[MAI TERMINATA] Shadowhunters

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[MAI TERMINATA] Shadowhunters

da sofy28 » 14 luglio 2011, 15:19

Salve!
Sapete un paio di giorni fa stavo leggendo una trilogia, che mi è piaciuta molto. Siccome detesto che i libri finiscano, ho deciso di continuarla. Questo significa che tutto questo mondo non l'ho inventato io, ma solo alcuni personaggi, mentre altri esistevano già.
Spero che vi piaccia :cry:

Sam respirò.
Era accucciata dietro l'angolo della casa, pronta a balzare. Poco lontano sentiva il chiacchiericcio dei vampiri.
Si trovava in uno stretto vicolo a Manhattan, e stava per entrare in una delle tane di vampiri fuorilegge.
Problema numero uno pensò Sam la guardia.
I vampiri lasciavano sempre qualcuno a guardia, sia di giorno, quando erano più vulnerabili, sia di notte, quando la maggior parte di loro andava a far baldoria.
Il momento ideale per andare a caccia di vampiri era un paio d'ore prima dell'alba: erano già rientrati dalle loro scorribande notturne, ma i vampiri di guardia non erano tanti come di giorno, quando si riunivano in una decina – all'ombra ovviamente – e sorvegliavano gli ingressi.
Adesso c'erano tre vampiri all'entrata principale, molti all'interno della tana erano svegli, ma era probabile che qualcuno stesse già dormendo.
La ragazza sguainò il pugnale. Era un pugnale particolare: l'impugnatura d'argento, per bruciare i lupi mannari, e la lama di legno, per impalare i vampiri.
C'era inciso un simbolo, sopra la lama. Due pugnali incrociati, inscritti in un triangolo. Il simbolo della famiglia di sua madre.
Uscì fuori dal nascondiglio con velocità. I vampiri la avvistarono quasi subito, nonostante fosse vestita di nero e si confondesse con le ombre.
Infilzò il primo in pieno cuore, mentre il secondo cercava di morderla gli diede un calcio con il tacco dello stivale. Il vampiro urlò al contatto del motivo a croci d'argento che ornava la suola, ma morì poco dopo. Il terzo cercò di rientrare nel edificio per avvisare gli altri, ma Sam lanciò il pugnale e lo beccò alla base del cranio.
Si avvicinò al cadavere. Il vampiro era morto con una strana smorfia: i canini sguainati, gli occhi spaventosamente aggressivi.
Riprese il pugnale e lo pulì per bene sulla gamba dei pantaloni del vampiro, poi nascose i cadaveri dentro un bidone della spazzatura. Probabilmente da lì a un'ora sarebbero stati solo polvere. Si decomponevano in fretta.
Problema numero due: dove trovare gli altri?
Di solito i vampiri stavano nei piani alti, ignorando le porte, le scale ed il resto. I vampiri per bene. Quel “clan” invece faceva affari con altri Nascosti.
I Nascosti erano coloro che dentro di loro avevano sangue di demone. Il Popolo Fatato, che si diceva fossero frutto dell'unione di angeli e di demoni, gli stregoni, che erano metà demoni e metà umani e i vampiri e i licantropi, che diventavano ciò che diventavano perchè colpiti da malattie demoniache. I Nascosti ed il Conclave avevano rapporti limitati dagli Accordi, quindi i Cacciatori non avevano il permesso di uccidere dei Nascosti. A meno che non fossero dei fuorilegge.
Sam aveva passato una settimana a spiare quel clan, ed aveva visto abbastanza. Erano dei sicari, venivano assoldati per compiere dei lavori per i Nascosti.
Non era la prima volta che vedeva qualcosa del genere. Se un Nascosto aveva un problema con un altro andava dai sicari e gli chiedeva di ucciderlo. Una guerra fredda fra Nascosti. Ovviamente questo tipo di comportamento era illegale secondo gli Accordi, anche perchè questi vampiri venivano pagati con sangue umano, cosa assolutamente proibita.
Sam salì le scale silenziosamente. Aveva i nervi tesi al massimo, pronti a cogliere ogni minimo rumore. Tra le mani teneva una pietra runica, per farsi luce, ma la spense velocemente non appena sentì dei suoni sospetti.
Rumori di passi. La Cacciatrice prese il pugnale e tese il braccio all'indietro. Quando lo lanciò, non si basò sulla vista, ma sull'udito. Se ascoltava con attenzione poteva capire benissimo come erano posizionati i nemici. Voltò l'angolo e scagliò il pugnale.
Un attimo dopo avrebbe voluto fermarlo, ma era troppo tardi. Girò elegantemente nell'aria e si conficcò con precisione nella spalla del ragazzo.
Un gemito.
- Merda – esclamò. Aveva capito che quelli non erano vampiri, ma, come lei, Cacciatori. Si poteva finire male per aver attaccato un Cacciatore, soprattutto secondo di che famiglia era.
Si avvicinò di qualche passo ai tre individui, ma mantenne lo stesso una distanza di sicurezza. Quello che aveva colpito si era accasciato a terra e gli altri due lo sostenevano.
- Ma sei scema?! – ad aggredirla fu una ragazza.
Era bella, notò Sam. Bella in un modo aggressivo. Aveva i capelli neri, lunghi, ed occhi scuri. La sua carnagione era pallida e Sam notò distrattamente il ciondolo che portava al collo. Un tempo ne aveva uno così anche lei. Un ciondolo che pulsava in presenza di demoni.
- Non l'ho fatto a posta – rispose con voce leggera, nonostante fosse un po'
sconvolta. Lei era sempre così: non mostrava mai le sue vere emozioni.
- Però l'hai fatto – rispose l'altro. Era un ragazzo, ed appena lo vide provò
un leggero senso di familiarità. Se la ragazza, tutta occhi scuri e capelli neri, era l'oscurità, il ragazzo era la luce. Aveva i capelli biondi, molto chiari, perfettamente ordinati come se si fosse appena pettinato. Anche gli occhi erano dorati, di mille sfumature diverse. E' in tutto è per tutto un ragazzo d'oro pensò Sam, divertita – Perchè l'hai fatto?
- Questo è un covo di vampiri – rispose leggermente indispettita. Non le
piaceva rendere conto a qualcuno delle proprie azioni – Io non sapevo chi eravate, e potevate essere benissimo dei vampiri. Meglio prevenire che curare.
- Però adesso siamo noi a dover curare – rispose piccata la ragazza.
Per la prima volta Sam abbassò lo sguardo sul ragazzo che aveva colpito.
Somigliava molto alla ragazza, quindi probabilmente erano fratelli. Aveva gli stessi capelli scuri e la stessa carnagione chiara, ma i suoi occhi erano di un bel azzurro vivace.
- Mi dispiace – disse, mettendosi in ginocchio perchè i loro occhi fossero alla stessa altezza. Lo vide sbattere le palpebre, perplesso. Sam sapeva perchè.
Sin da quando era piccola, sua madre le aveva detto che era capace di esternare i propri sentimenti, quando voleva. Nel senso che riusciva a far percepire agli altri quello che provava.
Aveva imparato a sfruttare bene questa dote, perchè riusciva ad esternare anche sentimenti fasulli. Se quando combatteva fingeva di avere paura, riusciva a far sentire alla persona con cui si stava scontrando la paura che fingeva. Il nemico credeva di aver vinto e si cullava negli allori. Allora Sam colpiva.
Il ragazzo la guardò. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma fu preceduto dalla sorella – Ti dispiace? Pensi di poter colpire un Cacciatore e poi uscirtene con un “Mi dispiace”, facendo gli occhi dolci a mio fratello?
Il ragazzo borbottò qualcosa. L'altro, quello biondo, rimase a guardarla.
- Si. Mi dispiace. E' tutto quello che posso dire. Ora, posso riavere il mio pugnale? – disse alzandosi in piedi. Dentro di se stava imprecando contro la ragazza. Come si permetteva? Se lei fosse stava una vera Cacciatrice avrebbe capito che era stato solo un incidente. Certe persone sono così ottuse.
Il biondo estrasse il pugnale dalla spalla dell'altro e glielo porse. Poi tirò fuori un cilindretto semi trasparente – uno stilo – e disegnò una runa sul braccio del ragazzo. La ferita cominciò a rimarginarsi. Dentro di sé, Sam fece un sospiro di sollievo, poi pulì il pugnale dal sangue.
- Chi sei? – le chiese il ragazzo biondo, sempre disegnando sul braccio del amico.
- Già, e lo vado a dire a te – rispose in tono pacato. L'anonimato era sempre stato il suo strumento, e spesso non aveva detto il proprio nome nemmeno a chi l'aveva aiutata. Figurarsi andarlo a dire a tre sconosciuti.
- Ce lo devi, dopo aver pugnalato Alec.
Sam colse al volo il nome – Alec? Non è un nome molto comune. E' forse il diminutivo di Alexander?
Dallo sbalordimento sul viso dei tre capì di aver azzeccato.
- Non conosco molti Alexander che corrispondono alla tua descrizione – continuò – Quanti anni hai? Diciotto, diciannove? – rifletté – Sei forse Alexander Lightwood?
- Si
- Alec! – lo sgridò la ragazza.
- Che c'è? E' una Cacciatrice. Che male c'è?
- C'è che non mi piace. Non mi piace per niente. Che cosa ci fai qui?
- Potrei farti la stessa domanda, Isabelle Lightwood.
Ne ho azzeccato un altro pensò gongolando
Alec ormai si stava rialzando. Il biondo si rimise lo stilo in tasca e la guardò con attenzione.
- A quanto pare tu ci conosci. Ma noi non conosciamo te.
- E' perchè voi siete famosi. Per il casino successo ad Idris, immagino – disse nominando il paese d'origine di tutti gli Shadowhunters, i Cacciatori di demoni, dove qualche mese prima c'era stata una battaglia fra demoni e Cacciatori, alleati ai Nascosti. – Comunque, ho un lavoro da sbrigare. E voi mi state intralciando.
Si guardò intorno. Se loro stavano andando nella sua direzione voleva dire che non c'era niente da quella parte. Le scale quindi dovevano essere in quel corridoio.
- Le scale principali sono state danneggiate. E' impossibile salire da lì.
Sam annuì impercettibilmente. Se l'era immaginato. Ma perchè i Nascosti potessero salire al piano dei vampiri ci volevano delle scale minori. Aprì la porta che le stava affianco. Un salotto. Poi un altra. E un altra. Al quarto tentativo trovò delle scale, un po' mal ridotte, ma integre. Cominciò a salire.
Aveva completamente ignorato i Lightwood dietro di se, ma sentì rumori di passi. La stavano seguendo.
Probabilmente pensano che questa sia la loro missione, perchè loro sono qui da prima di me pensò con amarezza. I Lightwood le erano sempre stati descritti come degli arroganti e non dubitava che quella fama se la fossero guadagnata. I Lightwood erano una delle famiglie che facevano parte del Circolo un tempo.
Rabbrividì. Il Circolo, il gruppo creato da Valentine, un Cacciatore, che credeva che i Nascosti dovessero essere sterminati e che il Conclave dovesse essere riformato perchè tremendamente corrotto. Era stato proprio lui che aveva riunito i demoni ad Idris, al fine di farsi dare il potere assoluto dal Conclave.
Voleva il potere pensò Sam e non era l'unico.
Sbucò in una sala grande, un salotto. Un bancone lo divideva da una bella cucina, dando la sensazione di trovarsi in una specie di bar. Il salotto aveva un divano di pelle bianco, dei morbidi pouf colorati ed un soffice tappeto, sempre bianco. Appoggiata ad una parete c'era una televisione da quarantadue pollici a schermo piatto.
Però. Il lusso non gli manca.
Sul divano, sul tappeto e sulle poltroncine, affollati intorno alla TV, c'erano dei vampiri. La musica era parecchio alta e a Sam parve sentire Rhianna che cantava. Facile.
Camminò a passo felpato, lentamente, riflettendo.
Nell'esatto momento in cui ne ammazzo uno, tutti mi piomberanno addosso. A meno che non ne prenda uno isolato, ai lati in modo che, anche se muore, non si noti.
Si avvicinò ai pouf posti ai lati del divano bianco, a malapena illuminati dalla luce fornita dalla TV. Il ragazzo era biondo e non emise un gemito mentre il paletto di legno gli si infilava alla base del cranio. Affianco a lui c'era un altro ragazzo, con i capelli di un castano rossiccio, che guardò il compagno afflosciarsi e si voltò verso di lei.
Oh-oh.
Il suo braccio fu abbastanza veloce. Ma lei non aveva programmato l'azione, il suo corpo aveva fatto tutto da solo. Scattò, infilando il paletto sotto la clavicola del vampiro, incontrando un po' di resistenza. Non lo aveva finito, però.
Lanciò nuovamente il pugnale che colpì il vampiro spaparanzato sul divano in un occhio. Due donne, che dimostravano circa venticinque anni, le furono addosso. Riuscì a fermarne una tirandogli un calcio, ma l'altra la prese e le sbatté la testa sul pavimento. Vide rosso e poi nero. La sentì che gli scopriva la gola, pronta a mordere. Non lo fece. Si allontanò trasalendo. Sam si mise di nuovo in piedi barcollando. Si portò una mano al collo e tirò la catenella.
Alla fine c'era una bella croce d'argento.
- Eh già. – disse in risposta allo sguardo della vampira.
Lei le sibilò contro, poi prese il suo pugnale di legno dal corpo del suo amico.
- Morirai infilzata dal tuo stesso pugnale, Cacciatrice.
- Vai a quel paese.
Sentì un dolore lancinante. Quello che credeva di aver ucciso con il paletto nella clavicola, le aveva morso una gamba.
- Stupida sanguisuga - Gli pestò la mano, e lui urlò, a contatto con le croci sulla suola. Poi rotolò in avanti, verso le gambe della vampira. Tirò fuori dalla tasca una bocchetta di acqua santa e gliela lanciò sul viso. La donna urlò e lasciò cadere il pugnale. Sam la impalò velocemente, poi si girò per affrontare quello che l'aveva morsa.
Con sorpresa vide che era già morto, con la gola ed i polsi tagliati.
All'entrata del salotto c'erano i Lightwood, fratello e sorella e il biondo, che non somigliava a loro, ma che sembrava far parte della famiglia.
Isabelle fece una smorfia. Sam la guardò in modo indagatore. Li guardò tutti in modo indagatore, poi scrollò le spalle e si avvicinò al vampiro.
Estrasse il paletto dal suo cuore, fortunatamente era ancora vivo.
- Dimmi, chi è il tuo capo?
- Il vampiro rise: una risata stridente, fredda, priva di allegria – E perchè dovrei dirtelo?
- Perchè se non lo fai ti riempio le orecchie di acqua santa. Vediamo quanto ci metti a guarire?
- Tanto sto morendo.
- Oh, si. Non sopravviverai a lungo. Ma puoi morire in modo onorevole, senza troppo dolore, o puoi morire dalle ustioni provocate dalle croci.
- Non te lo dirò. Non sono un traditore.
Sam sospirò. Gli tagliò la testa di netto, così che morisse e basta, senza più soffrire. Poi posò lo sguardo sui Lightwood. Poi sulla propria gamba.
Tirò fuori lo stilo. Se non voleva diventare un vampiro, doveva agire in fretta.
Si tolse lo stivale e scoprì caviglia. Più la runa era vicina alla ferita, meglio funzionava. Premette la punta del cilindretto sulla pelle e disegnò una figura a forma ottagonale con un cerchio all'interno. Una runa di guarigione. Si sentì molto meglio. La ferita rimarginò velocemente.
Si disegno sui polsi altre rune, dove quelle vecchie si erano consumate. Rune energizzanti, rune che davano coraggio, rune di forza e velocità.
Quando alzò di nuovo lo sguardo fu sollevata di sapere che i Lightwood erano andati a perlustrare la cucina.
D'accordo, sei arrivata per prima. Ma non sei l'unica Cacciatrice di New York, e più siamo meglio è disse una vocina
Si, rispose ma se si mettono in mezzo ai piedi...
Probabilmente sei l'unica persona sulla terra a parlare da sola
continuò la vocina in tono confidenziale.
Mancanza di contatti umani. E' difficile farsi degli amici fra i demoni si rispose sarcastica.
Aprì la porta. Dava su un piccolo e buio corridoio, a cui si affacciavano quattro porte.
Molti vampiri dormivano. Alcuni sul pavimento, alcuni con i piedi in aria, altri appesi al soffitto. Si sentì un po' in colpa.
Dura lex, sed lex
Li impalò tutti, dal primo all'ultimo. Si trovò un po' in difficoltà con quelli sul soffitto, ma in quel momento Alexander Lightwood entrò con un bell'arco.
- Magnifico – disse inespressiva – Vedi se riesci a prendere quelli. E mi raccomando: prendi il cuore.
Isabelle Lightwood la guardò con occhi neri pieni di rispostacce, così Sam entrò velocemente in una stanza in modo da non doverle subire.
La stanza era buia, con le finestre coperte da pesanti tende di broccato. Sam si sentì presa alla gola da una mano forte, che la stringeva. L'individuo misterioso la sbatté alla parete, sempre strangolandola, e la sollevò come se non avesse peso.
Sam tirò indietro la gamba e scalciò contro la figura, e venne lasciata. Precipitò a terra tossendo, ma non aveva tempo. Aveva sentito la porta aprirsi di scatto ed era sicura di chi fosse.
Il capo è mio! Urlò mentalmente, senza voce. Saltò verso il vampiro e gli premette la croce sulla pelle. Lo sentì urlare. Unghie le graffiarono il viso e venne scaraventata contro il muro. Il dolore esplose, ma non ci badò.
Invece corse alle pesanti tende e le aprì di colpo.
La luce intensa dell'alba penetrò nella finestra, colpendo il vampiro in pieno.
La vampira si corresse. Era una donna con lunghi capelli rossi – tinti – e gli occhi stretti e crudeli. Durante quei giorni lei aveva sempre visto il suo vice, quindi. Era certamente lei il capo, non c'erano dubbi, ma non si faceva associare al clan di fuorilegge. Davvero scaltro.
La donna urlò, un urlo disumano, da spaccare i timpani. La luce del sole la bruciava, ma Sam si avvicinò a lei e la impalò.
Il ragazzo biondo le fu subito vicino.
- Perchè l'hai fatto? – le chiese con rabbia – Poteva dirci qualcosa sui loro loschi traffici, sui loro clienti...
- Nessuno merita di soffrire – rispose, fredda. Poi prese il pugnale di legno ed incise sulla fronte del cadavere la runa. Una croce – che rappresentava due pugnali – inscritta in un triangolo. Poi recitò l'Ave Maria, velocemente, senza sentimento. Non era una che pregava. Era un rituale per lei, qualcosa di simbolico. Qualcosa che faceva dall'età di dieci anni, da quando aveva iniziato ad essere una Cacciatrice. Qualcosa che faceva da quando aveva iniziato a viaggiare. Qualcosa che faceva in ricordo di sua madre


[spoiler] Lo so, faccio schifo... :cry: [/spoiler]
Ultima modifica di sofy28 il 16 aprile 2012, 14:07, modificato 7 volte in totale.
Andavo a guardare le stelle sul tetto di casa. Mia madre mi rimproverava sempre dicendo che prima o poi sarei caduto e nel migliore dei casi mi sarei rotto una gamba, ma a me non importava. Neanche a Thomas importava. http://www.eragonitalia.it/postt15626
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RE: Shadowhunters

da MagicMoon » 14 luglio 2011, 16:46

non fa per niente schifo... a me piace... in più sono poche le storie di vampiri che non mi affascinano :) aspetto il prossimo capitolo...
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RE: Shadowhunters

da giuly98 » 14 luglio 2011, 17:37

wow, complimenti, questa storia è davvero molto bella, scrivi benissimo, molto scorrevolmente.complimenti anche per la lungheza xD! la storia mi intriga e sono molto curiosa di leggerne il seguito...l'unica cosa che "pecca" è il fatto che, secondo me, dovresti mettere la trama della trilogia, altrimenti le persone che non l'hanno letta (ad esempio io xD) capiranno poco e niente...è solo un cosiglio ;)
comunque molto bello, continua così!!
posta presto!!
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RE: Shadowhunters

da ringil » 14 luglio 2011, 18:00

che bello!! un'altra fan di shadowhunters!! io adoro quella trilogia...
mentre leggevo pensavo:
Era bella, notò Sam. Bella in un modo aggressivo. Aveva i capelli neri, lunghi, ed occhi scuri. La sua carnagione era pallida e Sam notò distrattamente il ciondolo che portava al collo. Un tempo ne aveva uno così anche lei. Un ciondolo che pulsava in presenza di demoni.


questa è Izzy

Aveva i capelli biondi, molto chiari, perfettamente ordinati come se si fosse appena pettinato. Anche gli occhi erano dorati, di mille sfumature diverse. E' in tutto è per tutto un ragazzo d'oro pensò Sam, divertita


jace... il mio amato jace :innamorato: :innamorato:


Somigliava molto alla ragazza, quindi probabilmente erano fratelli. Aveva gli stessi capelli scuri e la stessa carnagione chiara, ma i suoi occhi erano di un bel azzurro vivace.


e alec! dolce luiiii :innamorato:



mi piaceeeee! continua[/code]
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Re: RE: Shadowhunters

da sofy28 » 14 luglio 2011, 19:35

ringil ha scritto:che bello!! un'altra fan di shadowhunters!! io adoro quella trilogia...
mentre leggevo pensavo:
Era bella, notò Sam. Bella in un modo aggressivo. Aveva i capelli neri, lunghi, ed occhi scuri. La sua carnagione era pallida e Sam notò distrattamente il ciondolo che portava al collo. Un tempo ne aveva uno così anche lei. Un ciondolo che pulsava in presenza di demoni.


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Somigliava molto alla ragazza, quindi probabilmente erano fratelli. Aveva gli stessi capelli scuri e la stessa carnagione chiara, ma i suoi occhi erano di un bel azzurro vivace.


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mi piaceeeee! continua[/code]


Wow speravo che ci fosse qualcuno che adora la trilogia come me!

Quanto alla trama, la posto in uno spoiler con il prossimo capitolo.
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Re: RE: Shadowhunters

da giuly98 » 14 luglio 2011, 19:53

sofy28 ha scritto:
ringil ha scritto:che bello!! un'altra fan di shadowhunters!! io adoro quella trilogia...
mentre leggevo pensavo:
Era bella, notò Sam. Bella in un modo aggressivo. Aveva i capelli neri, lunghi, ed occhi scuri. La sua carnagione era pallida e Sam notò distrattamente il ciondolo che portava al collo. Un tempo ne aveva uno così anche lei. Un ciondolo che pulsava in presenza di demoni.


questa è Izzy

Aveva i capelli biondi, molto chiari, perfettamente ordinati come se si fosse appena pettinato. Anche gli occhi erano dorati, di mille sfumature diverse. E' in tutto è per tutto un ragazzo d'oro pensò Sam, divertita


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Somigliava molto alla ragazza, quindi probabilmente erano fratelli. Aveva gli stessi capelli scuri e la stessa carnagione chiara, ma i suoi occhi erano di un bel azzurro vivace.


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Wow speravo che ci fosse qualcuno che adora la trilogia come me!

Quanto alla trama, la posto in uno spoiler con il prossimo capitolo.


ok! allora non vedo lora di leggerla!! :laugh:
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RE: Shadowhunters

da sofy28 » 15 luglio 2011, 16:48

Ecco il nuovo post... Grazie per i vostri commenti, mi hanno incoraggiato moltissimo :D
Spero che vi piaccia!!

Appena scese nella metropolitana prese il primo treno che le capitò sott'occhio. Che portasse a Queens, Hell's Kitchen o nel Bronx, non le importava: voleva solo fuggire. Fuggire dalla sensazione di essere sporca, corrotta.
Era stato lo sguardo del biondo a metterla a disagio. Nell'esatto momento in cui aveva pronunciato le parole “Ave Maria, piena di grazia” lui l'aveva guardata ed era trasalito. Sam sapeva cosa aveva visto. Gli occhi.
I suoi occhi avevano sempre spaventato tutti. Sempre. Quando era piccola sua madre le diceva che i suoi occhi erano un dono del cielo, un regalo degli angeli, occhi capaci di vedere dentro le persone. Era l'unica a pensarla così
La verità era che nessuno aveva occhi come i suoi. Erano grandi, sornioni e a volte accattivanti, ma più spesso gelidi. Le iridi erano viola chiaro, viola tendente al fucsia, con due cerchi rossi. Uno a delimitare il contorno dell'iride dell'occhio destro e l'altro al centro dell'iride dell'occhio sinistro.
Era difficile credere che quegli occhi fossero un dono degli angeli, quando erano quasi rossi come l'inferno.
Quando scese a Brooklyn, dovevano essere circa le sette di mattina. Doveva fare in fretta, se non voleva essere fermata dalla polizia.
La pensione dove alloggiava era in una strada tranquilla. Aveva una buona posizione, centrale, non lontano dalla fermata dalla metropolitana. A qualche isolato di distanza si trovava l'appartamento del Sommo Stregone di Brooklyn, cosa che risultava comoda.
Sam sgattaiolò nella propria stanza, arrampicandosi sulla scala antincendio sul retro.
La sua camera era grande, arredata in modo semplice, quasi povero. C'era un grosso letto ad una piazza e mezza, con un bel piumone blu, la testiera in legno riccamente intagliata. La libreria era ampia, quasi dietro alla porta della camera, in legno chiaro. Anche la scrivania e l'armadio erano in legno. I mobili erano solo quattro, eppure non riusciva a sembrare spoglia.
Nel esatto momento in cui era entrata in quella camera, l'aveva amata.
Aveva molte semplici qualità, che un mondano non avrebbe notato, ma erano sei anni che Sam viaggiava e si arrangiava, e queste cose le sapeva notare.
Aveva tantissimo spazio libero, che equivaleva a tanto spazio per potersi allenare, era molto vicina alla scala antincendio, che costituiva una veloce via di fuga, oppure un entrata alternativa.
E non aveva specchi.
Sam odiava gli specchi. Odiava vedersi riflessa, odiava vedere il proprio viso pallido, cadaverico, circondato dal aureola di capelli biondo miele, gli occhi violacei spiccare sul viso come ametiste.
Dopo essere entrata dalla finestra Sam si buttò nella doccia, senza neanche curarsi le ferite. Era sporchissima. Aveva i capelli impastati di sangue, nel viso un lungo graffio sanguinante e la schiena scorticata da come aveva sbattuto contro il muro. I muscoli delle braccia le dolevano a causa dello sforzo di lanciare, spingere e tirare.
La tenuta da battaglia era sporca di sangue, ma intatta. Era fatta di cuoio duro, lavorato fino ad essere flessibile, non sarebbe stato certo qualche vampiro a distruggerlo. Gli stivali, invece, erano fatti di stoffa resistente intorno alle caviglie e la suola era di cuoio ed erano completamente zuppi di sangue, per tutti i calci che aveva tirato. La ragazza si sentiva i piedi tumefatti.
Uscì dalla doccia avvolta da un telo rosso. Si sfregò i capelli bagnati per asciugarli. Era sicura che nessun altra ragazza della sua età si asciugasse i capelli così. Le altre adolescenti avvolgevano i propri capelli in teli morbidi e li asciugavano con il phon, pettinandoli ciocca per ciocca. Sam li asciugava con un asciugamano, con forza, e li lasciava umidi e disordinati sopra le spalle.
Forse sarei dovuta restare a Parigi quel pensiero le attraversò la mente come un lampo, portando con se i ricordi dell'estate parigina: il sole cocente che batteva sulle strade ordinate, il profumo di pane portato dal vento, la Tour Eiffel che si stagliava contro il cielo azzurro.
Per interrompere la nostalgia, Sam iniziò a disfare i bagagli.
I suoi bagagli erano ben pochi: semplicemente una borsa, neanche tanto grande, a tracolla, come quelle che usavano le ragazze per portare i libri.
Dentro c'era un bel vestito nero con la gonna lunga, molto stretto e parecchio attraente: Sam non l'aveva messo molte volte. Poi c'erano due felpe, un po' di biancheria ed un beauty case. Nella tasca laterale Sam conservava un piccolo gufetto blu, fatto con della lana, con gli occhi di calcedonio. Era un piccolo portafortuna e la ragazza lo appese in un chiodo affianco all'armadio. Infine tirò fuori un portafogli zeppo di soldi.
Se c'era una cosa che non le mancava, erano proprio i soldi. Quando I suoi genitori erano morti avevano lasciato a Sam una piccola fortuna, che avrebbe potuto utilizzare alla maggiore età. Lei era stata affidata ad una vecchia prozia benestante che viveva Parigi, che si era dispiaciuta non poco quando aveva deciso di viaggiare, ma l'aveva sempre sostenuta attivamente.
La ragazza sospirò.
Poi indossò un paio di jeans, una maglietta a maniche lunghe e le scarpe da tennis. Si infilò il portafogli in tasca ed uscì con velocità.
*
Jace era stravaccato in una poltrona, in camera di Isabelle.
Non riusciva a dimenticare quegli occhi. Occhi grandi, fucsia e rossi, occhi innaturali.
- Comunque, ho una strana sensazione – riprese Alec.
- Che genere di sensazione? – chiese Izzy esasperata.
- Non so. La sensazione che stia accadendo qualcosa di... anomalo. E quella ragazza c'entra qualcosa
- Insomma! – esclamò Isabelle – Era una ragazza come tutte le altre. Una Cacciatrice molto comune e anche molto scortese. Una persona come un altra.
- Beh, l'ultima persona che pensavamo fosse una come un altra ci ha stupiti, no? –intervenne Jace
Isabelle lo fissò – Stai parlando di Clary?
- No – rispose Jace sarcastico – parlavo di Simon.
- Beh, anche Simon...
- Il punto è che non era una persona qualunque – insistette Alec
- Solo perchè ti ha fatto gli occhi dolci – disse rivolta al fratello – “Mi dispiace”. Ti aveva appena pugnalato!
- E... – Jace esitò – ...li avete visti, gli occhi?
Isabelle lo guardò, sorpresa – Gli occhi? Erano... scuri, credo. Nel buio non li ho visti, ero lontana. Lei non si è mai avvicinata troppo e sinceramente neanche io le sono andata vicino con entusiasmo.
- Neanche io li ho visti bene – Jace fissò il fratellastro. Sembrava molto concentrato, come se si stesse sforzando di ricordare qualcosa – Perchè?
- Erano rossi.
Silenzio.
- Jace... non è possibile.
- Io so quello che ho visto. E' ho visto che aveva gli occhi fucsia e rossi. Sei ancora convinta che sia una Cacciatrice comune, una come un altra?
- Bene. – sospirò Isabelle – Avete vinto. Cosa volete fare?
- Che ne pensi di una runa di localizzazione? - disse Jace, brandendo un pugnale. Un pugnale molto particolare, con l'impugnatura d'argento e la lama di legno. Ed una runa incisa sulla lama. Due pugnali incrociati, inscritti in un triangolo.


[spoiler] Ecco la trama.
Il primo libro (città di ossa)
Clary Fray è una ragazza di quindici anni alle prese con i normali problemi dell'adolescenza. Una sera decide di andare con il suo migliore amico, Simon, al Pandemonium, uno dei locali più apprezzati dai giovani newyorkesi, quando la sua attenzione viene catturata da un ragazzo con i capelli blu che entra in un magazzino senza essersi accorto di essere seguito da altri giovani armati. Presa dal panico, Clary decide di intervenire, dopo aver mandato il suo amico Simon a chiamare la vigilanza. Entrata nel magazzino, vede tre ragazzi con il corpo ricoperto da strane rune uccidere il giovane dai capelli blu, Clary è sconvolta ma lo è ancora di più quando il cadavere sparisce misteriosamente senza lasciare nemmeno una macchia di sangue. La situazione diventa ancora più assurda quando il suo amico Simon irrompe nel magazzino assieme ai buttafuori, nessuno, a parte lei, riesce a vedere quegli strani ragazzi. La vita di Clary, per quanto possibile, riprende a scorrere normalmente finché una sera litiga furiosamente con la madre ed esce di casa. Più tardi incontra Jace, uno dei ragazzi del Pandemonium, che si rivela essere uno Shadowhunters, un cacciatore di demoni che è invisibile agli occhi delle persone comuni e neanche lui riesce a spiegarsi il motivo per cui Clary sia in grado di vederlo. La loro conversazione viene interrotta quando Clary riceve una telefonata di sua madre che, estremamente agitata, le dice di non tornare a casa, la chiamata viene interrotta bruscamente da un urlo e da strani rumori. La ragazza allarmata corre a casa: sua madre è scomparsa. Tra una peripezia e l'altra, Clary entra a far parte del mondo dei Cacciatori e scopre di essere una di loro. Infatti Jocelyn, sua madre le aveva nascosto tutto questo per proteggerla da quell'esistenza pericolosa. Assieme all'aiuto di Jace, Alec e Isabelle(altri cacciatori della sua età) scopre che i suoi ricordi venivano periodicamente modificati dal sommo stregone di Brooklyn, Magnus Bane. Oltre a questa importante rivelazione, vengono a sapere molto di più: Valentine, un cacciatore rinnegato che aveva sconvolto molti anni fa il Mondo Invisibile, sembra essere ritornato e a lui sembra essere legata la scomparsa di sua madre. Il piano folle di Valentine è quello di trovare la Coppa Mortale, un calice con il quale si possono creare nuovi cacciatori di demoni, in modo da radunare un esercito e uccidere i Nascosti (vampiri, licantropi e stregoni) per riportare la purezza nel mondo. Intanto nasce una tenera storia tra Jace e Clary, relazione che ingelosirà sia Simon, innamorato di Clary da 10 anni, che Alec, innamorato di Jace da altrettanto tempo.
Valentine riesce a impossessarsi della coppa mortale con l'aiuto di Hodge (il tutore dei tre giovani cacciatori) e rapisce Jace. Clary insegue Hodge per farsi rivelare il nascondiglio di Valentine, ma quando questi tenta di ucciderla, a salvarla ci sarà Luke, l'uomo che le ha fatto da padre e che è un licantropo. Così, la ragazza viene a conoscenza di una verità sconvolgente: sua madre Jocelyn era sposata con Valentine, che altri non è che suo padre! Scopre anche di aver avuto un fratello, Jonathan Cristopher, brutalmente ucciso dal suo stesso padre per vendicarsi del tradimento di Jocelyn. Anche Luke faceva parte del Circolo di Valentine, assieme ai genitori di Alec e Isabelle, e ad altri cacciatori che condividevano i suoi ideali prima che diventasse un fanatico. Luke e Clary, assieme al branco dell'uomo, si recano al nascondiglio di Valentine. Qui, trovano Jocelyn, magicamente indotta in coma, e Jace. Il ragazzo credeva di essere figlio di Micheal Wayland, poi ucciso quando lui aveva solo 10 anni, in realtà questa era solo una menzogna. Infatti Valentine si era spacciato per anni per Michel Wayland e adesso è tornato per coinvolgere nei suoi piani suo figlio, Jace, che si rivela essere il fratello perduto di Clary, Jonathan Cristopher. Valentine riesce a fuggire a Idris, la città dei cacciatori, attraverso un portale paradimensionale, rimanendo possessore della Coppa, lasciando Jocelyn in un coma dalla quale non si sa come risvegliare, e i suoi figli, Jace e Clary, disgustati dal loro stesso amore, divenuto, a questo punto, incestuoso.

Il secondo libro (città di cenere)
Ottenuto il primo strumento mortale, Valentine ha un nuovo malvagio progetto in mente, quello di recuperare un secondo strumento mortale: la Spada dell'Anima. Per creare nuovi cacciatori ci vorrebbe troppo tempo, per questo motivo ha deciso di ricorrere ad un nuovo esercito: un esercito di demoni. Infatti, la Coppa gli offre l'obbedienza delle creature demoniache, ma ha bisogno della Spada per radunare un esercito senza eguali. Per fare questo, però, ha bisogno di compiere un rituale di Trasformazione, infatti la Spada dell'Anima è uno strumento angelico, ma il suo allineamento può essere cambiato sacrificando quattro giovani nascosti: un vampiro, un licantropo, uno stregone e una creatura del popolo fatato. Intanto all'Istituto, il luogo dove i cacciatori possono chiedere accoglienza, tornano i genitori di Alec e Isabelle. Maryse, loro madre, manda via Jace da casa, perché non crede alla buona fede del figlio adottivo e lo crede una spia di Valentine. Con l'aiuto di Clary e Luke, Jace torna all'istituto per chiedere un processo al Conclave, l'autorità dei cacciatori, ma proprio in quel momento arriva l'Inquisitrice, che sembra nutrire gli stessi sospetti di Maryse riguardo Jace. Per scoprire la verità decidono di sottoporre il ragazzo alla prova della Spada, che permette ai cacciatori di dire solo la verità. La spada è custodita nella Città di Ossa dai Fratelli Silenti, cacciatori che si mutilano con rune potentissime in grado di sconvolgerti la mente. L'Inquisitrice non sembra nutrire nei confronti di Jace semplice sospetto, ma anche qualcosa di più profondo, infatti suo figlio Stephen e consorte incinta sono stati uccisi da Valentine e sperando di vendicarsi lo manda nelle terribili prigioni della Città di Ossa.

Clary, Alec e Isabelle, pur di non abbandonarlo, si recano alla Città per farlo evadere, quando questa viene attaccata da Valentine, che uccide i Fratelli Silenti e riesce ad impossessarsi della Spada dell'Anima. L'Inquisitrice lascia Jace sotto il controllo di Magnus Bane, che intanto sta avendo una relazione segreta con Alec. Valentine è a metà del rituale, è già riuscito ad uccidere uno stregone ed una fata, mancano un lupomannaro e un vampiro per trasformare definitivamente la Spada. Clary intanto, decisa a dimenticare quello che prova per suo fratello, intrattiene una relazione con il suo ex-migliore amico, Simon. La loro storia procede stabilmente finché non accade uno spiacevole episodio nella corte di Seelie. Le fate non mentono e la regina ha chiesto udienza ai giovani cacciatori per discutere di Valentine, solo che le fate sono belle quanto meschine e con un trucco riescono a far bere a Clary una delle lore bevande, vincolandola così per sempre al loro mondo. Le offre però una possibilità di salvarsi: deve essere baciata da colui che desidera di più. Proprio perché le fate non mentono e conoscono i segreti più intimi delle persone, sanno bene che il bacio di Simon non può salvare Clary perché nonostante tutto, lei è ancora innamorata di Jace. Il bacio tra Jace e Clary è così passionale che Simon capisce che Clary è sempre stata innamorata di jace, anche se non lo ha voluto ammettere. Simon, avuta questa rivelazione e in preda ad un eccesso di rabbia, andrà all'Hotel Dumort, un albergo occupato dai vampiri e così verrà trasformato in uno di loro. Clary, schiacciata dai sensi di colpa, si rifiuta di cedere alle advance di Jace, al quale non sembra importare del sangue di parentela che li lega, ma solo dei sentimenti che provano l'uno per l'altro. Intanto i due ragazzi scoprono di essere speciali: Clary può creare nuove rune e Jace ha il dono dell'Angelo, del quale ancora non si sanno le piene capacità. Valentine rapisce Simon e Maia (una giovane lupamannara) per concludere il suo rituale. Scoperti i suoi piani, si radunano quanti più cacciatori possibili per tentare di contrastarlo. In questi momenti di folle agitazione, l'Inquisitrice rimane colpita dalla cicatrice a forma di stella sulla spalla di Jace, sacrifica se stessa per salvarlo e poco prima di morire gli sussurra all'orecchio una frase misteriosa, con il suo comportamento getta un'ombra sul sangue che scorre nelle vene di Jace, che potrebbe non essere quello di Valentine.
Riescono a sventare il rituale di Trasformazione, salvando sia Maia che Simon, al quale Jace ha donato il proprio sangue e grazie al dono dell'Angelo, adesso Simon è un vampiro che può vivere alla luce del sole. Luke, annuncia che presto sarà la guerra e che tutti i cacciatori dovranno essere pronti allo scontro. Maryse riaccoglie in casa Jace, scusandosi e dicendogli di averlo allontanto solo per paura che la facesse soffrire ma che lo ama esattamente come se fosse suo figlio, così Jace finalmente capisce di avere una famiglia. Clary non vuole più mentire a se stessa e agli altri così si reca da Jace per confessargli che anche lei desidera stare con lui. Jace, non conoscendo le intenzioni di Clary, le dirà, invece, che aveva sempre avuto ragione e che avrebbero dovuto comportarsi solamente come fratello e sorella. La ragazza, finge di esserne contenta, ma profondamente ferita, si trascina all'ospedale - dove sua madre è ricoverata - e lì incontra una donna misteriosa che le dice di sapere come risvegliare sua mamma Jocelyn dal coma.

Il terzo libro (città di vetro)
Clary scopre che l'unica possibilità di rompere l'incantesimo che tiene sua madre in coma è quella di recarsi a Idris. Nella città risiede il potente stregone Ragnor Fell, che sembra essere in grado di risolvere il suo problema. Jace tenta di convincere in tutti i modi la sorella a non andare ad Alicante, ritenendola poco sicura per lei, ma la ragazza sembra decisa a non cedere e infatti riuscirà a raggiungerla, creando un Portale, grazie alla sua stranissima e speciale dote: quella di inventare nuove rune. Il Portale la porterà a cadere nel lago Lyn, che ha il potere di uccidere gli shadowhunters provocandogli terribili allucinazioni. Clary riuscirà a riprendersi anche grazie alle cure di Amatis, sorella di Luke, segnata dal profondo dolore causatole dall'abbandono di suo marito Stephen (figlio dell'Inquisitrice), diventato in passato un seguace di Valentine. La ragazza conosce Sebastian, un ragazzo molto ambiguo che sembra subito mostrare una strana attrazione per lei. Clary e Jace si recano alla tenuta dei Wayland per cercare un libro sotto richiesta di Magnus Bane, in cambio dell'antidoto capace di salvare Jocelyn. I due ragazzi scoprono i diari degli esperimenti di Valentine e ritrovano in cantina un angelo devastato dalle mutilazioni, che prima di morire, rivelerà loro che Clary possiede sangue di angelo e Jace sangue di demone che inevitabilmente lo porterà a perdere completamente la sua umanità. Dei demoni attaccano Idris e solo dopo la fine dell'attacco gli Shadowhunters vengono a scoprire che il mandante era proprio Sebastian che aveva ucciso anche il piccolo Max, fratello di Isabel e Alec e fratellastro di Jace.

Mentre Jace va alla ricerca di Valentine e Sebastian, Jocelyn viene risvegliata e racconta a Clary il motivo del suo allontanamento da Valentine: durante la sua prima gravidanza le dava da bere sangue di demone. Valentine si rese conto della disumanità del suo primogenito e procuratosi del sangue di angelo lo diede da bere alla seconda moglie di Stephen, Celine, incinta di qualche mese. Prima che Jocelyn lo tradisse, Valentine aveva deciso di somministrare anche a lei il sangue di angelo, per risvegliarla da una profonda depressione, ignorando che lei fosse incinta del secondo figlio: Clary. Il bambino col sangue di angelo nelle vene si rivelerà essere Jace mentre in realtà il vero fratello di Clary è Sebastian, il vero Jonathan, totalmente incapace di amare. Quando Clary scopre che il suo amato Jace non è suo fratello, vorrebbe dirglielo ma si ricorda che lui era già andato ad uccidere Sebastian e Valentine. Prima di partire per andare a cercarlo, Clary rivela a tutta la comunità di Shadowhunters le sue capacità e dà loro un'arma invincibile: infatti riesce a creare una runa per unire uno Shadowhunter con un Nascosto e congiungere i loro poteri. Dopo una lotta furiosa e grazie all'aiuto di Isabel (assetata di vendetta per la morte del fratellino Max), Jace uccide Sebastian e poi si reca al lago Lyn, dove Valentine sta cominciando il rituale per chiamare un angelo e ordinargli di eliminare tutti gli Shadowhunters non fedeli a lui. Una volta arrivato, Jace vede Clary in trappola e prova a salvarla ma Valentine lo uccide. Clary, sconvolta e impossibilitata a muoversi, con grande fatica riesce a modificare il cerchio necessario a compiere il rito: dove c'era una runa che indicava suo padre come padrone del cerchio, ora era lei la padrona. L'angelo appare in tutto il suo splendore e rimprovera aspramente Valentine per il suo operato e la sua condotta. Quando l'uomo gli ricorda che era obbligato a fare un'azione richiesta dal padrone del cerchio, l'angelo risponde che solo Clary può farlo e lo uccide. Ora tocca a Clary, liberata dalle rune che la immobilizzavano, esprimere un desiderio; capisce di non poter ottenere niente di eccelso come la pace o la scomparsa dei demoni e si limita a chiedere indietro la vita di Jace.
Pochi giorni dopo, tutto sembra tornato alla "normalità". Alec e Magnus sono finalmente usciti allo scoperto;Maia e Isabelle si contendono le attenzioni di Simon; Luke trova il coraggio di dire a Jocelyn che l'ama e scopre con sorpresa di essere ricambiato. Durante Clary, preoccupata che Jace non la voglia più, lo va a trovare in una sala appartata e lo trova sconfortato. Aveva amato Valentine come padre ed ora lo aveva perso, mentre Stephen Herondale, suo vero padre, era per lui come un fantasma. Clary gli ricorda che la sua famiglia sono i Lightwood poi gli chiede se vuole restare da solo. Poiché lui risponde di sì, Clary fa per alzarsi; allora subito lui si riprende e si scusa dicendole che il sì era riferito alla storia sulla sua famiglia e non a lei. Senza più restrizioni ora i due possono stare insieme, felici.[/spoiler]
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Andavo a guardare le stelle sul tetto di casa. Mia madre mi rimproverava sempre dicendo che prima o poi sarei caduto e nel migliore dei casi mi sarei rotto una gamba, ma a me non importava. Neanche a Thomas importava. http://www.eragonitalia.it/postt15626
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RE: Shadowhunters

da Arya18 » 15 luglio 2011, 18:38

ciao sofy :D questa storia è bellissima, continua!! :D
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RE: Shadowhunters

da ringil » 16 luglio 2011, 9:14

interessante... poi se il colore degli occhi di sam ha turbato Jace... allora qui la cosa è preoccupante! :P

[spoiler]comunque lo sai che non è una trilogia vero?
in america è già uscito il quarto libro...[/spoiler]

[spoiler]leggiti questo http://shadowhunters-italia.com/?p=1443 ahahahah :laugh: lo amooooo[/spoiler]
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RE: Shadowhunters

da sofy28 » 16 luglio 2011, 13:15

Ecco il nuovo post!

Sam entrò in chiesa a passo lento. Si bagnò le dita con l'acqua santa, fece la croce e baciò il rosario. Poi entrò nel confessionale.
- Perdonatemi padre, perchè ho peccato. Sono... tre settimane che non mi
confesso. Ho ucciso delle persone oggi. Alcune non le ho neanche viste in faccia, sono solo... scattata.
- Perchè hai ucciso? – la voce del prete era profonda, ma Sam si rese conto
che tremava.
- Donec a interfector, et officium meum – pronunciò la frase latina che la
identificava come Cacciatrice. L'uomo si rilassò
- Dio ha un piano per te. Dio ha un piano, per tutti noi. Non permettere che
la tua fede sia offuscata dalla colpa.
- Ci sto provando – Non disse che non ci riusciva. Che non riusciva a
credere all'esistenza di Dio. Che andava in chiesa, si confessava e pregava solo in ricordo di sua madre.
Uscì dal confessionale e si sedette su una delle panche, iniziando a sgranare il rosario.
*
Clary aprì la porta ed entrò nella stanza di Isabelle.
Come al solito era disordinatissima, con vestiti ed armi gettati ovunque.
Izzy era in piedi davanti all'armadio e guardava i vestiti all'interno con aria critica. Forse sta facendo il cambio di stagione in anticipo di nove mesi.
Alec era seduto sul letto, Jace spaparanzato su una poltrona in un angolo.
- Beh, ciao! – esclamò. Si avvicinò a Jace e lo baciò leggermente. Izzy fece
un mezzo sorriso, nascondendosi dietro un vestito.
- Ciao – rispose Alec svogliatamente – Ce ne hai messo di tempo, eh?
Clary fece una smorfia – Io ho degli orari da rispettare, sai? Tipo l'ora di pranzo... – In realtà aveva perso tempo ascoltando Jocelyn che le parlava di alcune tradizioni dei Cacciatori. Dopo tutto quello che era successo a Idris la madre aveva riconosciuto che l'addestramento di Cacciatrice era la sua eredità. Fisicamente erano più i Lightwood ad aiutarla ed il sangue d'Angelo aiutava parecchio – Comunque, che c'è?
- Stanotte eravamo in un covo di vampiri fuorilegge – raccontò Isabelle – Ma qualcuno ci ha preceduti. Una ragazza. Ha ucciso lei il capo, così come parecchi membri del clan. Noi abbiamo avuto ben poco da fare.
- E quindi? – Clary vide Izzy scoccare un'espressione esultante ad Alec. Evidentemente c'era stata una discussione.
- Noi pensiamo – intervenne Jace – Che non fosse una Cacciatrice qualunque – mostrò uno strano pugnale – Abbiamo un suo oggetto, possiamo trovarla.
- Avete bisogno di una runa?
- Siamo capaci di fare una semplice runa di localizzazione – sbuffò Alec – Jace pensava che fosse importante per il tuo addestramento.
- Va bene. Fallo.

Dieci minuti dopo si stavano già incamminando verso la fermata della metropolitana. La runa aveva indicato una bella cattedrale, nel Queens. Erano circa le tre del pomeriggio, quindi il treno aveva pochi passeggeri.
Clary sentiva l'elsa del pugnale contro la caviglia. Jace aveva insistito perchè lo prendesse e in un certo senso la ragazza gli era grata. Armata si sentiva protetta. Sarà così per il resto della mia vita. Il pensiero non era così brutto. Era il suo destino.
Quando entrò nella chiesa, inizialmente non vide nessuno. Poi vide la ragazza.
Aveva lunghi capelli biondo miele, che le arrivavano sino a metà schiena, come un setoso scialle. Era seduta sulla panca, di schiena, quindi non la vide in faccia. C'era un cupo silenzio, si sentivano solo i borbottii della ragazza.
Clary era sempre stata atea, così come sua madre, ma i Cacciatori in generale erano cattolici, quindi faceva parte dell'addestramento di un Cacciatore la conoscenza dei testi sacri. Jocelyn infatti le aveva consigliato di leggere “Il Paradiso perduto” di Milton.
La ragazza vide che Alec e Jace esitavano ad interrompere le sue preghiere, ma dopo qualche minuto lei si alzò. Si girò un po' verso di loro. Clary vide benissimo le sue labbra incurvarsi in un sorriso ironico che sembrava voler dire “Venite a prendermi” e in quel momento Clary pensò Io ti conosco!
Tutto di lei le sembrava familiare. Il suo viso, dall'espressione arrogante e sarcastica, il colore dei capelli, così spettinati, ma contemporaneamente ordinati, la forma della bocca, stesa in quel sorriso che riconosceva.
Clary ripensò subito alla sensazione di familiarità che aveva provato quando aveva incontrato Jonathan. Non era per niente simile.
Quando aveva incontrato suo fratello aveva sentito che lo conosceva, ma non l'aveva mai visto. Adesso si sentiva come se avesse già visto quella ragazza, ma lei non la conosceva.
La ragazza si voltò. Invece di tornare indietro, di percorrere la navata ed uscire dalla porta principale, avanzò nel corridoio perpendicolare a quello principale ed uscì da una piccola porta.


[spoiler] @ringil: Si lo sapevo, ma l'ho scoperto solo ieri! Sono contentissima non vedo l'ora.[/spoiler]
Ultima modifica di sofy28 il 16 luglio 2011, 18:25, modificato 2 volte in totale.
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RE: Shadowhunters

da ringil » 16 luglio 2011, 15:32

bel post!! continua che sto morendo dalla curiosità!!

[spoiler]io lo sto leggendo in inglese... shadowhunters le origini l'hai già letto?[/spoiler]
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RE: Shadowhunters

da Wyarda » 16 luglio 2011, 15:39

>.< io commentavo di là tutto felice di essere il primo ed invece ecco qua 3 capitoli ç_ç vabbeh meglio così! mi piace molto come scrivi! lo trovo molto scorrevole
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RE: Shadowhunters

da giuly98 » 16 luglio 2011, 18:05

O.o scrivi benissimo, si nuovo complimenti. Ti chiedo scusa se mi sono saltata il chap precedente, ma come vedi ci sono stata poco sul forum in Questi giorno xD. Beh, i chap sono entrambi magnifici, lunghi , senza nmwbo un errore. Scrivi benissimo! Ti ringrazio per avermi messo la trama della trilogia, ora tutto ha un senso e negli ultimi chap ho capito tutto senza alcun problema.
Ancora complimenti e ... Come dico a tuttixD ...
Posta presto!!

PS: sono una tua nuovo fan assicurata, in tutto e per tutto! :laugh:
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RE: Shadowhunters

da sofy28 » 17 luglio 2011, 21:08

Ecco il post... l'ho messo nel topic sbagliato... quindi eccolo.


- Corri Clary – la sospinse Jace – Seguiamola – disse ad indirizzo dei
Lightwood.
Attraversarono diverse sale, illuminate fiocamente. Dei preti gli passavano affianco, lanciandogli sguardi indagatori, ma nessuno li fermò. Davanti a loro c'era sempre la ragazza che camminava in modo veloce ma non correva.
Infine imboccò una porta. Clary ed i Lightwood òa seguirono velocemente e si ritrovarono fuori.
- E' lì – Clary indicò la sagoma della ragazza. Aveva iniziato a correre.
Jace e i Lightwood scattarono all'inseguimento e Clary fece quasi fatica a raggiungerli. La ragazza era veloce e spesso la perdevano di vista, per ritrovarla grazie ai luminosi capelli.
Stavano velocemente uscendo dal Queens per dirigersi al centro di Manhattan.
Ad un certo punto lei si fermò, e scese in quelle che sembravano delle scale per scendere nella metropolitana, ma erano più larghe, vicino ad un palazzo e sovrastate da una grande insegna rossa. “Midnight” recitava.
Lei ed i Lightwood scesero la scala.
Alla fine delle scale si trovava un uomo grosso, vestito di nero, dall'aria minacciosa. Un buttafuori. La ragazza era sparita.
L'uomo alzò un braccio e mostrò una carta, con il dorso girato verso di loro.
Jace guardò l'uomo con aria interrogativa. Clary lo guardò a sua volta, poi spostò lo sguardo su Isabelle e poi su Alec. Entrambi sembravano perplessi.
- La carta – disse l'uomo.
- Ehmm...
- Sono con me, Micheal – disse una voce. Clary si girò. Appoggiata al
muro c'era proprio la ragazza. Ora che la vedeva da vicino, la sensazione di familiarità sparì. Non la conosceva. Sembrava familiare, somigliava a qualcuno di sua conoscenza, ma non la conosceva.
- Hanno la Vista?
Clary continuò a guardare la ragazza. Il suo occhio artistico si era di nuovo messo in moto. Era il genere di persona che avrebbe disegnato seduta in un luogo alto, con i capelli spostati dal vento.
La ragazza inarcò le sopracciglia – Te ne sarai reso conto anche da solo – la sua voce trasudava sarcasmo, ironia ed arroganza, proprio come Clary aveva immaginato.
L'uomo scosse la testa – Lo sai cosa pensa Midnight. Conosci le regole della Casa, Sam.
La ragazza fece una smorfia. Lo guardò come se stesse per ingoiare un rospo. Quando parlò, il tono della sua voce era più normale, meno arrogante – Lo so. Ma quanti anni sono che lavoro per lui? Cinque, sei? Non mi sembra di avergli mai dato problemi.
L'uomo sospirò – Farò finta di non aver visto.
La ragazza fece un cenno. Clary avanzò insieme ai Lightwood.
Dopo il piccolo corridoio c'era una specie di locale. Sembrava simile al Pandemonium, ma a Clary sembrò meno movimentato e tuttavia più... pericoloso.
- Sam? – chiese Jace, avvicinandosi a lei. La sua voce aveva una sfumatura
divertita.
- E' il mio nome – La ragazza lo guardò con freddezza – Non dovreste
essere qui. Stavolta vi ho coperto, ma che non si ripeta mai più.
- Cosa voleva dire quel tizio? Cos'è la Vista? – chiese Alec
- Tornate a casa. Non è posto per voi.
- Noi siamo Cacciatori tanto quanto te... – iniziò Jace, ma si interruppe
bruscamente. Stava osservando un ragazzo. Un ragazzo con intensi occhi gialli. Clary non ebbe alcun dubbio: era un demone.
La ragazza – Sam – mise un braccio davanti a Jace, come per bloccarlo. In effetti il ragazzo stava per scattare contro il demone.
- Fermo.
Jace si divincolò. La ragazza lo trascinò – non senza una certa difficoltà – lontano dal demone. Clary e i Lightwood li seguirono.
- Stai fermo – sibilò lei, con un tono talmente deciso da far tremare persino
Jace. Lui si calmò. La guardò in modo assassino, poi si girò. Il demone era sparito.
- Perchè?
- Perchè si – La ragazza si chinò verso Jace. Clary pensò con orrore che
stesse per baciarlo, invece allungò una mano e prese il pugnale che aveva usato per la localizzazione – Questo me lo riprendo.
Si girò. Si trovavano davanti ad una parete rivestita di velluto rosso scuro. La ragazza si passò il pugnale sul polso. Dal taglio uscì copioso il sangue. Clary emise un gemito di sorpresa, che Sam ignorò. Immerse un dito nel suo stesso sangue e disegnò una runa nel velluto. Il sangue era quasi dello stesso colore della parete, ma Clary riuscì lo stesso a distinguere una runa di apertura. Si sentì un piccolo clic e la parete girò. Sam entrò velocemente dentro e Clary ed i Lightwood la seguirono.
La stanza era grande, illuminata, ben diversa dal locale dietro di loro. L'atmosfera era ariosa, calda e tranquilla e a Clary ricordò una specie di chiesa. Proprio come il locale, era piena di persone, ma la differenza era che in quella stanza sembravano esserci persone che preferivano la tranquillità alla musica. Clary si sentì subito a suo agio.
Sam si diresse in un angolo della sala, dove c'era una donna. Aveva tratti delicati e sembrava una persona molto pacata.
- Perchè mi hai chiamato, Gabriele?
La donna sorrise dolcemente.
- Sam. Midnight è venuto a sapere di ciò che hai fatto stamattina.
- Ho fatto quello che mi ha chiesto di fare.
- Ti ha chiesto di prendere il capo. Di porre fine ai traffici. Non di fare una strage.
- La situazione richiedeva una strage – il suo tono era neutro, come se stesse parlando di una rivista che aveva letto.
- Stai mentendo. Ti hanno attaccato tutti? Non hai avuto la possibilità di risparmiarli? Era necessario che tutti morissero?
- Ho portato a termine il compito. Che cosa volete da me?
- Le solite cose! – sembrava esasperata, come se quella conversazione avesse già avuto luogo – che tu sia caritatevole! Che tu creda
- Oh, io credo, Cristo Santo! – esclamò. Sembrava disgustata.
- No, no, tu “sai”. C'è differenza. Tu hai visto.
- Non ho mai chiesto di vedere. Ci sono nata con questa condanna –
sibilò. Il suo tono sembrava più sprezzante man mano che parlava.
- E' un dono, Sam.
La ragazza le voltò le spalle. E si allontanò, seguita dai Lightwood e da Clary.
- Hai capito qualcosa? – sussurrò a Jace.
- No. – le prese la mano – Ma non mi piace.
Alec li guardò. Sembrava stesse per chiedere qualcosa, poi scrollò le spalle e continuò a camminare.
Quando uscirono dal locale, la ragazza si voltò.
- Allora. Cosa volete?
Isabelle guardò Alec. Alec si girò verso Jace.
- Chi sei?
- Continui a farmi questa domanda. Perchè voi Lightwood siete convinti che vi sia tutto dovuto? – Isabella aprì la bocca per parlare ma la ragazza continuò – Dimmi una sola ragione per cui dovrei dirti chi sono.
Di nuovo quella sensazione! Clary aprì la bocca e, contro la sua stessa volontà, disse – Ci conosciamo?
La ragazza la guardò con ironia e poi le si avvicinò. E Clary vide gli occhi.
Boccheggiò, senza fiato.
- Appunto. Li avresti ricordati – disse allontanandosi. Poi guardò Jace. Stava per dire qualcosa, quando una figura scura le saltò addosso.
Scoppiò un pandemonio. Jace scattò in aiuto della ragazza, ma venne placcato da un altra figura. Clary vide un ragazzo con i capelli neri, voltato di schiena, che lottava con Jace. Gli teneva le dita serrate sulle braccia e gli impediva di prendere le armi. Clary prese il pugnale e lo lanciò con decisione. Colpì la schiena del ragazzo, che si voltò verso di lei lentamente e cadde sulle ginocchia. Poco più in là c'era un altro ragazzo, che si guardava le mani bruciate. Dietro di lui, Sam si teneva la gola e sputava sangue, ma era in piedi. Alec brandì una spada angelica e trafisse l'aggressore di Jace. Clary vide ne vide un altro, alle spalle di Isabelle. Aprì la bocca per avvertirla, ma la figura si stava accasciando a terra, trafitta del pugnale di legno di Sam.
- Caritatevole, eh? Vaglielo a dire – Sam si avvicinò alla figura e recuperò il pugnale. Clary scorse diversi segni rossi sulla sua gola. Vide anche un crocefisso d'argento, molto elegante, appeso al suo collo.
La ragazza girò il cadavere – Vampiro, come pensavo. Uno di quelli del clan fuorilegge di stamattina – disse a nessuno in particolare – Ecco, se ieri fossi stata meno caritatevole questo non sarebbe successo. Io la strozzo Gabriele.
- Perchè ci hanno attaccato? – chiese Clary incoerentemente.
Sam la guardò. Non era uno sguardo ironico o esasperato, come Clary aveva immaginato, ma... solidale – Succede di continuo. Non gli piaccio e quindi mi attaccano. Ne ho eliminati tanti. Nascosti e demoni.
- Anche noi – intervenne Jace – Ma non ci troviamo i demoni sotto casa.
- Voi vivete all'Istituto, Nascosti e demoni non possono entrare e di certo non stanno a cercare tutti i Cacciatori per vendicarsi. Io lavoro per Midnight e lo sanno tutti. Non è difficile trovarmi.
- Allora vieni all'Istituto con noi – propose Alec – Lì saresti al
sicuro – Jace lo fissò. Alec ricambiò lo sguardo. Clary ebbe l'impressione che stessero comunicando silenziosamente.
- Va bene – accettò Sam a sorpresa – Sarà interessante.
Andavo a guardare le stelle sul tetto di casa. Mia madre mi rimproverava sempre dicendo che prima o poi sarei caduto e nel migliore dei casi mi sarei rotto una gamba, ma a me non importava. Neanche a Thomas importava. http://www.eragonitalia.it/postt15626
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RE: Shadowhunters

da sofy28 » 18 luglio 2011, 10:22

Ecco il post! Stavolta ho postato nel topic giusto. Spero che vi piaccia.

Sulla metropolitana Sam osservò i ragazzi.
Formavano uno strano gruppo, come se fossero uniti da qualcosa di forte. Il ragazzo biondo era oltremodo affascinante, e stava con la ragazza minuta. L'aveva capito subito, al primo sguardo. Certe cose non si possono nascondere pensò. I Lightwood si somigliavano molto fra loro. Erano davvero fratello e sorella, inutile negarlo. Non sapeva se il biondo fosse loro fratello, ma sembravano lo stesso molto uniti. Si rese conto di non sapere il suo nome, mentre lui conosceva il suo. Si sentì irrimediabilmente esposta. Sapeva che appena sarebbero arrivati le avrebbero fatto il terzo grado. Di solito non era incline a rivelare cose su se stessa, ma sentiva uno strano legame con quei ragazzi. Un empatia.
Quando arrivarono di fronte l'Istituto, Sam provò una sensazione di disagio. Era stata una persona socievole, un tempo, ma da quando aveva iniziato a lavorare per Midnight, viaggiando di città in città, era diventata più sospettosa, più chiusa, più sola.
L'Istituto era proprio un bel posto. Arredato in modo elegante, un po' freddo, ma
accogliente.
Sam seguì i Lightwood per dei corridoio. Non disse una parola, si limitò ad osservare. Sentì distrattamente Alec accennare qualcosa sulla cena, poi si volto e vide una donna dai capelli neri e gli occhi scuri, molto simile ad Isabelle.
*
Maryse Lightwood li guardò in modo assente. Sembrava spenta, come se non avesse più energia. Clary pensò che probabilmente era ancora distrutta per la perdita di Max. Doveva essere terribile perdere un figlio.
- Dove siete stati? – chiese con voce spenta.
- A caccia – rispose Jace laconico.
- Bene. Se avete fame ci sono degli avanzi in frigo. Oppure potete ordinare una pizza.
- Si. Non preoccuparti, mamma.
La donna si allontanò a passo pesante. Non aveva degnato Sam neanche di uno sguardo.
E proprio a terra – sussurrò Clary per non farsi sentire dalla donna, visto che era ancora piuttosto vicina. Isabelle la guardò – E' ancora disperata. Max...
Clary si avvicinò e le accarezzò un braccio. Lei sospirò.
Jace si diresse verso la cucina, e Clary e gli altri lo seguirono. Sam sembrava piuttosto distratta, ed osservava l'Istituto con evidente interesse.
La cucina era esattamente come ricordava: molto moderna e accogliente. Jace aprì il frigo, poi fece una smorfia – Non c'è molto. Ci toccherà davvero ordinare la pizza.
- Le consegne a domicilio sono lentissime – si lamentò Alec – E io muoio di fame.
- Io so cucinare – affermò Sam, tornando improvvisamente con i piedi per terra. Jace la squadrò da capo a piedi. Lei non distolse lo sguardo, tenendo la testa eretta – Prego – disse scostandosi.
Sam fece un passo al centro della cucina. Sembrò riflettere, poi si avvicinò al frigo. Emise un verso di trionfo, mentre tirava fuori un pacchetto di carne tagliata a pezzi.
- Avete la... maionese? – chiese. Alec aprì uno sportello e prese un vasetto
- Grazie – disse con noncuranza. Il suo tono era normale, senza arroganza, né sarcasmo.
- Allora... come hai imparato a cucinare? – chiese Clary, per rompere il ghiaccio. Sam alzò leggermente lo sguardo mentre tagliava delle carote. Sembrava serena e Clary capì di aver toccato l'argomento giusto.
- Da autodidatta. Mia zia non ne aveva molta voglia. Come biasimarla... ha avuto l'affidamento mio, di mio fratello e dei suoi nipoti più o meno nello stesso periodo. Per anni ha dovuto cucinare ogni pasto del giorno per otto persone, prima di cominciare a capire che i bambini più grandi potevano anche darle una mano.
- Hai vissuto con tua zia? – chiese Izzy. Clary avrebbe voluto zittirla.
Se aveva vissuto con la sua zia voleva dire che i suoi genitori...
- Prozia – il suo tono di voce non cambiò. Evidentemente cucinare la metteva di buonumore – La sorella di mio nonna. Mi passi una pentola?
- Da quanto sei a New York? – chiese Alec, porgendogliela
- Una settimana – la riempì di olio.
- E dov'eri prima?
- Londra. Ci ho passato due mesi, circa. E prima ancora ero a Parigi.
- Parigi? – il tono di Isabelle era entusiasta.
- Si. E' lì che sono cresciuta. Torno lì ogni estate, altrimenti potrebbero preoccuparsi. I miei prozii – aggiunse rispondendo allo sguardo interrogativo di Clary.
La ragazza notò un bel anello al anulare di Sam. Si rese conto che era una fede nuziale. Avrebbe voluto chiedere spiegazioni, ma temeva di passare per un impicciona. Evidentemente Isabelle non aveva lo stesso timore, perchè chiese - E' una fede?
- Si. Era di mia madre.
- Perchè la porti?
- Per ricordare – alzò lo sguardo – Certe cose non dovrebbero essere dimenticate.
- Cosa è successo? – chiese Jace. Il suo tono era fermo, ma anche pieno di solidarietà.
Sam non disse niente. Mise la pentola sul fuoco, poi si girò verso il bancone e cominciò a preparare una specie di salsina. Il silenzio cominciava a diventare pesante
- Quando ero bambina – disse infine – vedevo cose. Cose che un bambino non dovrebbe vedere. Cose che nessuno dovrebbe vedere. Vedevo donne uccise da demoni. Mezzi angeli morti in pozze di sangue dorato.
Fece una pausa e guardò Isabelle e poi Jace.
- I miei genitori – continuò – erano normali. E presero una decisione da genitori. La peggiore. Credevano che quelle visioni mi fossero mandate da dei demoni in particolare, per cui, una volta identificati, li attirarono in una trappola.
Altra pausa. Nessuno fece difficoltà a capire cosa era successo.
- Avevo cinque anni – Izzy aprì la bocca per dire qualcosa, ma Sam continuò – Neanche la mia prozia capiva. Certo, i demoni esistevano, ma non vivevano accanto a noi, come mostravano le cose che vedevo. E nessun Cacciatore a mai avuto visioni di gente morta – fece una respiro profondo, come per convincersi ad andare avanti – Se ti convinci di essere pazza, alla fine te ne vuoi solo andare.
Lasciò in sospeso la frase e Clary capì – Hai cercato di ucciderti? – chiese in un sussurro.
- Ho più che “cercato”. Ufficialmente sono morta per due minuti. Ma quando compì il passo... si ferma il tempo. Date retta a me, due minuti da morta sono una vita.
Quando sono tornata... sapevo. Che tutto ciò che vedevo era reale. Quando vedevo una donna morire, quella donna moriva davvero. Midnight mi ha contattato in quel periodo. Avevo dieci anni, quando cominciai a lavorare per lui. Mi spiegò tutto. L'universo è come diviso in piani. Angeli e demoni non possono passare sul nostro piano. Così, abbiamo quelli che Midnight chiama Sangue Misto. I faccendieri dell'aldilà. Mezzi angeli, o demoni, e mezzi umani. Possono solo sussurrarti nell'orecchio. Ma una loro parola può darti coraggio, o farti precipitare in un incubo. Vivono accanto a noi. L'Equilibro, lo chiamano. E quando un Sangue Misto infrange le regole, Midnight da l'ordine di eliminarlo.
Silenzio. La pentola emise un fischio. Sam si avvicinò e spense il fuoco.
- E' strano – Sam rise senza convinzione – Non ho mai raccontato questa storia a nessuno. Non nei minimi particolari. E ora sono qui, con quattro persone, di cui non conosco nemmeno il nome.
- Jace – il ragazzo si avvicinò a Sam e le strinse la mano. Lei sorrise – Alec, Isabelle e Clary – Ritornò serio – Hai detto... che angeli e demoni non possono entrare nella nostra dimensione. Ma non è vero. Noi Cacciatori li combattiamo.
- E' vero. Avrei dovuto dire che non gli è permesso farlo. Solo che gli angeli rispettano le regole. I demoni no. Quindi, sempre per preservare l'Equilibrio, sono stati creati gli Shadowhunters.
- Non è vero – intervenne Isabelle – Ha chiesto Jonathan Shadowhunter che venissero creati.
- Si. Ma chi gliel'ha data l'idea? – fece un sorriso furbo.
- Un... Sangue Misto? – disse lentamente Alec
- Parliamo pure di questo – intervenne Isabelle – Come mai noi non ne sappiamo niente? Noi Nephilim.
- Il nostro compito è quello di uccidere demoni. Nient'altro. Uccidere demoni e controllare i Nascosti. Non è necessario che sappiamo del Equilibrio. Di quello se ne occupa Midnight.
- E perchè tu lo sapevi?
- E' perchè ho la Vista. Cioè, tutti i Cacciatori hanno la Vista, per vedere i demoni, ma alcuni ne hanno un po' di più. A volte anche gli umani hanno la Vista. Sono quelli chiamati “sensitivi”. C'è una possibilità su tre che un mondano sia sensitivo. I sensitivi sono rari, ma mai quanto i Nephilim sensitivi. Se a New York ci sono trenta Cacciatori, tre sono sensitivi.
- Cavoli. E lavorano tutti per quel tizio? Midnight – chiese Alec
- Beh... si. I Cacciatori sensitivi si. Ma i mondani sensitivi non sempre. Perchè i mondani possono scegliere o no di coltivarlo, i Cacciatori lo hanno per forza.
- E che cosa fanno, quelli che lavorano per lui?
- I Cacciatori combattono contro i demoni e contro i Nascosti fuorilegge. La stessa cosa di quello che fate voi. E come lavorare per il Conclave. Esattamente la stessa cosa, ma indirettamente. Solo che qualche volta ti ritrovi a combattere contro qualche mezzosangue che infrange le regole. Anche i mondani combattono contro i Sangue Misto, e qualche volta anche contro dei demoni. Sono quelli che vengono chiamati “esorcisti”
Ci fu nuovamente silenzio. Poi Alec propose speranzoso – Mangiamo?
Sam tolse la pentola dal fuoco, Jace e Isabelle aiutarono a sistemare la tavola e Clary aiutò a servire. Sam mostrò come condire la carne con le varie salsine.
- Cos'è? – chiese Jace sospettoso.
- Bourguignonne.
- Bourg-che?
- E' buona – rispose Sam. Clary notò a disagio che Jace e Sam erano molto affiatati.
- Quello che non capisco – chiese Alec attaccando un pezzo di carne immerso nella salsa – è cosa intendeva quel tipo all'entrata. Cosa c'entrava quella carta? E poi cosa voleva dire “conosci le regole”
- Oh. Midnight è molto severo. Il suo locale è riservato a chi ha la Vista. Chi non conosce l'Equilibrio non può entrare. Come per esempio gli altri Cacciatori. Quando hai visto quel mezzo demone, Jace, hai cercato di attaccarlo, no? Così farebbe qualunque altro Nephilim. E la carta – aggiunse ridendo – è un vecchio trucco. Devi indovinare qual'è l'illustrazione.
- Ma è impossibile – intervenne Clary.
- Non per chi ha la Vista. Quella che vi stava facendo vedere era “Due rane in panchina”?
- Come? – chiese Jace divertito
- Le carte sono così – diventò pensosa – “Due rane in panchina”, “Uccello su una scala”, “Due anatre in aria”, “Ratto in gonnella”...
Clary rischiò di soffocarsi con un pezzo di carne – “Ratto in gonnella”?
- Non le ho mica inventate io!
Andavo a guardare le stelle sul tetto di casa. Mia madre mi rimproverava sempre dicendo che prima o poi sarei caduto e nel migliore dei casi mi sarei rotto una gamba, ma a me non importava. Neanche a Thomas importava. http://www.eragonitalia.it/postt15626
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