondere? Appunto. Nessuno l’ha mai fatto. A parte … lei.
Lei fu l’unica cosa buona che mi capitò per lungo tempo. La conobbi poco tempo dopo essere stato sradicato brutalmente dalla mia casa. Mi portarono lontano, legato stretto al rimorchio di un piccolo camioncino. Forse pensavano che potessi scappare. Sciocco da parte loro. Ero troppo piccolo per provarci, ma anche se fossi stato più grande non credo che ce l’avrei fatta comunque.
Anche lei era piccola, più di me. Mi guardava con i suoi occhioni azzurri , curiosa e timida. Sembrava uno di quegli uccellini che venivano a trovarmi durante le lunghe giornate estive.
Ed era gentile. Molto gentile. Fu l’unica cosa che mi sollevò il morale durante quei terribili giorni.
Mi fu difficile ambientarmi. La Luce era diversa lì, scura.
Alt! So di aver appena detto una cosa strana. La Luce non può essere “scura”, è semplicemente contro la sua natura. Ma per me lo era. Anche la Terra e l’Aria erano diverse. L’unica che non mi abbandonò fu l’Acqua.
Lei me la portava tutti i giorni in un grande secchio, visto che il ruscello era troppo lontano. Barcollava sotto il peso del liquido come un ubriaco e spesso avevo paura che cadesse e si facesse male, tanto sembravano esili le sue gambette. Ma non successe mai.
Ogni volta che mi portava l’Acqua si fermava lì per un po’ e ci facevamo delle lunghe chiacchierate. Presto diventammo amici e capii che non aveva senso rimpiangere il passato. Quindi, mi rassegnai a rimanere in quel posto dalla luce scura. Dopotutto non era così male.
Passarono gli anni. Lei crebbe e crebbi anch’io. Le nostre giornate avevano sempre lo stesso piacevole ritmo : acqua, chiacchiere, acqua.
Un anno fece molto freddo e la neve cadde prima del previsto. Ero diventato molto alto e robusto e mi sentivo forte. Proprio in quel periodo successe una cosa strana. Penso che lei non volesse che io soffrissi il freddo, perché un giorno, poco prima del tramonto, uscì fuori con le braccia cariche di strane cose scintillanti e me le mise addosso. Non avevo mai visto niente del genere e a dire la verità mi sentivo ridicolo. Ma lei mi guardava estasiata e così la lasciai fare.
Da quel giorno in poi, per tutti gli anni che seguirono la scena si ripetè identica a se stessa. Dopo la prima nevicata dell’ inverno venivo vestito in quel modo e ogni anno mi sentivo ridicolo. Ma ogni anno lei aveva sempre quello stesso sorriso adorante, e dovetti definitivamente rassegnarmi al mio destino quando iniziarono ad arrivare altri bambini con la stessa identica espressione.
E’ passato molto tempo da allora e alcune cose sono cambiate. Lei ormai non può più uscire a guardare il mio vestito scintillante. Dice di essere stanca e io le credo. Le rughe del suo viso parlano per lei. Ma mi osserva sempre dalla finestra, quando crede di non essere vista. A volte sorride. Vorrei poterlo fare anch’io.
Siccome non può più venire a trovarmi manda altri al suo posto, bambini piccoli come lo era lei quando la conobbi. A volte la sento che gli dice: “ Corri fuori tesoro mio! Va a salutare l’Albero di Natale da parte mia …” E loro corrono subito da me, i visini raggianti e arrossati dal freddo.
Albero di Natale. Mi ha dato un bel nome non credete?
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RE: One-shot di tutti

da Saphira23 » 31 gennaio 2014, 13:10

Ciaoooo ^^ tempo fa ho scritto qualcosa che vorrei metter anche qui...anche se è già in giro da qualche parte nel web ^^
Spero piacerà ^^ un bacione , ci si scrive in giro ;)




Al di sopra di tutto: l'Amore







“Devi abortire” gridò lui con tutte le sue forze , dopo averle dato uno schiaffo in pieno viso .
Gli occhi neri in preda ad una furia incontrollabile.
Occhi che lei , in quel momento, non riusciva più a riconoscere.
Non potevano appartenere all’uomo che amava da sempre.
Al suo primo uomo, al suo primo amore.
Cadde a terra per la forza di quello schiaffo inaspettato , che non le causò soltanto dolore fisico .
Sfiorandosi la guancia dolorante con una mano, scioccata da quell’improvvisa reazione , guardò con sofferenza il ragazzo che continuava a torreggiare su di lei furioso.
Gli aveva appena comunicato di essere incinta…e lui si era trasformato in un mostro.
Un mostro .
Mai avrebbe pensato di definire così l’uomo che amava.
Non erano sposati, lei aveva solo diciassette anni, ma lui ne aveva ventitré e le ripeteva continuamente che ci sarebbe sempre stato nella sua vita, che l’avrebbe sposata presto…ed invece.
Si alzò e gli urlò ad un soffio dalle sue labbra: “No, non sarò io ad uccidere nostro figlio” ribatté radunando in ogni fibra del suo essere ogni briciolo di coraggio di cui poteva disporre .
Illusione. Aveva avuto l’illusione di un amore perfetto.
Un amore che si era infranto come uno specchio gettato su un pavimento gelido .
Un pavimento freddo come la neve d’inverno.
Si era illusa di quell’amore che in un battito di ciglia era stato cancellato da una sola parola: sbaglio.
“ Lui è stato uno sbaglio! Io non lo voglio!” esclamò indicando la vita che già viveva in lei .
Era all’inizio del terzo mese…ancora in tempo per porre fine alla sua vita .
Ma come poteva negargli la vita sbocciata in una meravigliosa notte d’amore passata con suo padre?
Chi era lei per decidere della sua vita ?
Suo padre lo stava disprezzando. Stava disprezzando ciò che era: suo figlio
Una vita nata da una parte di lui e da una parte di lei .
Era inconcepibile per lei quel suo disprezzo.
Erano una coppia così unita , e adesso?
Cosa era successo?
Perché non accettava suo figlio?
Paura?
Lei voleva assumersi questa responsabilità e avrebbe voluto farlo con lui…ma il ragazzo non desiderava più condividere nulla con lei .
Era disposto a cancellare quel loro amore , per via di quella sola notte in cui venne ad esistere lui .
Non l’aspettavano , eppure era arrivato a loro insaputa… per un attimo di follia, e adesso con la sua esistenza aveva mandato all’aria ogni sogno e progetto che la ragazza aveva fatto sulla sua vita.
Ma non poteva fargliene una colpa:
Lui era innocente
E se avesse abortito?
Tutto sarebbe tornato come prima , il loro rapporto non si sarebbe spezzato…problemi in meno .
Ma sarebbe stata lei a spezzarmi .
Il suo cuore pronto a sgretolarsi .
Non desiderava un figlio a diciassette anni…ma era successo e non poteva venir meno alle sue responsabilità.
“ Io terrò questo bambino” gli disse con forza
Lui allungò il braccio per indicarle la porta d’ingresso del suo mini appartamento nel quale avevano trascorso insieme attimi felici e rubati al tempo : “ Vai via…non farti più vedere allora . Io non riconoscerò mai questo bambino!”
“Sei disposto a cancellare ogni cosa di noi, pur di non crescere questo bambino?” gli domandò con il cuore in mano. Credeva ancora in un suo ripensamento.
La risposta fu terribile: “Sì”
Non l’amava come lei credeva…
Con le lacrime che gli rigavano il viso senza pietà , corse via sotto la pioggia battente di quel giorno , che a lei sembrò la fine di tutto.
Con coraggio la sera stessa confessò ai suoi genitori ogni cosa.
Erano a cena, nel soggiorno, davanti ad un pasto caldo e “ al calore della famiglia.”
Sapeva che non l’avrebbero appoggiata, perciò almeno sperava in lui , e sapeva anche che la risposta sarebbe stata la stessa di tutti quelli che aveva intorno in quel momento , e che mai avrebbe pensato di sentir uscire dalla bocca dell’uomo che amava : “Devi abortire”
No. No. No!
Quella sera stessa scappò di casa, dato suo padre si era già informato su come fare per liberarla da quel “peso” , per liberarsi da quella situazione vergognosa .
Corse a perdifiato nell’oscurità della notte, continuando a piangere…con una piccola borsa a tracolla e qualche spicciolo nelle tasche dei jeans consumati , ma che continuavano ad essere i suoi preferiti .
Un centro che si occupava di casi come questi , l’accolse con amore .
E per nove mesi trascorse la sua vita in quel luogo tra gioie e dolori.
Più volte pensò di non farcela , di tornare sui suoi passi…ma ogni volta doveva ricredersi perché la vita che era in lei scalciava come non mai in quei momenti .
La vita, l’amore che portava in grembo, le ricordavano che non doveva arrendersi mai …e che non era sola.

La pancia cresceva, l’accarezzava con cura… ad ogni movimento del piccolo sussultava di sorpresa e non vedeva l’ora di toccarlo , vederlo e stringerlo fra le braccia .
Venne alla luce in una sera d’inizio estate : il figlio amato da un’unica persona al mondo… da quell’unica donna coraggiosa , che aveva tanto lottato per la sua vita .
Era una madre meravigliosa.
*****

“ E poi?” chiese mia figlia, di appena tredici anni continuando a guardarmi con quei suoi graziosi occhietti color nocciola.
“ Sofia, questo era il nome della ragazza, lavorò duramente per crescere suo figlio , e lo fece nel migliore dei modi . E mai smise di amarlo . Mai . L’amò con tutta se stessa fino alla fine.
Il figlio aveva solo diciannove anni quando sua madre morì in un incidente .
Il ragazzo soffrì molto, anche perché non era ancora riuscito a dirle quanto le fosse grato per avergli dato la vita ”
“Lei si chiamava come me!” esclamò sbalordita la mia piccolina , poi aggiunse : “papà…è una storia vera questa? ”
Sorrisi.
“Sì , amore mio. Adesso vai a dormire su! Altrimenti domani mattina farai tardi a scuola”
Lei annuì più di una volta per poi rifugiarsi sotto le coperte: “Notte”
“Buona notte, piccola mia ” le dissi con amore, prima di chiudere la luce e la porta della sua stanzetta. Nel corridoio , appenai mi voltai trovai ,con mia grande sorpresa , mia moglie Veronica
Era poggiata di schiena ad una parete ed aveva gli occhi lucidi
“Devo tanto a tua madre” mi sussurrò mentre una sola lacrima le rigava una guancia
Annuii commosso : “Anch’io. Per avermi dato la possibilità di vivere e di amarti con tutte le mie forze . ”
“ Avrei tanto voluto incontrarla . Ringraziarla per avermi dato un dono… come te e Sofia! ”
Mi avvicinai a lei e l’abbracciai forte : “ Ti amo ”
Lei mi regalò un bacio sulle labbra e disse : “Ludovico…tuo padre ha richiamato questa mattina. Non pensi che sia il caso di perdonarlo? Non puoi dar la colpa a lui per tutto quanto . ”
Sospirai mettendomi le mani sui fianchi : “ Io l’ho già perdonato, ma non ho mai avuto il coraggio di dirglielo . Domani lo farò , promesso . So bene che nella sua vita avrei creato un bel po’ di casini, scompiglio...quindi chi sono io per giudicare la sua scelta ? Ma avevo bisogno di un po’ di tempo per mandar giù questo…peso. Non è affatto facile…perdonare ”
“Sei un uomo meraviglioso” mi disse lei con affetto , baciandomi ancora una volta. “ Tu sei stato la mia ancora di salvezza.”
“ Ti salverei da quel casino in cui vivevi altre mille volte. Perché ne è valsa la pena.”
Sulle labbra di Veronica si formò un meraviglioso e luminoso sorriso.
Sì. Grazie mamma…e grazie anche a te papà per questa vita.
Senza di voi, Veronica non sarebbe mai stata mia e mia figlia non sarebbe mai nata .
Sì. Al di sopra di tutto : l’amore
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RE: One-shot di tutti

da EragonEldunari » 31 gennaio 2014, 13:46

Wow, non ti puoi immaginare cosa significhi per me questa storia, Saphira23, in più scritta proprio oggi. Mi hai fatto piangere ;(
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RE: One-shot di tutti

da Saphira23 » 2 febbraio 2014, 12:42

Ciao EragonEldunari...non posso che essere contenta con tutto il cuore di ciò che mi hai scritto, e poi il saper di aver postato questa breve storia proprio in quel giorno che per te ha significato qualcosa in più , è stato qualcosa di meraviglioso ^^ grazie di cuore ;)
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Re: One-shot di tutti

da EragonEldunari » 6 febbraio 2014, 12:35

Grazie a te <3
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RE: One-shot di tutti

da Demonietta97 » 26 marzo 2014, 22:43

La meraviglia... *_* sono sinceramente commossa ;) ... Diciamo che è una "shot" che và dritta al cuore, centra perfettamente il bersaglio e resta lì, a colmare l'animo di dolcezza. Decisamente, questo post trasuda dolcezza da ogni benedetto carattere battuto sulla tastiera.

Grazie per averlo condiviso con noi..
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RE: One-shot di tutti

da Saphira23 » 28 marzo 2014, 14:36

Grazie a te ^^
Grazie per le tue bellissime parole, sei molto gentile ^^
Sono contenta che questa one shot sia piaciuta anche a te ;)
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RE: One-shot di tutti

da Saphira23 » 3 aprile 2014, 17:37

Ciaoooo ragazzi ^^
allora! Qui nessuno scrive più ? Forza, forza ^^
Ho trovato ispirazione grazie ad una particolare colonna sonora tempo fa...ed ecco cosa ne è uscito fuori :)
Mi mancava descrivere piccole battaglie XD
Alla prossima ;)
Bacione a presto ;)




Letizia




Avanzavo senza sosta sotto la pioggia battente .
Dietro di me le mie truppe marciavano al ritmo dettato dai tamburi di guerra .
Il mio destriero era impaziente e scalciava con non mai , pronto ad entrar nelle mischia che si stagliava all'orizzonte .
Il cielo era rossastro sopra quei due schieramenti ormai fusi tra loro .
Spade cozzavano in aria producendo accecanti scintille , e non lasciavano tregua ai mal capitati .
Urla agghiaccianti risuonavano per l'intera valle, assieme a quell' impercettibile rumore di alcuni dardi scoccati alla cieca da arcieri nascosti chissà dove .
Non si riconoscevano più gli amici così come i nemici , le divise erano troppo sporche di fango e sangue per poter mantenere i loro colori sgargianti .
Gli avvoltoi danzavano sopra la furia del combattimento aspro, violento, pronti a banchettare con i corpi di chi sarebbe caduto , e lanciavano strani versi nell'aria dal "sapor" di morte .
Ma io non avevo alcuna intenzione di abbandonarmi alla morte .
In mezzo a quel trambusto sarebbe stata in bilico anche la vita di ciascuno di noi , e la ragione umana si sarebbe spenta davanti a quell'enorme atrocità , ma io avrei fatto tanto pur di sopravvivere .
Non avevo paura di morire , ma in cuor mio comprendevo il fatto che forse non sarei più potuto tornare dalla donna che amavo .
Dalla mia dolce , tenera, e graziosa Letizia .
Forse i suoi capelli dorati non avrebbero più solleticato la mia pelle , i suoi occhi verdi non avrebbero più fatto sospirare i miei .
La donna che avrei voluto sposare , e che quella guerra mi stava proibendo di farlo , forse non sarebbe più stata mia .
La mia Patria aveva bisogno di quanti più uomini possibili per vincere contro chi voleva distruggere le nostre terre .
Quindi...
La mia Patria aveva bisogno anche di me .
Uno tra i principi più fedeli all'imperatore .
Fermai il mio destriero tirando le redini ed alzai la spada verso l'alto .
I miei uomini alle mie spalle m' imitarono.
" Per amore della nostra terra, per amore delle nostre famiglie" e con un colpo di talloni feci ripartire il mio destriero, ma questa volta al galoppo .
Dissi quelle parole per dar forza a me stesso ed al mio esercito...ma in guerra , l'amore non poteva aver parte .
In guerra non c'era alcun tipo di amore.
Era l'odio a sopraffare gli uomini .
Eppure...continuavo a sperare che l'amore che dimorava in ciascuno di noi, amici e nemici, ci sorprendesse e ci liberasse di quella guerra inutile , senza ulteriori spargimenti di sangue.
Figli avrebbero ritrovato le loro madri, uomini le loro mogli...ed io, la mia Letizia.
L'avevo lasciata in lacrime poco prima di partir per arrivar in quel luogo terrificante . La sua esile figura era poggiata alla soglia della porta della sua stanza .
Quanto era fragile , ma al tempo stesso forte e risoluta.
"Letizia, amore, ritornerò da te" sussurrai tra me e me mentre adocchiavo di continuo un semplice nastro bianco, che avevo legato appena sopra il gomito. Era stata lei a farmene dono.
" Che tu possa tornare da me" mi aveva sussurrato prima che io le rubassi un ultimo bacio .
Abbattei un fianco dello schieramento nemico ancora ben compatto .
Il mio obiettivo era sempre stato quello .
E quando entrai in mezzo ai nemici molti dei miei caddero sotto i miei occhi .
Alcuni morirono schiacciati sotto il peso dei loro destrieri, che nitrivano impauriti
Affondai la spada nel corpo di uomini che neanche provai a guardar in faccia .
Ero costretto ad uccidere per ordine dell'imperatore e per salvare la mia gente, e non serviva che guardassi anche la vita abbandonare i corpi che distruggevo .
Feci una smorfia di disgusto.
L'aria non aveva quel suo odore di sempre , gli uomini erano troppo stupidi per far rimanere puri quei meravigliosi paesaggi .
Pregai al buon Dio di perdonarmi e di darmi ancor qualche possibilità per riveder ancora una volta il mio amore . E pregai ,che se avessi superato anche questa battaglia , avrei trovato il modo di non impugnar più un'arma e di vivere la mia vita beandomi dell'amore e della pace .
Il mio scudo fu disintegrato da violenti colpi , che attribuii ad una mazza ferrata.
Digrignai i denti , e facendo cader a terra ciò che rimaneva del mio scudo , scesi agilmente da cavallo per affrontare il mio nemico a piedi .
L'avambraccio sinistro- dove prima era legato lo scudo- doleva come non mai , e qualche scheggia di legno doveva essere sicuramente penetrata nella carne, ma non dovevo mollare.
Ogni colpo che parai , ogni affondo, stoccata che inflissi al mio nemico , mi portavano sempre più ad un passo da lei , dal ritorno a casa .
Era inutile.
Più provavo a non pensarla in quel momento più era presente nei miei pensieri.
Urlai al mio scudiero di tener alto lo stendardo della mia famiglia, per non far disperdere i miei.
Io ero ancora con loro e non avevo intenzione di abbandonarli .
L'uomo che aveva distrutto il mio scudo sparì sotto i miei colpi , ma insieme a lui il mio fedele destriero stramazzò al suolo , per i numerosi dardi scagliati da lontano da alcuni arceri nemici.
Sentivo il sapore metallico del sangue in bocca, ma continuai ad avanzare e a dare ordini .
Ed al tramonto non rimasero che pochi di noi ancora in piedi .
Io avevo vinto, noi avevamo vinto .
Il giorno era passato senza che io me ne accorgessi .
L'imperatore annuiva soddisfatto da lontano , assieme alla sua guardia imperiale, ma la verità era che in guerra nessuno era vincitore , c'erano solo vinti e morti .
Le mie membra erano stanche assieme alle mente.
Avevo il volto sporco di fango e percepivo qualche graffio lungo tutto il corpo , ma ero ancora vivo.
Vivo.
La vita mi era così dolce .
Alzai gli occhi verso il cielo ed attraverso "il vento" raggiunsi la mia Letizia .
Amore mio, torno da te.
Potrò rivederti ancora, ancora e ancora .

*****
Dopo quella battaglia, una delle tante che avevo dovuto affrontare per quella guerra che sembrava non aver mai fine, il mio palafreno trottava allegro sulla via verso casa .
Non mancava molto per raggiungere il mio castello .
Mancavo da mesi ormai...erano passati due inverni, ma il mio cuore non aveva mai smesso di restar caldo . In me l'Estate non era mai andata via.
Il mio cuore straripò di gioia quando il mio angelo vestito di blu corse verso di me non appenai varcai la soglia di casa .
Il suo sorriso, i suoi occhi lucidi e contenti di rivedermi , i suoi lunghi capelli dorati che le frustavano le spalle .
I miei occhi finalmente si bearono di quella visione paradisiaca.
Era la donna più bella che avessi mai visto e stava aspettando me.
Dopo aver visto tanto dolore ora non avevo altro che occhi per lei .
Lei , che era il mio amore.
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RE: One-shot di tutti

da callistor_des » 6 aprile 2014, 16:15

Entrambe le storie che hai pubblicato nonostante il contesto sono colorate di una delicatezza straordinaria che commuove e fa gioire allo stesso tempo. Ad esempio nell'ultima alla descrizione della guerra vi son alternati momenti di un'amore caldo e sincero capace di vincere le distanze e le avversità. Complimenti :)
Anima inquieta
erri alla fine di un sogno
fra boschi di salici piangenti in terre senza sole
la neve si tinge di pennellate di aurora
il ghiaccio preme sul sospiro struggente.
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RE: One-shot di tutti

da Saphira23 » 11 aprile 2014, 12:37

Ciao Callistor-des ti ringrazio moltissimo per aver letto entrambe le mie one-shot ^^
Sono davvero contenta che ti siano piaciute , e che tu abbia trovato straordinaria -nonostante i contesti diversi - quella delicatezza e quell'amore che volevo trasmettere ;)
Grazie di vero cuore ;)
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RE: One-shot di tutti

da Saphira23 » 24 aprile 2014, 16:13

Ciaoooo, altra piccola e semplice one-shot ^^
Un bacione a presto ;)



Era lì , come un piccolo miraggio…davanti ai miei occhi.
Seduta ai piedi di una quercia secolare in riva al lago , intenta ad osservare il mondo .
Una fanciulla graziosa , non affasciante…eppur per me irresistibile .
Dolce, premurosa e passionale erano le tre giuste parole per descrivere una donna come lei .
Niente avevo di più caro , e niente desideravo di più .
Dio aveva ascoltato le mie preghiere .
Avevo trovato una donna d’amare , che mi amava a sua volta con la stessa intensità .
Potevo chiedere di più?
Immagino di no…
Lei mi bastava , contava e riempiva i miei giorni come nessun’altra era mai riuscita a fare .
Le sue piccole braccia intorno alle ginocchia strette al petto , il suo lungo vestito sparpagliato sull’erba come la corolla di un fiore candido e puro , e i suoi lunghi capelli lisci color castano scuro che volteggiavano in aria , erano in perfetta sintonia con l’ambiente circostante .
L’osservavo da ore ormai, senza mai stancarmi.
Niente e nessuno sarebbe riuscito a separarmi da lei .
Eravamo diventati un solo corpo alla presenza di Dio .
Il mio respiro, il mio cuore.
Non esisteva più quello che eravamo stati , ma quello che eravamo diventati…insieme.
Potevamo vivere la nostra storia d’amore, finalmente!
Ed ora eravamo lì…dove tutto era cominciato .
Una corsa a cavallo, un temporale arrivato all’improvviso , un salvataggio inatteso…il tutto nelle mie terre.
Si era persa, arrivando al galoppo senza avere una meta precisa.
Scappava da casa sua per colpa di suo padre . Un conte in rovina, che voleva costringerla a sposare un vecchio duca, cugino del re , uno tra gli uomini più ricchi del regno .
Come era usanza nel nostro tempo…purtroppo i guai si coprivano in questo modo.
Era semplice e facile decidere della vita altrui .
Nel nostro mondo non c’era amore.
Le unioni avvenivano per questioni di potere, economiche… mai per amore.
Amore.
Proprio nel momento in cui non speravo più di incontrarlo , eccolo che era arrivato .
Abbracciandomi forte e conquistandomi di slancio aveva trasformato la mia anima .
Un filmine al ciel sereno .
Folgorato dai suoi occhi, vittima dei suoi capelli che frustavano il mio viso, preda delle sue lacrime che aveva riversato sul mio petto sotto la pioggia quel pomeriggio di mezza estate .
Mi aveva abbracciato in cerca di conforto, pur non conoscendomi.
Si era fidata di me, senza esitare e battere ciglio .
Era come se sapesse che io la stessi aspettando.
Lì, sotto quel temporale…in riva al lago.
Nessuno dei due era a conoscenza del fatto che mio padre, un marchese, aveva contribuito alla rovina di suo padre.
Eppur il saper la verità non ci divise .
I nostri genitori fecero di tutti per separarci , ma non vinsero .
Noi eravamo la luce d’amore nell’oscurità dell’odio.
Due famiglie che si odiavano…furono costrette ad amarsi.
Per il nostro bene.
Cos’è più forte dell’amore?
Nulla.
Neppur la morte potrà mai separarmi dalla mia sposa .
“Vi amo mia dolce Christine” le sussurrai ad un orecchio, dopo essermi chinato su di lei.
Christine mi sorrise: “ Anch’io vi amo Edoardo. Ed aspetto un figlio da voi ”
Ecco l’amore unirsi ad una profonda gioia…
Ora… ditemi voi : Un uomo che ha conquistato entrambe queste cose… può vivere in eterno?
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