
Ancora una volta, Clary doveva farsi prestare dei vestiti da Isabelle. Si sentiva imbarazzata per questo, sopratutto perchè Isabelle non sapeva che pesci pigliare. L'unica cosa della taglia di Clary era una gonna lunga, argentata, decisamente bella. Ma Isabelle non trovava nessuna maglia da prestarle. Alec e Jace, che erano tornati in fretta perchè non avevano dovuto cambiarsi granchè, osservavano Isabelle scavare nei profondi meandri del suo armadio e lamentarsi della corporatura di Clary.
Sam bussò in quel momento. Nessuno andò ad aprirle, Isabelle disse solo - Avanti!
Sam entrò con leggera esitazione. Gli sguardi di Alec e Jace saettarono verso di lei – Wow.
La ragazza era fantastica. Indossava un bellissimo vestito nero senza maniche, stretto sopra e con una gonna a ruota lunga. Aveva i capelli biondi raccolti in uno stretto chignon e nemmeno un filo di trucco.
Sam ignorò i sussurri maliziosi dei ragazzi, ma si bloccò sulla porta della stanza. Osservava Isabelle, scocciata e borbottante, che frugava nell'armadio e fissava Clary, con la gonna elegante e la felpa grigia.
- C'è qualcosa che non va? – chiese Clary. L'espressione di Sam era persa e scioccata.
- No, solo... una sensazione di dejavù – la sua espressione era persa nei ricordi. Si riscosse e guardò Clary fece un debole sorriso – Per voi c'è qualcosa che non va – non era una domanda.
Isabelle riemerse. Indico Clary – E' lei. E' così minuta, non so cosa prestarle. Se non trovo nulla dovrà andare in giro con la felpa – la sua espressione era corrucciata.
Sam si fece pensosa – Forse ho io qualcosa.
Clary la guardò. Sam non sembrava proprio il tipo di ragazza che si interessa alla moda.
Lei uscì e tornò in un lampo. Tra le mani stringeva qualcosa di stoffa nera. La porse a Clary – - Provala. Forse ti va bene.
Clary entrò nel bagno. Sam le aveva dato una maglia che si allacciava al seno e lasciava le spalle scoperte. Poi aveva due lunghe maniche. Le calzava a pennello.
Uscì dal bagno. Stavolta gli sguardi maliziosi erano su di lei. La maglia stava benissimo con la gonna.
- Perfetto – disse Isabelle. La fece sedere davanti al tavolino e cominciò a truccarla.
- Grazie – disse Clary a Sam. La ragazza aveva in mano delle lunghe bende nere e le stava avvolgendo intorno alle braccia, partendo dalle mani.
- Non è niente. Quella ti proteggerà. E' stata lavata con acqua santa e ha un motivo di croci in filo d'oro semivisibili. La stoffa ha anche una leggera percentuale di ferro. Per le fate – aggiunse.
Clary spalancò la bocca di fronte a quella sfilza di protezioni – Allora dovresti metterla tu.
- Ho quello che mi serve – stava iniziando ad avvolgere il braccio destro. Alzò il polso e Clary vide la sua mano. Aveva una macchia rossa. Forse una bruciatura o una voglia.
Clary la osservò meglio. Per quanto il vestito potesse essere carino, parlava solo di battaglia. Il corpetto le ricordava un po' la tenuta da Cacciatrice, in cuoio, aderente, ma comodo. La gonna a ruota era ampia, in modo che i suoi movimenti non fossero limitati – Perchè le bende?
Sam continuò il lavoro di avvolgimento – Servono a tenere ferme le ossa e la cartilagine. Se combatti a mani nude può capitare che vadano fuori asse ed è una cosa parecchio dolorosa. E' un metodo poco utilizzato, perchè essendo fatte di cuoio rigido rallentano i movimenti, ma... – scrollò le spalle e guardò Jace – Perchè hai i marchi solo nel braccio destro?
Jace alzò le spalle – Sono mancino.
- Te li faccio?
Alec fece una smorfia. Isabelle si voltò di scatto. Jace le porse lo stilo, ignorando gli altri. Sam lo poggiò sul braccio sinistro di Jace e cominciò a disegnare le rune. Izzy e Alec sembravano scioccati, come se Sam fosse saltata addosso a Jace, ma Clary aveva notato una cosa. Sam aveva sollevato la manica della maglia di Jace, aveva accettato il suo stilo e cominciato a disegnare senza una minima traccia di malizia. Non sembrava una ragazza che cerca di attirare l'attenzione di un bel ragazzo. In effetti Jace e Sam assomigliavano stranamente ad Alec e Isabelle.
- Combatti a mani nude? – chiese Alec all'improvviso.
Sam parve sorpresa, ma annuì – Si, a volte si.
- Ma non usi pugnali, spade angeliche...? – Alec sembrava incuriosito, come se per lui fosse strano combattere senza armi.
- Tu dovresti sapere meglio di altri che io uso bene i pugnali – un sorriso fugace – Quanto alle spade angeliche, le odio.
Jace riprese il proprio stilo e indico le braccia nude di Sam – Vado?
- Ok – Sam si immobilizzò mentre Jace le disegnava le rune – Ahia. Premi troppo.
- Scusa.
Mentre Jace era ancora all'opera, Sam guardò Clary – Però c'è un problema. Tu e Jace siete troppo... evidenti.
Jace scoppiò a ridere – Evidenti?
Sam non rise – Qualunque sensitivo vi veda, capirà che in voi c'è sangue d'Angelo. E questo, secondo le regole dell'Equilibrio non è esattamente corretto.
Jace e Clary si misero a parlare contemporaneamente
- L'Equilibrio ha delle regole? Pensavo che...
- Ma non è colpa nostra! E' stato Valentine!
Sam alzò una mano – Calma, calma. Si, l'Equilibrio ha delle regole. E anche piuttosto severe. C'è una regola che proibisce l'attacco ai Sangue Misto per procurarsi il sangue di mezzo demone o mezzo angelo. E ce n'è un altra che proibisce l'uso di sangue di mezzosangue sugli umani.
- Ma noi non abbiamo sangue di mezzosangue. Abbiamo sangue di Angelo.
- Questo è ancora più proibito. Ovviamente se spiegaste quello che è successo con Valentine Morgenstern non vi riterranno responsabili. Ma nessuno di quelli che frequentano l'Hell's si fermerebbe a chiedere spiegazioni. Per loro le regole sono regole – guardò Jace che aveva appena finito di farle i marchi – Mi hai ammazzato. Non ti chiederò più di farmi i marchi.
- Scusami. E che sono un po' nervoso.
Sam lo guardò con attenzione – Sei pallido Jace. Mangia qualcosa.
Il ragazzo scoppiò a ridere. Stava ancora scuotendo la testa quando Alec disse – Ma pensavo che stessimo andando in una specie di, che so, tugurio, dove la gente se ne frega delle regole.
Sam si fermò un attimo, poi scosse la testa – Ve lo spiego quando saremo lì. Per quanto riguarda voi due – indicò Jace e Clary – posso chiedere di mettervi addosso un incantesimo, che contenga la vostra aura e...
- La loro aura? – chiese Isabelle, che aveva finito di truccarsi e di truccare Clary.
- ... e non insospettisca nessuno – la ignorò Sam – Ma difficilmente vi piacerà.
A Clary balenò un immagine nella mente. Era una specie di cerchio, con dentro una figura che rappresentava un Angelo. Una runa di contenimento – Possiamo usare una runa –esclamò.
Si immaginava che Sam ridesse o che la guardasse e dicesse che non esistevano rune capaci di contenere un aura. Non disse niente. Si limitò a fissarla con attenzione – E' una runa che mi è venuta in mente adesso – tutti nella stanza avevano gli sguardi puntati su di lei. Prese un pezzo di carta e disegnò la runa, poi la mostrò a Sam.
La ragazza la guardò bene, poi sorrise. Un sorriso vero, non freddo, arrogante, sarcastico o amaro. Era un bellissimo sorriso che a Clary fece voglia di sorridere in risposta – E' fantastico – e Clary lesse l'entusiasmo nella sua voce – Sei capace di creare nuove rune!
Clary si sentì orgogliosa – Beh... si.
- Vai, provala. Provala su Jace, vediamo quanto è forte.
Clary prese lo stilo che aveva in tasca e disegno la runa sul palmo di Jace, visto che le braccia erano già tatuate. La disegnò con lentezza, come se volesse imprimere tutto il significato della runa sulla pelle di Jace. Quando finì, si spostò. Jace era al centro della stanza, con gli occhi di tutti puntati addosso
- State aspettando che mi trasformi in un rospo?
Sam stava ancora sorridendo – Funziona. Non ci credo – rivolse a Clary uno sguardo incredibile. Ammirazione e anche... gratitudine?
- Come fai a dire che funziona? – Isabelle era scettica
Sam fece spallucce – Sono una sensitiva – si massaggiò le tempie – Clary dovrebbe farti più spesso questa runa. Quando siamo nella stessa stanza mi fai venire il mal di testa – una pausa – Clary, devi farla anche tu.
Jace prese lo stilo dalle mani di Clary e gliela disegnò sul palmo, proprio come aveva fatto lei.
- Ok. Siete armati?
- Oh, si – disse Isabelle. Aveva optato per un vestito blu mare, con una gonna lucida che le arrivava più o meno all'inizio delle cosce. Aveva una giarrettiera azzurra al quale era infilato un pugnale, una bocchetta d'acqua santa agganciata ad un braccialetto al polso, un girocollo con un motivo di croci d'argento e la sua inseparabile frusta elettro attorcigliata intorno al braccio come un improbabile ornamento – Tu non sembri armata – indicò Clary.
Lei brandì lo stilo – Ho tutto quello che mi serve – ma accettò di buon grado la spada angelica e il pugnale che le porse Jace.
Mentre uscivano dall'Istituto un raggio di luna colpì Sam, facendo scintillare il crocefisso che portava al collo. Era sovrapposto ad un altra catenina, una placca d'argento con incisa una grossa M. Clary ricordava di averla già vista.
Presero la metropolitana, praticamente deserta. Sam li portò in una zona di New York completamente sconosciuta a Clary e anche poco raccomandabile.
Mentre stavano entrando in un vicolo, a Clary parve vedere un ombra scura seguirli. Si girò per dirlo a Jace, ma si bloccò alla vista di una figura con una fitta zazzera di capelli verdi.
- Salve – disse Ryan.
- Ciao – Sam sembrava tranquilla, come se si fosse aspettata di vedere il ragazzo. Forse si erano dati appuntamento.
Il ragazzo fece un piccolo broncio – C'è qualcosa che non va – indicò Clary e Jace – Non vi sento. Non come dovrei.
Sam fece un sorriso smagliante. Clary si sentì stranamente delusa nel notare che era un sorriso freddo, non spontaneo come quello di prima – Un runa di contenimento.
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia – stranamente nere – in un espressione confusa – Non esistono rune di contenimento.
- L'ha creata Clary – Sam le fece un cenno e lei alzò la mano, per mostrarla al ragazzo.
Interessante – disse fissandola. Poi il suo sguardo si posò su Isabelle e Alec, squadrandoli. Isabelle, notò Clary, aveva dipinto in faccia un sorriso accattivante, che Ryan ignorò
Allora esiste qualcuno capace di resistere ad Isabelle.
- Entriamo? – Sam sembrava stranamente nervosa.
- Pazienza, ragazzina. – Sam fece una smorfia. Ryan si girò verso il muro del vicolo – La notte ha mille occhi
Jace guardò il ragazzo con attenzione, come se improvvisamente si fosse trasformato in un caprone verde.
- E il giorno uno solo – rispose una voce. Clary notò con disagio che si trovava da qualche parte nel muro.
Una porta si aprì, illuminando il vicolo di luce rossa – Bene bene, cosa abbiamo qui? Due sensitivi, e il resto?
- Nephilim, cane rognoso. – rispose Sam con tono secco.
La figura all'interno trasalì – Sam. Non sapevo che fossi a New York.
- Si, come no. Il tuo padrone ha spie dappertutto, non riuscirai a convincermi che non sapeva che sono qui.
I ragazzi cominciarono ad entrare all'interno. Clary scorse sono un figura esile e scura, rannicchiata contro la parete – Non è il mio padrone – protestò debolmente.
- Certo, certo.
I ragazzi proseguirono nel corridoio scuro – Ti fai troppi nemici, Sam – disse Ryan – Dovresti essere più cauta.
La ragazza sospirò. Improvvisamente sembrava piccola e stanca, come se portasse sulle spalle un peso troppo grande per lei – Lo so. Ma era l'unico modo per non farlo insospettire – parve rianimarsi – E poi Bill è così... fastidioso. E' convinto di essere uno importante, ma è solo un viscido codardo.
Sembrava tornata fredda e attiva, ma Clary notò che era in qualche modo forzata. Forse non stava bene.
Camminarono ancora un po', finchè il corridoio non si aprì in un piccolo balconcino. Una piccola scala a chiocciola li portava ad una grossa stanza, semibuia, illuminata da luci rosse e verdi.
- Venite – li guidò Sam.
La musica era incredibile, aliena, estranea. Il locale era pieno di gente. Ragazzi e adulti, Nascosti e Cacciatori, umani e Sangue Misto.
- Cosa cerchiamo? – chiese Jace. Le luci gli scintillavano addosso, dandogli tonalità scure e sconosciute.
- Una traccia – rispose Ryan – Una qualsiasi. Qualcosa che ci suggerisca cosa sta succedendo.
- Non andiamo troppo sul sicuro – commentò Isabelle. Aveva messo su un piccolo broncio, infastidita dal precedente rifiuto di Ryan.
Sam alzò le spalle – Di solito non siamo mai troppo sicuri su queste cose. Andiamo alla cieca.
- Ma perchè siamo venuti proprio qui? – Alec era perplesso
- Qui è pieno di demoni – rispose Ryan – quindi possiamo venire a sapere tutto, trovando i giusti contatti.
I Cacciatori si bloccarono in mezzo alla sala, ampiamente scrutati – Demoni?! – esclamò Alec
- Zitto – sibilò Sam. E stupì Clary, prendendolo a braccetto e trascinandolo.
Alec Lightwood e Sam... il suo pensiero fu stroncato a metà dal fatto che non sapeva il cognome di Sam. D'altra parte, Sam non conosceva il suo.
Li portò ad un angolo della sala – Ascoltate – bisbigliò – E' vero, qui è pieno demoni, ma non potete fare niente – li guardò con attenzione. I suoi occhi scrutarono in particolare Alec e Jace – Dovete promettermi che non farete nulla.
Sembrava che i suoi occhi si stessero per fermare su Jace, ma quando disse – Promettetelo – stava guardando Alec.
I due borbottarono una promessa affrettata. Sam non sembrava soddisfatta, ma riprese a camminare.
Si sedettero in un tavolino abbastanza centrale.
Isabelle venne invitata quasi subito a ballare, e lei ovviamente accettò, con grande disappunto di Sam.
- Speriamo che nessuno se la mangi – borbottò.
- Potrebbe succedere? – chiese nervosamente Alec
- Si – disse Sam.
- No – disse Ryan – Nessuno attaccherebbe una Cacciatrice così, senza motivo.
- Perchè no? – chiese Clary – Non mi sembra che qui rispettino granchè le regole.
- Il motto di questo posto – disse Ryan – è “Neutralitatis est”, che vuol dire “Neutralità sia”. Qui tutti sono i benvenuti; demoni, Nascosti, Cacciatori, sensitivi e non... tutti qui possono fare i loro traffici, legali o illegali che siano. Gli attacchi non avvengono senza motivo.
- Ma allora il posto in sé non è pericoloso.
- In teoria no – intervenne Sam – Ma nella realtà... è tutto un altro discorso. Le risse ci sono quasi tutti i giorni. Una piccola rissa fra un vampiro e un licantropo non viene mai sedata, si aspetta che finisca. Un attacco di un demone ad un Cacciatore, o viceversa, è proibito, ovviamente. Ma ne avvengono sempre, perchè il modo migliore per farsi dare informazioni da un demone è attaccarlo, e noi Cacciatori lo sappiamo.
- E' una bettola – borbottò Alec.
- Ma certo che lo è – rise Sam – Tutto il pericolo di una bettola con la classe di un locale.
- Non la chiamerei classe – disse Jace.
- Ma il Conclave non fa niente? – chiese Clary. Era la prima volta dopo diversi minuti che non parlava. Era concentrata sul luogo. Era tutto surreale, l'eccitazione del pericolo si poteva quasi vedere. Se avesse dovuto disegnare quel posto, lo avrebbe colorato con uno sfondo blu oscuro e l'aria tempestata da un nugolo rosso. Avrebbe fatto delle figure scure che ballavano avvinte e altre più chiare che sedevano nei tavoli.
- Il Conclave non sa nulla di questo posto. E' circondato da rune di segretezza, di camuffamento, da incantesimi di illusione, per non dire guardie davvero poco gentili – Sam fece una smorfia.
- C'è un incantesimo molto particolare su questo locale – aggiunse Ryan – Dopo che sei uscito da qui, non puoi parlare di questo locale con nessuno che non sappia dell'Equilibrio. Il Conclave non sa dell'Equilibrio, quindi nessuno può parlargli dell'Hell's.
- E se qualcuno glielo raccontasse?
- Non si può – disse Sam nervosamente – tutti i sensitivi sono vincolati da un giuramento di sangue, che impedisce di parlare ai non-sensitivi dell'Equilibrio.
- Ma tu ce ne hai parlato – Clary era confusa.
- Siete stati voi a trovare me. E siete entrati nel locale di Midnight con me, quindi immagino che il giuramento non valga – fece spallucce.
- Ma hai detto che questo posto è frequentato anche da quelli che non sono sensitivi. Ma se non sanno dell'Equilibrio e non puoi parlargliene... come fai a dirgli di questo locale?
- Basta portarceli – rispose Ryan in tono pratico – Così saprebbero del locale senza che tu gli dica niente.
Tutti osservarono Isabelle ballare con un ragazzo dopo l'altro, Alec sospettoso, Jace sovrappensiero, Ryan indifferente, Clary ammirata e Sam... non la guardava. Si guardava discretamente intorno, gli occhi fucsia attenti.
Arrivo un cameriere. Era un bel ragazzo dai capelli castano chiari e gli occhi verde-marroni, sui vent'anni – Volete qualcosa?
Sul tavolo c'era un bel menù, con un disegno elaborato. Clary ordinò un frappè, così come Isabelle, comparsa all'improvviso.
Sam e Ryan ordinarono delle bevande sconosciute, ma a giudicare dal nome erano decisamente alcolici. Il ragazzo li squadrò con attenzione – Ce li avete ventun anni?
I due lo guardarono inarcando le sopracciglia. Il ragazzo li guardò a sua volta. I suoi occhi scesero dal viso dei ragazzi al collo, dove stava la catenella con la M. Roteò gli occhi con fare esasperato e si voltò.
Sam ridacchiò.
- Non mi sembra ci sia niente da ridere – disse Jace, guardandola male – Hai intenzione sbronzarti? – la guardava come un fratello maggiore apprensivo.
- Certo che no – disse Sam tranquilla – Reggo bene l'alcol.
- Hai solo sedici anni – Il viso di Jace era teso – A ventuno cosa farai?
- Non sei mio padre, Jace. E nemmeno mio fratello.
*
- Non sei mio padre, Jace. E nemmeno mio fratello.
Matt ridacchiò silenziosamente. Povero quel ragazzo, se stava cercando di proteggere Sam. Lui ci provava costantemente da quando aveva undici anni, ma... senza successo.
Jace. Era il nome del ragazzo biondo. Era in un certo senso familiare, anche se Matt non sapeva spiegarsi il perchè.
Forse era un amico di Sam. Forse l'aveva già visto a Madrid o a Londra.
Ma Sam non aveva amici, eccettuato il ragazzo con i capelli verdi e Liz.
- E' lei? – gli chiese il ragazzo alla sua sinistra
- Si, Mike – disse con accento molto francese – E' lei.
- Bene. Te l'ho detto, se non è all'Istituto è all'Hell's. Vengono tutti qui, i Cacciatori di Midnight.
- Non l'avrei mai trovata senza il tuo aiuto – Matt sorrise riconoscente – Sam non sarebbe mai andata all'Istituto.
Il ragazzo dai capelli neri gli strizzò l'occhio e sparì tra la folla.
Matt era arrivato a New York solo da poche ore, ma si era messo subito in moto. Sicuro che lei non si sarebbe mai rifugiata all'Istituto, era andato in uno dei circoli di Cacciatori, chiedendo di lei. Gli avevano sconsigliato di andare al Midnight, il locale dove si riunivano quelli come lei, ma gli avevano raccomandato l'Hell's.
- ... guardando – stava dicendo il ragazzo dai capelli verdi. Matt si era perso una parte della conversazione.
- Lo so. Forse dovrei andarci a parlare – sussurrò Sam, così piano che il ragazzo non era sicuro di aver sentito bene.
Ora o mai più si disse, e si avvicinò al tavolo.
Nonostante fosse nervoso, cercò di fare il disinvolto, riuscendoci solo in parte. Mentre si avvicinava studiò il tavolo con attenzione. Oltre a Sam, c'erano sedute cinque persone. Il ragazzo con i capelli verdi, che Matt aveva già incontrato in Spagna, il ragazzo biondo che aveva protestato quando Sam aveva ordinato un drink alcolico, una ragazza con lunghi capelli rossi che lo fissava con attenzione, un'altra ragazza con i capelli neri che guardava la pista e un ragazzo con gli occhi blu. Erano tutti adolescenti e, a parte Ryan, tutti Cacciatori.
- Ti va di ballare? – chiese a Sam. Sapeva di essere teatrale, ma se avesse detto “Ehi, ciao, come va?” sapeva che lei sarebbe uscita di testa.
Sam si girò. I suoi strambi occhi fucsia, che Matt aveva sempre trovato assurdamente divertenti, lo fissarono.
- Matt?
*
Clary vide un ragazzo avvicinarsi. Era bello, con i capelli del colore dell'oro antico e gli occhi di un bellissimo color cannella. Si stava avvicinando al loro tavolo, con un espressione concentrata, come se stesse per fare qualcosa di faticoso.
- Ti va di ballare? – chiese il ragazzo a Sam.
Clary si aspettava che Sam si mettesse a fare la civetta o la scontrosa. Probabilmente stava per farlo. Si girò con un mezzo sorriso verso il ragazzo e aprì la bocca per dire qualcosa. La sua espressione passò da neutra a stupita – Matt?
Un sorriso gli si dipinse sul volto – Ciao Sammy
[spoiler] Piccolo chiarimento

“Sam” al maschile si pronuncia “Sam”, proprio come si legge.
“Sam” al femminile si pronuncia “Sem”. Di conseguenza “Sammy” si pronuncia “Semmi”.
Scusate la precisione, ma odio quando storpiano i nomi, anche se sono la prima a farlo. [/spoiler]