Come promesso, Christopher Paolini ha rilasciato, tramite una nuova newsletter, l’estratto inedito di Inheritance presentato al BEA 2011 di New York, la scorsa settimana!
Durante l’evento, annunciato in questo articolo, Chris ha inoltre risposto a tantissime domande dei fans. Pubblicheremo presto tutte le informazioni a riguardo, perciò restate aggiornati con Eragon Italia!
Il brano è tratto dalle prime pagine del primo capitolo del libro, intitolato “Dentro la breccia” (Into the Breach in lingua originale). Potete leggere lo sneak peek dopo l’immagine.
[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che il seguente brano potrebbe contenere spoiler sulla trama. Se non non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]
Dentro la breccia
Il suono era lancinante e tagliente; faceva venire i brividi, come quando il metallo raschia sulla pietra. I denti di Eragon vibravano seguendone il ritmo e lui si coprì le orecchie con le mani, facendo una smorfia mentre si girava cercando di localizzare la sorgente del rumore. Saphira scosse la testa, e anche attraverso il frastuono, la sentì lamentarsi in difficoltà.
Eragon passò il suo sguardo sul cortile per due volte prima di notare un lieve soffio di polvere che saliva lungo le mura del torrione partendo da una piccola crepa lunga un piede che era apparsa sotto l’annerita finestra parzialmente distrutta dove Blödhgarm aveva ucciso il mago. Quando lo stridio aumentò di intensità, Eragon si arrischiò a sollevare una mano dall’orecchio per indicare la crepa.
“Guarda!” gridò ad Arya, che annuì, avendo recepito il messaggio. Eragon rimise la mano sull’orecchio.
Senza alcun avviso o preambolo, il suono si fermò.
Eragon aspettò un momento, poi lentamente abbassò le mani, avendo desiderato, per una volta, di non avere un udito così sviluppato.
Appena lo fece, la crepa si allargò, aprendosi fino a diventare larga molti piedi, e raggiunse la base del bastione. Come un fulmine, la crepa colpì e distrusse la chiave di volta sopra la porta, raggiungendo la costruzione e facendo cadere il pavimento con una pioggia di frantumi grandi come ciottoli. L’intero castello gemeva, e dalla finestra danneggiata alla chiave di volta distrutta, la parte anteriore del torrione iniziò ad inclinarsi in avanti.
“Correte!” gridò Eragon ai Varden, anche se gli uomini si stavano già disperdendo ai lati del cortile, cercando disperatamente di scappare da sotto la parete in precario equilibrio. Eragon fece un solo passo in avanti; ogni muscolo del suo corpo era in tensione, mentre lui cercava di scorgere Roran da qualche parte nella folla dei guerrieri.
Finalmente Eragon lo vide, intrappolato sulla porta dietro l’ultimo gruppo di uomini, urlando all’impazzata contro di loro, le sue parole perse nel frastuono. Poi la parete si spostò e scese di molti pollici, inclinandosi sempre di più dal resto dell’edificio, colpendo Roran con delle pietre, facendogli perdere l’equilibrio e forzandolo a inciampare sulla sporgenza della porta.
Come Roran si rialzò da terra, i suoi occhi incontrarono quelli di Eragon e nel suo sguardo Eragon vide un lampo di paura e vulnerabilità, subito seguito dalla rassegnazione, come se Roran avesse saputo che non sarebbe importato quanto veloce avrebbe corso: non avrebbe potuto comunque raggiungere la salvezza.
Un sorriso amaro apparve sulle labbra di Roran.
E il muro crollò.